BENIGNI, Umberto

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 8 (1966)

BENIGNI, Umberto

Pietro Scoppola

Nato a Perugia il 30 marzo 1862, studiò nel seminario perugino e ricevette gli ordini sacerdotali il 20 dic. 1884. Nel 1885 pubblicò in Perugia l'opuscolo Arabia primitiva e nel 1887, in due fascicoli, L'Africa biblica.

Dedicatosi al giornalismo, diresse fra il 1887 e il 1892 Il piccolo monitore, poi divenuto Il monitore umbro, giornale cattolico locale, e nel 1892 fondò, sempre a Perugia, La rassegna sociale, di orientamento cristiano sociale, che durò sino alla fine del 1903

Redattore capo, a Genova, dell'Eco d'Italia dal maggio 1893 al luglio 1895, passò successivamente a Roma come addetto alla Biblioteca Vaticana. Fra il 1897 e il 1898 pubblicò lo studio Die Getreidepolitik der Päpste, (Berlin) s.d., in difesa della politica agraria dei papi e della Curia romana. Proseguiva intanto l'attività giornalistica come redattore, poi direttore (ottobre 1900-agosto 1904), della intransigente Voce della verità; insegnò anche storia ecclesiastica prima al Pontificio seminario romano (1901-1904), poi al Collegio urbano di Propaganda Fide, al Seminario vaticano e, più tardi (dal 1909), storia ecclesiastica e stile diplomatico all'Accademia dei nobili ecclesiastici. Pubblicò pure, in questo periodo, un Historiae ecclesiasticae repertorium (Siena 1902), e, dal novembre 1902, diede Vita alla rivista Miscellanea di storia ecclesiastica, che, nel maggio 1904, assunse il titolo di Miscellanea di storia ecclesiastica e di teologia positiva, nel maggio 1905 quello di Miscellanea di storia e di cultura ecclesiastica e cessò le pubblicazioni nell'agosto 1907. Alla rivista è stata attribuita l'introduzione per la prima volta (gennaio 1904), nella pubblicistica, del termine "modernismo".

Frattanto la carriera ecclesiastica del B. si svolgeva rapida: nel novembre 1902 era nominato membro della commissione storico-liturgica istituita da Leone XIII presso la Congregazione dei riti; nel novembre 1904 diveniva minutante alla Congregazione di Propaganda Fide; nel maggio 1906 era nominato sottosegretario alla Congregazione degli Affari ecclesiastici straordinari e il 28 ag. 1906 prelato domestico di S. Santità. Trasferita quindi la sua abitazione in Vaticano, e addetto al servizio stampa della Segreteria di Stato, iniziò il periodo più importante e più denso della sua attività.

Il B., che negli anni del pontificato di Leone XIII aveva manifestato orientamenti cristiano-sociali, pur nel quadro di una impostazione intransigente, sotto il nuovo pontificato mise la sua instancabile attività al servizio della corrente così detta integrista, della quale diverrà uno dei maggiori animatori, nella lotta contro ogni forma, vera o presunta, di modernismo, contro la democrazia cristiana nelle sue varie espressioni europee, contro ogni orientamento liberale nel mondo cattolico. Favorì invece, specialmente in Francia, le correnti nazionaliste e monarchiche, e in particolare il movimento di Charles Maurras, l'Action française.

Al B. fu attribuita, senza fondamento, una qualche parte nella redazione dell'enciclica di condanna dei modemismo, Pascendi dominici gregis, dell'8 settembre 1907(A. Loisy, Mémoires, Paris 1930-31, II, pp. 566, 569, 574; J. Rivière, Quirédigea l'encyclique Pascendi?, in Bulletin de littérature ecclésiastique, LXVI[1946], pp. 143-242). Ma già prima della condanna pontificia era comparsa, per iniziativa del B., nel maggio 1906 (dapprima ciclostilata, dal maggio 1907stampata), la quotidiana Corrispondenza romana, un foglio rivolto essenzialmente a denunziare gli sviluppi, l'infiltrazione e i pericoli delle correnti innovatrici. All'inizio del 1908 il B. lasciò la sua abitazione in Vaticano per stabilirsi in un appartamento al corso Umberto I (la così detta Maison Saint Pierre), ove installò la redazione della Corrispondenza romana, che dal 1° ottobre 1909 comparve in edizione francese sotto il titolo di Correspondance de Rome, e la sede centrale di una organizzazione da lui fondata, il Sodalizio S. Pio V, detto più comunemente Sodalitium Pianum (o Sapinière).

Fu, questa, una organizzazione segreta, anche se nota alla Curia, guidata da Roma dal B. stesso, direttore generale, e da una "dieta" formata da un segretario (sino al 1911 il sacerdote G. Verdesi, passato poi ai metodisti, successivamente il padre G. Saubat), e da alcuni assistenti (fra i quali i sacerdoti G. Brunner e G. Falsacappa), articolata alla periferia in una serie di circoli (Conferenze di S. Pietro, o Confiseries). I membri si impegnavano a professare un cattolicesimo intransigente, papale, antimodemista e antiliberale, e raccoglievano notizie sulle condizioni religiose dei vari paesi, controllavano le manifestazioni di pensiero e l'operato dei laici, del clero, di ogni organizzazione cattolica e dei vescovi stessi, convogliavano verso Roma informazioni e denunzie.

Alla Correspondance altri fogli di identica ispirazione si unirono nei vari paesi, più o meno direttamente affiliati all'organizzazione segreta del Benigni.

Fra essi erano La critique du libéralisme, fondata il 15 ott. 1908 da E. Barbier (che fra il 1911 e il 1912 fu interdetta da trenta vescovi francesi), La vigie, fondata il 5 dic. 1912 dall'abate P. Boulin (pseudonimo R. Duguet) a Parigi, La correspondance catholique, fondata dall'avv. Jonckx a Gand, Die Petrus Blätter di Treviri e la Liguria dei popolo, diretta da don G. Boccardo. Dal gennaio 1912 funzionò anche una Agenzia internazionale Roma, che raccoglieva le notizie giudicate troppo forti per la Correspondance de Rome. Vi furono anche fogli a uso interno dei soci dei sodalizio, come i bollettini Borromaeus e Paulus, che avevano il compito di impartire direttive di azione. Per la loro corrispondenza il B. e i suoi soci si valsero di un linguaggio convenzionale o cifrato. Il B. si servì di numerose firme (Secondo N. Fontaine [cfr. bibl.]: Ars, Charles, Arles, Charlotte, Lotte, Kent, Jérôme, Ringer, Amie O., ecc.).

Quel tanto dell'attività del sodalizio che poté trapelare e le campagne giornalistiche coordinate dei vari fogli affiliati suscitarono, oltre che polemiche e proteste in ambienti laici, specie in Francia in relazione alle discussioni sulla separazione fra Chiesa e Stato, gravi riserve e obiezioni negli ambienti cattolici e nella stessa Curia romana. Sta di fatto che nel marzo 1911 il B., nominato protonotario apostolico partecipante, lasciò il suo posto di sottosegretario agli Affari ecclesiastici straordinari e che, nonostante le trattative avviate, non ottenne mai un'approvazione canonica formale per il suo sodalizio, anche se non mancarono autografi di lode da parte di Pio X e una sovvenzione annua di lire mille. La Correspondance de Rome, poi, che nel giugno 1911 il segretario di Stato, cardinale R. Merry del Val, aveva qualificato, in una conversazione con un vescovo tedesco, né ufficiale né ufficiosa come espressione degli orientamenti della S. Sede, e che, nel luglio dello stesso anno, era stata severamente biasimata dal nunzio apostolico di Baviera, mons. A. Fruhwirth, cessò alla fine del 1912.

Più forte si fece l'opposizione al B dopo la morte di Pio X. All'inizio del 1914 mons. E.I. Mignot, arcivescovo di Albi, aveva inviato al cardinal D. Ferrata, segretario di Stato di Benedetto XV nei primi mesi del suo pontificato, una memoria nella quale era apertamente denunziata e vivacemente stigmatizzata l'attività del B. e dei suoi collaboratori, giudicata "opera nefasta perché opera di divisione realizzata attraverso la maldicenza, la calunnia, e una dimenticanza totale delle regole elementari della carità cristiana" (la memoria, pubblicata dal periodico Mouvement des idées et des faits fra il gennaio e il maggio 1924, è riprodotta in appendice a N. Fontaine, pp. 121-137). L'enciclica di Benedetto XV Ad beatissimi (1° nov. 1914) disapprovò l'uso dell'espressione "cattolici integrali", e l'atteggiamento di coloro che, non autorizzati, pretendevano di erigersi a maestri nella Chiesa.

Frattanto il sodalizio era stato sciolto il 22 ag. 1914, ma non era cessata la sua attività, e fu ricostituito formalmente nell'estate del 1915. All'indomani della guerra un'inattesa luce fu gettata sull'organizzazione segreta del B. dalla pubblicazione di un incartamento sequestrato a Gand, durante l'occupazione tedesca, presso l'avv. Jonckx (Mémoire sur la Sapinière, pubblicata dalla rivista Mouvement des idées et des faits, marzo-maggio 1923, e ripubblicata da N. Fontaine, pp. 139-153). Il 24 nov. 1921 il sodalizio fu definitivamente sciolto. Ma non cessò, ancora una volta, l'attività del B. che, trasferitosi frattanto in via Arno, proseguì la campagna integrista, specie in favore dell'Action frangaise, attraverso varie agenzie di stampa: l'agenzia Urbs e, dal 1923, il C.V.D.S. (Comité "Veritas" de documentation sociale).

Nonostante questa complessa attività, che per molti aspetti resta ancora da chiarire, il B. non abbandonò la sua opera di studioso di storia della Chiesa e di scrittore: tra il 1907 e il 1933 comparve la sua Storia sociale della Chiesa (Milano, Vallardi); nel 1920 aveva pubblicato frattanto le lezioni tenute all'Accademia dei nobili ecclesiastici sotto il titolo Manuale di stile diplomatico, specialmente ad uso del servizio ecclesiastico (Firenze 1920).

La Storia sociale della Chiesa, grossa opera di compilazione, di scarso valore critico, doveva abbracciare, nel disegno primitivo dell'autore, tutta la vita della Chiesa nei suoi rapporti esterni, nelle sue relazioni cioè con la società e con la civiltà umana. Dell'opera sono comparsi i primi cinque volumi, in sette tomi: l'esposizione si estende dalle origini sino all'inizio del secolo XIV. Nella prefazione al primo volume il B. precisava la prospettiva e la finalità del suo lavoro: distingueva fra il "regno" della Chiesa, formato dai cattolici, e l'"impero" della Chiesa stessa, che riguarderebbe anche i non cattolici, la società e la civiltà in genere, e affermava che "per assecondare, rafforzare e diffondere la restaurazione religiosa, spirituale della società, cioè il regno della Chiesa, bisogna rafforzare e diffondere la sua azione esterna, la sua vita sociale, il suo impero" (p. XVII).

Così il B. indicava uno dei presupposti di fondo dell'atteggiamento integrista: la considerazione prevalente cioè, nella vita della Chiesa, per le istituzioni e per le strutture rispetto allo spirito e ai valori interiori.

Il B. morì a Roma il 26 febbraio 1934.

Fonti e Bibl.: A. Pelzer, necr., in Revue d'histoire ecclés., XXX (1934), I, p. 502; E. Barbier, Histoire du cathol. libéral et du cathol. social en France, V, Bordeaux 1923, pp. 227 ss.; N. Fontaine, Saint-Siège, "Action francaise"et "Catholiques intégraux s, Paris 1928. pp. 57 ss., 119 ss., 138 ss.; J. Rivière, Le modernisme dans l'Eglise. Etude d'histoire religieuse contemporaine, Paris 1929, pp. 513 ss.; J. Schmidlin, Papstgeschichte der neuesten Zeit, III, München 1936, pp. 82, 162-169, 176; A. Gramsci, Note sul Machiavelli, sulla politica e sullo Stato moderno,Torino 1949, pp. 263-265, 266, 269-27 1, 272, 278; F. Antonelli, Romana beatificationis er canonizationis Servi Dei Pii Papae X disquisitio, circa quasdam obiectiones modum agendi Servi Dei respicientes in modernismi debellatione, una cum summario addirionali ex officio compilato, Typis poliglottis vaticanis, 1950, pp. 197-204; L. Davallon, La Sapinière ou brève histoire de l'organisation intégriste, in Chroniaue sociale de France, XXXVI, 15 maggio 1955, pp. 241-261; M. Blondel et A. Valensin, Correspondance (1899-1912), II, Paris 1957, pp. 126-131, 340-341; F. Fonzi, Dall'intransigentismo alla democrazia cristiana, in Aspetti della cultura cattolica nell'età di Leone XIII, Atti del convegno tenuto a Bologna il 27-28-29 dicembre 1960, Roma 1961, pp. 332, 340, 356, 359, 415; P. Scoppola, Crisi modernista e rinnovamento cuttolico in Italia, Bologna 1961, pp. 232, 329, 330, 332, 357; E. Poulat, Histoire, dogme et critique dans la crise moderniste, Tournai et Paris, 1962, p. 628; E. Weber, L'Action franpaise, Stanford, California (U.S.A.), 1962 (trad. franc., Paris 1964, pp. 250 ss.); E. Buonaiuti, Pellegrino di Roma, Bari 1964, pp. 39-40, 49, 85, 150, 520, 523; F. Malgeri, Storia della "Voce della verità", in Rass. di Polit. e di storia, X, n. 113 (marzo 1964), pp. 12-27.

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