NAVARRINI, Umberto

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 78 (2013)

NAVARRINI, Umberto

Floriana Colao

NAVARRINI, Umberto. – Nacque a Sarzana il 3 settembre 1870 da Michele e da Paola Mazzi.

Dopo aver compiuto gli studi giuridici a Pisa, ove ebbe docenti illustri quali Filippo Serafini, Carlo Francesco Gabba, Francesco Buonamici, Giuseppe Toniolo, David Supino, sotto la guida di quest’ultimo – titolare dal 1878 della cattedra di diritto commerciale e fondatore, nel 1883, con Serafini, de Il diritto commerciale. Rivista teorica e critica di giurisprudenza e legislazione – si laureò nel 1892 in giurisprudenza.

I primi scritti ebbero per oggetto temi rilevanti della disciplina commercialistica, regolata dal codice di commercio del 1882: Sui contratti di assicurazione sulla vita a favore di terzi, Torino 1895 (poi L’assicurazione della vita a favore di terzi, ibid. 1896); La clausola del “salvo incasso” per effetti annotati in conto corrente, ibid. 1897; Intorno alla natura giuridica dei titoli di credito: considerazioni ed indagini, ibid. 1898.

Nel 1897 divenne libero docente e insegnò diritto commerciale nelle Università di Urbino, Perugia, Sassari e Macerata. Presto considerato tra i più illustri protagonisti della ‘scuola italiana’, nel 1907 fu chiamato dall’lstituto superiore di scienze economiche e commerciali di Roma, di cui ricoprì a lungo anche l’incarico di rettore; nominato professore emerito dopo essere stato collocato a riposo nel 1940, rimase in quella sede a svolgere attività di ricerca e insegnamento fino alla morte.

Avvocato, autore prolifico, fece parte del consiglio di redazione di Diritto e pratica commerciale. Rivista giuridica ed economica; scrisse per Archivio giuridico, per la Rivista di diritto commerciale, per la Rivista di diritto civile. Pubblicò l’ampio Trattato teorico-pratico di diritto commerciale (I-VI, Milano 1913-26) e un Trattato elementare di diritto commerciale (I-II, Torino 1911), entrambi più volte aggiornati; diresse, inoltre, la Prima raccolta completa della giurisprudenza del Codice di commercio (I-IV, Milano 1916-18).

Discusse la dottrina privatistica e commercialistica nazionale ed europea, apprezzando in modo particolare Cesare Vivante e Levin Goldschmidt, e prestando attenzione più al dato economico e sociale del diritto commerciale che non alla costruzione di un sistema organico di principi tecnici. Mostrò interesse per gli aspetti processuali della materia, che volle applicata all’azienda, al mercato finanziario e alla legislazione sociale (I magazzini generali nella loro costituzione e funzione, Torino 1901; Le crisi di borsa e la legislazione commerciale, Macerata 1908; Sulla natura del diritto di impianto di tonnara, Sciacca 1912; Le pensioni operaie e il monopolio statale delle assicurazioni sulla vita, Torino 1911).

Specializzatosi in diritto societario, nel VII Congresso giuridico nazionale (Roma, ottobre 1911) tenne una apprezzata Relazione intesa a una riforma delle società per azioni, con un intervento che colse il rilievo politico e sociale del tema (Di una più efficace disciplina giuridica delle società per azioni, Roma 1911).

Il fenomeno societario fu tra gli argomenti più trattati da Navarrini: Sulla personalità giuridica delle società commerciali, Torino 1901; Trattato delle società e delle assicurazioni commerciali, ibid. 1901; Società di commercio e proprietà in mano comune, Firenze 1901; Società di commercio e proprietà in mano comune, ibid. 1901; Sulla costituzione simultanea delle società per azioni, Perugia 1905; Delle società e delle associazioni [ma lett. assicurazioni: sic!] commerciali, in Commentario al codice di commercio, XXXVI, Milano 1924, pp. 844-959; Lezioni sulle società commerciali, Roma 1929.

Nel 1919 fece parte della Commissione legislativa nominata dal guardasigilli Ludovico Mortara, presieduta da Cesare Vivante e incaricata della redazione di un nuovo progetto organico di codice di commercio (v. Rivista di diritto commerciale, XIX [1921], p. 522; ibid., XX [1922], p. 190). Negli anni fu tra i protagonisti del dibattito sul diritto commerciale, ricompreso entro rilevanti problemi giuridici, la vigenza del codice del 1882 e il coordinamento con la disciplina privatistica, le proposte per un codice unico delle obbligazioni, l’incontro della materia con il diritto corporativo, la scelta codicistica, tra duplicazione o unificazione.

Di fronte alle numerose leggi innovatrici degli anni Trenta, aggiornò i suoi lavori sulla cambiale e sul fallimento alla luce delle riforme (Le nuove disposizioni in materia fallimentare, Roma 1931; Trattato di diritto fallimentare secondo la nuova legislazione, ibid. 1934; La cambiale e l’assegno bancario secondo la nuova legislazione, Bologna 1937). Colse il «rafforzato impero dello Stato e le nuove esigenze delle contrattazioni nazionali e internazionali e i nuovi bisogni della collettività», ma asserì che il diritto corporativo modificava solo «in parte» il commerciale, senza «distruggerne lo spirito né soffocando l’iniziativa individuale». Affermò che la tendenza della materia ad «allargarsi» non avrebbe ostacolato la scelta del «molto discusso codice unico delle obbligazioni» (cfr. Trattato elementare di diritto commerciale, Torino 1935, p. 33).

A proposito del lungo iter codificatorio, destinato a sfociare nel progetto di codice di commercio del 1940 e nella sua incorporazione nel codice civile del 1942, prese atto che «il diritto commerciale tende sempre più a diventare il diritto delle imprese e delle aziende». Favorevole da anni all’unificazione, considerò la scelta del legislatore «fatalmente indicata come ultima fase della evoluzione così determinata e progressiva a cui è giunto il diritto commerciale» (cfr. Trattato teorico pratico di diritto commerciale, ibid. 1937, p. 30).

Morì a Roma il 4 agosto 1947.

Fonti e Bibl.: A. Rocco, La scienza del diritto privato negli ultimi cinquanta anni, in Riv. di diritto commerciale, IX (1911), p. 301; A. Asquini, Codice di commercio, in Enc. del diritto, Roma 1960, p. 252; N. U., in Nuovissimo Digesto italiano, Roma 1965, p. 78; A. Giannini, U. N., in Riv. di diritto commerciale, XLV (1947), pp. 382 s.; P. Sandulli, Le discipline privatistiche, in La Facoltà di Economia. Cent’anni di storia (1906-2006), a cura di Raimondo Cagiano de Azevedo, Soveria Mannelli 2006, p. 465.

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