Boccioni, Umberto

Enciclopedia dei ragazzi (2005)

Boccioni, Umberto

Manuela Annibali

Dipingere il movimento e scolpire lo spazio

Chi di noi ha mai pensato che camminando o correndo modifica lo spazio che lo circonda? O che il nostro stato d'animo si riflette anche nell'aria e nelle cose vicine? Al principio del Novecento, il pittore e scultore italiano Umberto Boccioni ha cercato di rappresentare visivamente queste idee. Con altri artisti ha inventato il futurismo: un movimento che vuole rappresentare la vita moderna in tutto il suo dinamismo.

Gli studi

Nato a Reggio Calabria nel 1882, dopo un'infanzia trascorsa in varie città italiane, nel 1901 Boccioni giunge a Roma e si iscrive all'Accademia di belle arti. Qui conosce il pittore Gino Severini e insieme frequentano lo studio di Giacomo Balla, artista già affermato. Boccioni vi apprende la cosiddetta tecnica divisionista: un tipo di pittura basata sull'uso di colori puri, non mescolati tra loro e disposti sulla tela in piccole pennellate affiancate densamente. Nel 1910 incontra il poeta e scrittore Filippo Tommaso Marinetti: un carattere rivoluzionario che l'anno prima aveva pubblicato a Parigi il Manifesto del futurismo, un vero e proprio programma per rinnovare l'arte, la letteratura e la vita. Dalle discussioni con questi amici, prende avvio il futurismo in pittura e in scultura e Boccioni ne diventa uno dei maggiori interpreti.

Il periodo futurista

Nel 1910 Boccioni firma il Manifesto dei pittori futuristi e La pittura futurista: manifesto tecnico, nei quali si legge: "Tutto si muove, tutto corre, tutto volge rapido"; e ancora: "le cose in movimento si moltiplicano, si deformano, susseguendosi, come vibrazioni, nello spazio che percorrono". Il pittore del nuovo secolo si trova di fronte a una realtà diversa: la città è una metropoli affollata, con tensioni politiche, automobili e biciclette che corrono. E poi ci sono i treni, i primi aerei e insieme il rumore, la concitazione. Come rappresentare tutto ciò? Nelle opere futuriste di Boccioni troviamo proprio questi temi: la velocità delle macchine, degli uomini e anche dei cavalli ("un cavallo in corsa non ha quattro gambe: ne ha venti"); la simultaneità, ossia la presenza di situazioni fisiche o temporali diverse nella stessa scena; lo stato d'animo.

Le opere

In una delle sue opere più famose, La città che sale del 1910-11, l'artista rappresenta la frenetica crescita di una città moderna: sullo sfondo un cantiere di un edificio in costruzione e, in primo piano, le forze del progresso che arrivano a cavallo di bestie inferocite, travolgendo i corpi e agitando gli animi. In Visioni simultanee, del 1911, Boccioni dipinge, nella stessa scena, una veduta d'interno, una donna nella sua casa, e una d'esterno, la strada con i palazzi e i passanti. In questa immagine si mescolano i dati reali della vita urbana e i pensieri della donna. Nella serie degli Stati d'animo, del 1911, il pittore vuole raffigurare lo stato d'animo umano che si riflette anche nell'aria e nelle cose vicine: il flusso di energia prodotto dalle emozioni si diffonde attraverso le linee e il colore.

Boccioni cerca di rappresentare il movimento e la fusione fra i corpi e lo spazio anche in scultura. Utilizza in una stessa opera materiali diversi, come il legno, la carta, il vetro e il metallo. La sua scultura più straordinaria è Forme uniche della continuità nello spazio, del 1913, che riproduce un uomo nell'atto di correre insieme con gli elementi esterni, come il vento e lo spostamento d'aria.

L'esperienza della guerra

Intorno al 1914 Boccioni attraversa un periodo di profonda crisi, provocata dal suo coinvolgimento attivo nella vita politica. Come molti altri futuristi, affascinati dagli aspetti eroici e dinamici della guerra, si schiera a favore della partecipazione italiana alla Prima guerra mondiale. Inizia una nuova fase artistica. L'artista torna a rappresentare figure piene, modellate secondo un tradizionale stile continuo. Di questo periodo è il Ritratto del maestro Ferruccio Busoni: un celebre musicista dell'epoca, teorizzatore di nuove frontiere musicali, precursore per certi aspetti anche della musica elettronica. Nel luglio del 1915 Boccioni si arruola volontario e parte per il fronte. L'anno successivo muore, presso Verona, per una caduta da cavallo.

© Istituto della Enciclopedia Italiana - Riproduzione riservata

CATEGORIE
TAG

Filippo tommaso marinetti

Prima guerra mondiale

Musica elettronica

Ferruccio busoni

Reggio calabria