UEBI SCEBELI

Enciclopedia Italiana (1937)

UEBI SCEBELI (A. T., 116-117)

Luigi di Savoia

SCEBELI Fiume che nasce nella Etiopia meridionale e traversa la Somalia Italiana. Viene chiamato Uabi, o Fiume, nella parte più alta del suo corso, prossima alle sorgenti, Uebi Sidamo nella sua parte media, e Uebi Scebeli a S. del territorio degli Sciaveli, nella Somalia Italiana.

L'Uabi nasce in una savana, a 2680 m. s. m., a 6° 50′ lat. N. e 38° 42′ 39″ long. E., in un luogo chiamato Hoghisò, sul confine di tre territorî, Arussi, Bale e Sidamo e termina dopo un percorso di circa 2500 km. (1670 km. in linea d'aria) in una palude senza alcuno sbocco in territorio dei Balli, nella Somalia meridionale, a non gran distanza dalla costa somala e dalla foce del Giuba. Il bacino imbrifero si può valutare a circa 200.000 kmq. Nel suo insieme, il fiume, dalle origini alla sua terminazione, descrive un grande arco di cerchio verso oriente. Nei primi 100 km. del suo corso si dirige a ENE., attraversando la vasta conca di Ghedeb, antico bacino lacustre, priva di vegetazione arborea, salvo sulle pendici superiori dei monti che la circondano, alti fra i 2700 e i 4000 m. s. m.; scorre in un letto d'erosione scavato nel fondo della valle, e riceve numerosi affluenti; i più considerevoli, sulla riva destra, provengono dai monti che lo separano a S. dal bacino del Ganale, uno dei principali tributarî del Giuba.

Il fiume esce dall'estremità orientale della conca Ghedeb a una altitudine di 2360 m., e precipita con due imponenti cascate di 140 e di 70 metri e con una serie di rapide in un cañón di erosione, abbassandosi 1200 m.; poi scorre in un fondovalle scendendo altri 800 m. circa, fino a raggiungere la quota di m. 392 a Malca Dube. In questo tratto, di oltre 500 km., il fiume si volge due volte a N., per poi piegare a SE., indi a S., e riceve considerevoli affluenti, alimentati da tributarî in gran parte perenni, dai monti che formano il fianco sinistro della valle, territorio orientale degli Arussi. Gli affluenti della riva destra, provenienti dallo spartiacque fra l'Uabi e l'Ueb, sono asciutti nella stagione di magra; fra questi, due tributarî con ampî letti, il Dare e il Darrò, quando sono in piena, portano all'Uabi acqua salata. Lo stesso si dica del Dawadid, affluente di sinistra a valle di Malca Dube. In tutta la regione del Bale, traversata dall'Uebi Sidamo, è manifesto l'enorme lavoro di erosione compiuto dalle acque. Sulle pendici orientali dell'altipiano etiopico vi sono boschi di ginepri e podocarpi; sotto i 1500 m. comincia la boscaglia somala; gli alvei dei fiumi sono orlati da boschi di palme dum.

Da Malca Dube a Sulsul, presso l'antico confine della Somalia Italiana (188 m. s. m.), l'Uebi Sidamo percorre il bassopiano del territorio del Bale orientale e del Harar meridionale per 390 km. in linea d'aria, e circa 625 effettivi. Gli affluenti sono qui meno numerosi e importanti di quelli della porzione superiore. Non ve ne sono più affatto a valle di Sulsul, nel percorso del fiume attraverso la parte più bassa della Somalia, dove è detto Uebi Scebeli. Questo tratto è lungo 1120 km., o 700 km. in linea d'aria; ed è diretto da N. a S. fino a Balad, poi da NE. a SO., parallelamente alla costa, fino alla palude dei Balli, dove termina, dopo essersi diviso in varî rami nell'ultima porzione.

Probabilmente, in epoca remota, l'Uebi Scebeli e il Giuba sboccavano entrambi in un lago che doveva stendersi lungo la duna costiera da Mahaddei ai Balli, e che sfociava nell'Oceano Indiano a Chisimaio, dove sbocca ora il Giuba. Questo lago venne gradatamente colmato dal materiale portato dall'Uebi Scebeli; e, col mutare delle condizioni climatiche, diminuendo la portata di questo ultimo, mentre le sponde del Giuba crescevano in altezza, si venne otturando il suo sbocco nel Giuba, e si formò l'impaludamento della sua porzione terminale; così come è accaduto del Fafan, che fu un tempo tributario dell'Uebi Sidamo, e ora non lo raggiunge più, e si perde in un padule.

A causa della mancanza di una foce, sia nell'Oceano Indiano, sia nel Giuba, e della costa inospitale dietro cui scorre il fiume nel suo ultimo tratto, la sua stessa esistenza, salvo qualche incerto accenno dei geografi arabi, fu ignorata fino al 1843, quando venne scoperto e ne fu constatato il corso a settentrione di Brava, di Merca e di Mogadiscio dall'ufficiale di marina inglese W. Christopher. Molto più tardi fu rilevata sistematicamente la parte più bassa del fiume e venne risolta l'incognita della sua terminazione per opera della Società Geografica Italiana e del governo della Somalia. Oltre i confini della colonia italiana, fra il 1884 e il 1902, varî esploratori, fra cui un buon numero d'Italiani, più d'uno dei quali fu vittima del suo ardimento, come il Chiarini, il Sacconi e il Ruspoli, percorsero itinerarî che attraversavano il fiume in varî punti della parte media del suo corso tra i monti, e taluni lo seguirono anche per qualche tratto. Nessuno però s'era prefisso il compito di esplorare il fiume nel suo intero percorso, di ricercarne le sorgenti, accertare il numero, l'identità e la posizione degli affluenti, fino alla spedizione organizzata e diretta da S. A. R. il Duca degli Abruzzi, fra l'ottobre 1928 e il febbraio 1929. Questa eseguì per la prima volta un rilevamento completo del fiume dalle sue sorgenti alla Somalia Italiana, salvo un tratto di circa 100 km., che permise di costruire una carta alla scala di 1:250.000. Le misurazioni della portata del fiume in varî punti del suo percorso, la constatazione del numero e dell'importanza dei suoi affluenti, i campioni di acqua raccolti per l'analisi, le notizie climatologiche raccolte dalla spedizione, permisero di tracciare una descrizione generale del bacino imbrifero, e anche uno schema preliminare della sua geomorfologia. Furono anche raccolti gli elementi per uno studio etnografico delle tribù che vi abitano e campioni della fauna e della flora.

L' Uabi-Uebi Scebeli è alimentato dalle piogge che cadono sui monti elevati dell'altipiano etiopico. Nella regione delle sorgenti e nel Ghedeb, sopra i 2500 m., vi cadono piogge di grande intensità quasi tutto l'anno, dal febbraio alla fine di novembre. Il basso della conca partecipa del clima delle regioni degli Arussi, dei Sidamo e del Bale, legato all'alterna direzione dei monsoni. Solo in piccolo numero gli affluenti dell'alto Uabi sono perenni; gli altri si riducono nella stagione asciutta a poca acqua, o si disseccano del tutto. Il fiume ha la sua portata massima a Malca Dube. Poi, entrando nel bassopiano, il letto diventa semipensile, con una lievissima pendenza (0,32 al km.), salvo alcune brevi rapide. Qui incominciano a verificarsi gli straripamenti, o diffluenti. Sebbene un residuo dell'acqua straripata rientri nel fiume a valle della zona allagata, le perdite causate dall'infiltrazione e dall'evaporazione, non compensate dagli scarsi e magri affluenti, spiegano il fatto paradossale della progressiva diminuzione nella portata del fiume a valle di Malca Dube. Questi straripamenti sono provvidenziali valvole di sicurezza, che salvano le regioni più fertili della Somalia, irrigate dal fiume, da disastrose inondazioni nella stagione delle piogge.

Il corso tortuoso del fiume, le rapide, le grandi variazioni stagionali della portata, e l'ingombro di tronchi d'alberi caduti, non consentono di organizzare la navigazione.

Per l'utilizzazione delle acque dell'Uebi Scebeli a scopo irrigatorio, v. somalia. (V. tavv. LXXXIII e LXXXIV).

Bibl.: Luigi Amedeo di Savoia-Aosta, duca degli Abruzzi, La esplorazione dello Uabi-Uebi Scebeli, dalle sue sorgenti nella Etiopia meridionale alla Somalia italiana (1928-29), Milano 1932.

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