FORNI, Ulisse

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 49 (1997)

FORNI, Ulisse

Angela D'Amelio

Nacque a Siena il 5 dic. 1814 da Giovanni e Angela Pistorozzi. Madrina di battesimo fu la nobildonna Teresa Borghini, vedova Vecchi, presso la quale probabilmente i genitori erano a servizio.

Dal 1827 al 1835 il F. frequentò l'istituto d'arte di Siena diretto in quel periodo da F. Nenci. Durante gli anni di studio partecipò più volte ai concorsi scolastici annuali ottenendo numerosi premi. Il 7 dic. 1835 il F. risulta ammesso tra gli allievi dell'Accademia di S. Luca a Roma e della scuola di nudo. Nel 1836 tornò a Siena per partecipare al concorso per l'alunnato Biringucci di pittura che vinse nel luglio ex aequo con A. Maffei.

Presso la Società di esecutori di pie disposizioni erede della Compagnia dei disciplinati, cui spettava il compito di amministrare il lascito Biringucci, sono conservati tre saggi del F.: una Madonna col Bambino, copia di un quadro del Garofalo, un Nudo virile e una copia della tela del Caravaggio raffigurante S. Giovanni Battista conservata nella Galleria Doria Pamphilj di Roma (Pignotti, 1916, pp. 65 s.; L'Istituto d'arte di Siena, 1986, p. 42).

Il soggiorno romano del F. proseguì fino all'inizio del 1842. In questo periodo, pur tra notevoli difficoltà economiche, il F. studiò assiduamente, partecipando quasi ogni anno ai concorsi indetti dall'Accademia di S. Luca. Nel 1839 ottenne il primo premio per la "copia di un modello vivo" (Torresi, 1994, pp. 199 s., fig. 3). Nel 1844 presentò la propria candidatura al posto di "aiuto al Maestro di disegno" presso l'Accademia di belle arti di Firenze. Il F. non vinse, ma fu notato da A. Ramirez di Montalvo, presidente dell'Accademia e direttore delle Gallerie fiorentine. L'anno dopo, il F. ottenne l'incarico di "aiuto ai Restauratori delle R. R. Pitture" (ibid., p. 201). Da questo momento in poi il F. lavorò ininterrottamente eseguendo innumerevoli perizie e restauri sia a Firenze, sia nei dintorni della città, spesso in piccole pievi dimenticate e di difficile accesso.

A tal proposito si ricordano la relazione stesa nel 1847 insieme con C. Pini sullo stato di conservazione di tre dipinti su tavola nella "Badia al Borgo sopra Marradi", e, sempre nello stesso anno, insieme con F. Acciai, sulla pala d'altare della chiesa di "Pieve a Celle presso Pistoia" (ibid., p. 202).

Nel 1848 il F. si sposò con Emilia Barducci. L'anno successivo la direzione degli Uffizi fu affidata a Luca Bourbon Del Monte. Il F. godette della massima stima e fiducia anche del nuovo direttore come è dimostrato dalla mole di lavoro affidatagli.

Nel 1850, ad esempio, il F. eseguì il delicato restauro sul dipinto raffigurante Venere baciata da Amore - attribuito al Pontormo su cartone di Michelangelo - dal quale bisognava eliminare il panneggio aggiunto in epoca successiva senza scalfire la delicata superficie pittorica.

Dopo una breve interruzione dell'attività attorno al 1855, dovuta ad una grave alluvione e ad un'epidemia di colera che colpirono Firenze, il F. fu incaricato dalla direzione delle Gallerie fiorentine, insieme con F. Acciai e C. Pini, di catalogare tutte le pitture conservate nei magazzini della villa di Poggio Imperiale, del palazzo della Crocetta, di palazzo Pitti, di palazzo della Signoria. Il lavoro fu portato a termine un anno dopo.

Il 24 nov. 1862 il F. fu promosso dalla direzione delle Gallerie degli Uffizi secondo restauratore; in questo stesso anno gli venne affidato l'importante progetto di restauro degli affreschi del Vasari nel salone degli Elementi in palazzo della Signoria.

Gli incarichi di lavoro si susseguirono ininterrottamente anche nell'ultimo decennio di vita del F.: perizie su singole opere o intere collezioni, sia pubbliche sia private, progetti e relazioni tecniche di restauro, pareri, spesso in polemica, su restauri condotti da altri.

Alla fine del 1864 il ministero della Pubblica Istruzione invitò il conte G. Secco Suardo "dilettante libero da scadenze di lavoro" (Conti, 1981, p. 84) a tenere una serie di lezioni sul "Trasporto dei dipinti e delle pitture murali su un nuovo supporto". Contemporaneamente all'edizione milanese (1866) del Manuale ragionato per la parte meccanica dell'arte del ristauratore dei dipinti del Secco Suardo, il F. pubblicò a Firenze Il manuale del pittore restauratore.

Il Secco Suardo nella seconda edizione (Milano 1869) della propria opera criticò aspramente l'opera del Forni. Ed è proprio in virtù di tale polemica che la figura e l'operato del F. sono stati ricordati per molti anni. Al contrario, l'importanza innovativa del Manuale… appare notevole. Esso rappresenta infatti uno dei primi tentativi di fare del restauratore una nuova e più moderna figura professionale, non più vincolata all'immagine settecentesca del peintre-restaurateur.

Divenuta Firenze nel 1865 capitale d'Italia, al F. fu affidato il progetto di restauro del soffitto dipinto nel salone dei Cinquecento in palazzo Vecchio, adibito a Camera dei deputati. Nello stesso anno il F. fece parte della commissione nominata per giudicare il metodo Pettenkofer ideato per la rigenerazione delle vernici dei quadri antichi, dando prova di notevole competenza (Conti, 1981, pp. 82 s.).

Il F. fece parte anche dell'Accademia toscana di arti e manifatture e pubblicò numerosi articoli su periodici e riviste d'arte dimostrando, tra i primi in Italia, grande interesse per i nuovi prodotti chimici industriali che si andavano affacciando sul mercato.

Il F. morì a Firenze il 10 maggio 1867.

Fonti e Bibl.: G. Pignotti, I pittori senesi della fondazione Biringucci (1724-1915), Siena 1916, pp. 61-67; A. Conti, Il manuale di U. F., in Storia dell'arte italiana (Einaudi), X, Torino 1981, pp. 81-83, 87; C. Giannini, Note sul restauro italiano del secondo Ottocento. La scuola fiorentina di G. Secco Suardo e il Morelli, in Paragone, XXXIII (1982), 391, pp. 44-55; G. Incerpi, Conservazione e restauro dei quadri degli Uffizi nel periodo lorenese, in Gli Uffizi. Quattro secoli di una galleria, Firenze 1982, p. 339; L'Istituto d'arte di Siena, Siena 1986, pp. 14 s., 38, 40, 42, 63; A. Paolucci, Il laboratorio del restauro a Firenze, Torino 1986, p. 12; A. Conti, Storia del restauro e della conservazione delle opere d'arte, Milano 1988, pp. 259, 261-271; B. Sani, Artisti, critici, restauratori, mercanti a Siena dallo storicismo al decadentismo, in Siena tra Purismo e Liberty (catal., Siena), Milano 1988, pp. 15-24; C. Giannini, Restauro e direzione museale a Firenze fra amministrazione lorenese e sabauda (1849-64), in Critica d'arte, LIV (1989), 19, pp. 87-93; F. Petrucci, Disegni dell'Ottocento della raccolta dell'Istituto di belle arti di Siena (catal., Siena), Poggibonsi 1991, p. 46; C. Giannini, G. Secco Suardo: connaisseur o restauratore?, in Kermes, 1992, n. 13, pp. 53-59; Id., Lessico del restauro. Storia tecniche strumenti, Firenze 1992, pp. 109-124; A.P. Torresi, La foderatura dei dipinti in Italia dall'Ottocento al Novecento, Ferrara 1993, pp. 9-20; Id., Per una biografia del pittore e restauratore U. F. , in OPD Restauro, 1994, n. 6, pp. 197-211 (con bibl.); Id., Note in margine ad alcuni scritti di U. F., ibid., 1995, n. 7, pp. 204-215; Id., L'Ottocento da riscoprire. Arte e restauro nella vita e negli scritti di U. F., A. Mantovani e C. Linzi, Ferrara 1995, pp. 7 s., 11-13, 21-57.

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