UDINE

Enciclopedia Italiana - I Appendice (1938)

UDINE (XXXIV, p. 602)


La città, che è situata tra il Tagliamento e l'Isonzo, a circa 25-30 km. dal primo, è traversata da tre canali, dei quali due derivati in epoca antica (la roggia di Palma esisteva già nel 1171) dal Torre; il terzo, il Ledra, aperto nel 1881, il più importante sia per la produzione di forza motrice sia nei riguardi dell'agricoltura, in quanto consente l'irrigazione di una vasta zona del medio Friuli, fra il Tagliamento e il Torre.

L'amministrazione comunale ha recentemente adottato un piano regolatore di risanamento e di ampliamento su progetto di A. Foschini, C. Pascoletti e P. Bertagnolio, progetto del quale è stato approvato un primo stralcio esecutivo comprendente tra l'altro il risanamento di due zone del centro della città. Sono state altresì approvate le seguenti opere: sistemazione dell'acquedotto, costruzione della fognatura nella zona esterna occidentale della città; deviazione del canale della Roggia di Udine; costruzione di un gruppo di case popolarissime.

La città, che pure non ha una struttura economico-sociale prevalentemente industriale, conta (1938) 251 aziende industriali, con circa 7200 operai, e 1606 aziende artigiane, con 589 operai oltre ai famigliari occupati nel lavoro. Dacché è sorta la zona industriale di Marghera (Venezia) e si è sviluppata l'attività industriale di Padova, l'importanza industriale di Udine è inferiore a quella di queste città del Veneto. Da notarsi che nel decennio scorso è venuta a cessare l'attività delle Ferriere e acciaierie di Udine (cfr. p. 603). Il Cotonificio Udinese fornisce attualmente 54.804 fusi per la filatura e 9836 per la ritorcitura.

Il censimento del 21 aprile 1936 ha contato: per Udine città 54.638 abitanti; per Udine comune 63.098 ab. (popolazione residente) e 70.756 (popolazione presente).

Monumenti. - L'arca del beato Bertrando (p. 603) è stata ricomposta nel suo primitivo stato e collocata (1937) nel coro.

La chiesa di S. Francesco (p. 603), costruita intorno al 1260 e consacrata nel 1266, è dal 1936 in restauro a cura della R. Soprintendenza ai monumenti: i lavori hanno messo in luce altri preziosi affreschi trecenteschi. L'arca del beato Odorico da Pordenone, che si trovava nella chiesa di S. Francesco, ed è ora nella chiesa del Carmine è stata ricomposta nel suo stato originale (1931).

La costruzione del palazzo degli uffici comunali, opera discussa che sorge accanto alla Loggia comunale, fu iniziata nel 1911 su disegno di Raimondo D'Arconco; il palazzo è decorato con statue di A. Mistruzzi e di F. Valerio.

Il disegno primitivo del castello di Udine (p. 604) è opera di Giovanni Fontana, preteso maestro del Palladio. A un intervento del Palladio in questo edificio hanno accennato il Milizia (Vite, 1768, p. 271) e il Temanfa (Vite, 1778 pp. 291, 298).

Da ricordare anche il palazzo del Monte di Pietà, con chiesa affrescata da Giulio Quaglia e la casa Sabbadini in Via Mercato Vecchio (sec. XVI) con facciata affrescata dal Grassi.

Altri edifici e monumenti da ricordare sono: il palazzo Antonini, ora Banca d'Italia, del quale il Palladio diede un disegno, ma che fu compiuto con tipiche forme friulane in modo diverso dal progetto; il palazzo dell'arcivescovado (sec. XVI-XVIII), il palazzo Bartolini (sec. XVII), il palazzo Antonini-Cernazai, ora Collegio Bertoni (sec. XVII); il palazzo Antonini, sede dell'Amministrazione provinciale (sec. XVII), con affreschi di G. Quaglia; il cimitero di San Vito (arch. Presani, secolo XIX); il Tempio ossario, imponente, non ancora finito (arch. A. Limongelli e P. Valle), che raccoglie le salme di 25.000 soldati italiani caduti nella guerra 1915-1918.

Tra le istituzioni culturali e didattiche sono da ricordare: l'Accademia di Udine, sorta il 13 agosto 1606 con la denominazione "degli Sventati" la quale si dedica allo studio e alla celebrazione delle scienze, delle lettere e delle arti, con particolare riguardo al Friuli, e stampa annualmente un volume di Atti; la Biblioteca civica (160.000 volumi; e antichi archivî); quella arcivescovile (22.000 volumi; incunaboli, manoscritti); la società filologica friulana "Graziadio Isaia Ascoli", fondata il 23 novembre 1919, che ha il fine di promuovere lo studio dei problemi culturali del Friuli, principalmente nel campo filologico, inerenti alla storia, alla tradizione e alla vita del popolo, in rapporto coi problemi culturali della nazione; la sezione per il Friuli della R. Deputazione di storia patria per le Venezie, che pubblica il periodico Memorie storiche forogiuliesi; il civico Istituto musicale "J. Tomadini", pareggiato (1925) ai regi Conservatorî; il R. Istituto tecnico industriale per costruttori aeronautici "G. da Udine"; il Collegio magistrale della Gioventù italiana del Littorio.

La provincia di Udine.

Costituisce gran parte della regione friulana (v. friuli, XVI, p. 91): il nome ufficiale è quello di Provincia del Friuli.

La provincia di Udine ha un'area di kmq. 7.162,93, e non ha avuto variazioni territoriali nell'ultimo decennio. Per quanto riguarda la posizione, l'aspetto fisico-geografico, il clima, ecc., vedi friuli.

Nel 1931 gli abitanti erano 718.245 e nel 1936 713.203. Si è avuta quindi in questi ultimi anni una leggiera diminuzione, pari al 0,7%.

La provincia, secondo i dati dei due ultimi censimenti, ha una densità di 100 ab. per kmq., distribuiti come segue nelle varie zone: montagna 36, collina 135 (138 nel 1931), pianura 167.

Costituita in totale di 171 comuni, che per la massima parte hanno da 1000 a 10.000 ab., rivela però, qualora si prenda in considerazione il numero complessivo dei centri (945) che la popolazione è distribuita in un numero abbastanza notevole di abitati.

Della popolazione presente della provincia risulta attiva circa la metà; tenendo conto delle regioni agrarie di montagna, collina e pianura si ha la percentuale massima di popolazione attiva per la prima, la minima per la seconda. Più della metà della popolazione attiva è dedita all'agricoltura e più di un quarto all'industria. L'artigianato, che è costituito da circa l'8% della popolazione attiva, rivela un massimo in pianura e un minimo in montagna.

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