Èco, Umberto

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Saggista, scrittore, filosofo e linguista italiano (Alessandria 1932 - Milano 2016). Autorevole studioso di semiotica, scienza nella quale ha visto l'icona di un sapere interdisciplinare, è anche brillante pubblicista e scrittore, autore di numerosi saggi e di alcuni romanzi di grande successo, fra i quali spicca Il nome della rosa (1980), giallo filosofico di ambientazione medievale.

Vita e opere

Prof. di semiotica all'univ. di Bologna (dal 1975, poi prof. emerito) presidente dal 2000 della Scuola superiore di studi umanistici della stessa università. Ha ricevuto numerose onorificenze (tra cui cavaliere di gran croce ordine al merito della repubblica italiana, 1996) e lauree honoris causa. E. ha allargato il suo originario ventaglio di interessi filosofico-letterarî testimoniati da Opera aperta (1962) e dall'adesione al Gruppo 63, nel progetto di un sapere interdisciplinare quale veniva configurandosi attraverso la nuova centralità delle scienze umane e il progresso delle comunicazioni di massa (Apocalittici e integrati, 1964; da ricordare Fenomenologia di Mike Bongiorno, 1963 e Il caso Bond, a cura di E. e O. Del Buono, 1965); sapere che ha ritenuto di riconoscere nella semiotica (La struttura assente, 1968; Trattato di semiotica generale, 1975), diventandone studioso autorevole, senza perdere l'originaria spregiudicatezza (Lector in fabula, 1979; I limiti dell'interpretazione, 1991). Di questa anzi ha continuato a dare prova con una brillante attività di pubblicista, in quotidiani e riviste, poi in volumi di successo (Diario minimo, 1963; Il costume di casa, 1973; ecc.). Notevole il successo dei suoi romanzi, Il nome della rosa (1980), in cui le competenze di filosofia medievale e di semiotica sono adibite alla concertazione di un "giallo" di grande respiro culturale ed efficacia narrativa, e Il pendolo di Foucault (1988); quindi la sua produzione si è arricchita con L'isola del giorno prima (1994); Baudolino (2000); La misteriosa fiamma della regina Loana (2004). Ha scritto ancora: Kant e l'ornitorinco (1997); Cinque scritti morali (1997); Tra menzogna e ironia (1998); Dire quasi la stessa cosa (2003), sui problemi legati alla traduzione da una lingua all'altra; A passo di gambero (2006), che raccoglie articoli e interventi scritti tra il 2000 e il 2005 su argomenti di attualità; Sator arepo eccetera (2006); Dall'albero al labirinto (2007); Non sperate di liberarvi dei libri (2009), insieme con lo sceneggiatore J.-C. Carriére; Vertigine della lista (2009); Il cimitero di Praga (2010); Costruire il nemico e altri scritti occasionali (2011); Scritti sul pensiero medievale (2012); Storia delle terre e dei luoghi leggendari (2013); il romanzo Numero zero (2015). Nel febbraio 2016, pochi giorni dopo la sua scomparsa, la casa editrice La nave di Teseo - che E. aveva fondato nel novembre dell'anno precedente con E. Sgarbi e, tra gli altri, S. Veronesi, E. Nesi, F. Colombo e N. Ordine - ha pubblicato il volume Pape Satàn Aleppe. Cronache di una società liquida, raccolta delle Bustine di Minerva apparse sull'Espresso a partire dal 2000, mentre tra le altre pubblicazioni postume si segnalano Sulle spalle dei giganti (2017) antologia di testi scritti per la Milanesiana, il saggio breve Il fascismo eterno (2018), intervento presentato nel 1995 a un simposio tenutosi presso la Columbia University, e la raccolta di interventi di Sull'arte. Scritti dal 1955 al 2016 (a cura di V. Trione, 2022).

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