NESPOLO, Ugo

Enciclopedia Italiana - V Appendice (1993)

NESPOLO, Ugo

Alexandra Andresen

Pittore, nato a Mosso S. Maria (Vercelli) il 29 agosto 1941. Compiuti gli studi artistici presso l'Accademia Albertina a Torino, entra in contatto con L. Fontana, M. Pistoletto ed E. Baj. Nel 1966 esordisce con due mostre personali a Roma e a Torino. L'anno seguente, attratto dalle possibilità tecniche ed espressive della cinematografia sperimentale, presenta alla galleria Schwartz di Milano il suo primo cortometraggio, Grazie Mamma Kodak. Vincitore nel 1975 del premio Bolaffi, ha presentato le sue opere in numerose mostre personali e collettive in Europa e negli Stati Uniti, tra le quali particolarmente significative le retrospettive di Genova (La bella insofferenza, 1986) e di New York (A fine intolerance, 1992).

Ha partecipato, tra l'altro, alla rassegna Arte e cinema allestita nel 1976 presso il Centro internazionale di Brera; a diverse edizioni della Biennale di Venezia (1976, 1978, 1980); alla xii Quadriennale di Roma nel 1992; una mostra, Nespolo: le cinéma diagonal è stata organizzata nel 1984 dal Centre Georges Pompidou a Parigi. Autore di una serie di videosigle per la seconda rete RAI, N. ha inoltre creato le scenografie e i costumi teatrali per la Turandot di F. Busoni, nel 1987, al Grand Opera Theatre di Stanford, e per il Don Chisciotte di G. Paisiello, presentato al Teatro dell'Opera di Roma nel 1990; è anche autore di disegni per tessuti e arazzi, manifesti pubblicitari e ceramiche dipinte. Vive e lavora tra Torino e New York.

Dal 1965 ai primi anni Settanta, l'opera di N. è caratterizzata da un'intensa e coerente ricerca sperimentale che, muovendosi nell'ambito della Pop art e delle soluzioni neo-dada, s'incentra sul rapporto ludico tra arte e immagine (Harlequin, 1961). I soggetti di N., derivati dai miti e dagli stereotipi della civiltà dei consumi, vengono scomposti e ironicamente ricomposti in accattivanti puzzles dalle tinte vivaci (Il Museo, 1973; Guardare Klein, 1974; True West, 1983) o combinati, con numeri e lettere, in caleidoscopici intarsi, attraverso una raffinata tecnica artigianale che esprime il suo inequivocabile segno pittorico (Chi vola vola, chi non vola vuole, 1982; I numeri sghembi, 1985). Senza rinunciare a un costante aggiornamento, le opere degli anni Ottanta rielaborano i risultati della precedente ricerca attraverso l'uso dei materiali più diversi (ebano, plastiche, ricami, argento, ecc.) e propongono nuove tematiche che, accanto a citazioni futuriste (La corsa delle 10.000 miglia, 1983; Dentro Depero, 1984), rappresentano malinconici interni, scorci di New York o immagini giocose desunte dal repertorio iconografico proprio del mondo infantile (Taco Rico, 1980; L'elefante e la ballerina, 1981; Volo pindarico, 1986); grandi collages dipinti su carta da spolvero divengono talvolta studi per più vaste composizioni in legno (A testa in giù, 1986). Vedi tav. f.t.

Bibl.: A. Galvano, Dodici disegni di Ugo Nespolo, Torino 1966; E. Crispolti, Ugo Nespolo, Milano 1970; R. Barilli, Dall'oggetto al comportamento, Roma 1972; E. Baj, La Patafisica, Milano 1982; G. Almansi, P. Levi, L. Cabutti, Nespolo, ivi 1991. Cataloghi di mostre: G. Dorfles, Artificialmente naturale, San Benedetto del Tronto 1969; AA.VV., Simbad il marinaio, Milano 1972; F. Poli, Il quadro nel quadro, Torino 1977; Janus, Cinema è Cinema: da Nespolo a Nespolo, Ferrara 1982; AA.VV., La bella insofferenza, Milano 1986; L. Caprile, Il mondo al terzo fuoco. Nespolo ceramista, Faenza 1990; AA.VV., A fine intolerance, New York 1992.

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