Nòbile, Umberto

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Costruttore e comandante di aeronavi ed esploratore polare italiano (Lauro 1885 - Roma 1978). Autore di numerosi scritti tecnici, N. si distinse soprattutto nella progettazione e nella costruzione di dirigibili realizzando nuovi tipi di aeronavi in Italia e all'estero. N. è tuttavia universalmente noto per le due trasvolate del polo Nord, in particolar modo per la sfortunata spedizione del 1928 conclusasi drammaticamente, a causa della quale venne condannato da una commissione a dimettersi da tutte le cariche.

Vita e attività

Laureatosi in ingegneria nel 1908, passò dall'Amministrazione dei lavori pubblici a quella della guerra e fu direttore, durante la guerra mondiale, dello stabilimento di costruzioni aeronautiche; ammesso nel Genio aeronautico, alla formazione di questo corpo, col grado di tenente colonnello, vi raggiunse quello di colonnello e poi di generale. Prof. di costruzioni aeronautiche (1926-55) nell'univ. di Napoli. Dal 1918 al 1925 progettò e costruì nuovi tipi di aeronavi per l'Italia e per l'estero. Ideò il primo paracadute italiano e promosse la costruzione del primo aeroplano metallico in Italia. Costruì poi i dirigibili Norge e Italia: col primo, da lui comandato nel volo Roma-polo Nord-Alaska (13.000 km), partecipò alla spedizione Amundsen-Ellsworth-Nobile, promossa da R. Amundsen, attraversando la regione inesplorata del Mar Glaciale Artico tra il polo e l'Alaska e sorvolando il polo (1926); col secondo (1928) anch'esso da lui comandato, compì lunghi voli (134 ore) di esplorazione su regioni sconosciute a N della Groenlandia, Svalbard e Siberia, sorvolando il polo una seconda volta: ma nel ritorno, reso difficile dal maltempo, l'aeronave cadde sui ghiacci a N delle Svalbard. N. si salvò con alcuni compagni. La sua condotta fu allora oggetto di polemiche. Un'indagine sulle vicende della spedizione disposta dalle autorità politico-militari portò alla formulazione di critiche al suo comportamento. N. si dimise dall'Aeronautica (1929), ma fu fermamente difeso da esperti italiani e stranieri. Nel 1931 partecipò alla spedizione artica del Malyghin; dal 1932 al 1936 organizzò in URSS la costruzione di dirigibili. Nel 1945 su parere di apposita commissione, incaricata di riesaminare le critiche rivoltegli da quella del 1929, fu riammesso nell'Aeronautica. Fu deputato all'Assemblea Costituente (1946) come indipendente nella lista del Partito comunista. Ha pubblicato: In volo alla conquista del segreto polare (1927); L'"Italia" al Polo Nord (1929); La preparazione e i risultati scientifici della spedizione dell'«Italia» (1938); Posso dire la verità (1945); Addio Malyghin (1945); Umanità al bivio (1945); Quello che ho visto nella Russia sovietica (1946); La tenda rossa - Memorie di neve e di fuoco (1969); oltre a memorie scientifiche e tecniche di aeronautica e altro, e agli Elementi di aerodinamica (1954) nei quali per la prima volta ha trattato in modo sistematico le correnti superaerodinamiche.

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