PUPPINI, Umberto

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 85 (2016)

PUPPINI, Umberto

Daniela Felisini
Fernando Salsano

PUPPINI, Umberto. – Nacque a Bologna il 16 agosto 1884, da Raffaele (morto prima della sua nascita) e da Adele Rocchi.

Nella sua condizione di orfano, riuscì a portare a termine gli studi superiori grazie all’assistenza dell’orfanotrofio di San Bartolomeo. Nel 1903 si iscrisse al biennio propedeutico della facoltà di scienze matematiche dell’Università degli studi di Bologna e poi frequentò il triennio della Scuola di applicazione per ingegneri, laureandosi nel luglio del 1908 con il massimo dei voti e la lode. Subito dopo divenne assistente di fisica tecnica ed elettrotecnica presso l’Istituto diretto da Luigi Donati, il quale – in quegli anni – stava dando un notevole impulso all’applicazione della fisica matematica all’ingegneria. Nel 1912 ottenne la libera docenza presso la cattedra di idraulica, materia alla quale dedicò la gran parte della sua attività scientifica e accademica. Fu libero docente e incaricato di idraulica dal 1913 al 1920, poi di idraulica agraria presso la Scuola superiore di agraria di Bologna (1920-23), quindi di costruzioni idrauliche (1922-32).

Nel 1913 pubblicò uno studio sul principio di reciprocità per pozzi in falde freatiche e artesiane che nel 1915 gli valse il prestigioso premio Boileau, assegnato ogni tre anni dall’Accademia delle Scienze di Parigi, e il premio Francolini, conferito dalla Società ingegneri e architetti italiani; in quegli stessi anni si dedicò anche ad altre ricerche di importante ricaduta tecnico-pratica (sui profili di rigurgito nei canali ristretti, sul riscaldamento dell’acqua nelle condotte, sulle linee segnalatrici di possibilità climatica con utilizzazione estiva diversa dalla invernale).

Il 22 settembre 1913 sposò Luisa Giordani. Dal matrimonio nacquero quattro figli: Federica, Vittoria, Adele e Raffaele. Durante la Grande Guerra fu tenente di artiglieria: prestò servizio logistico per dieci mesi nella campagna 1916-17 e fu congedato con il grado di maggiore.

Nel 1920 fu nominato professore straordinario. Nel 1923 pubblicò uno studio sul calcolo dei canali di bonifica, perfezionato nel 1932, quando propose un procedimento rapido per il calcolo delle reti di canali, conosciuto a livello internazionale come ‘metodo italiano di calcolo’. Nel 1924 divenne professore ordinario di idraulica.

Nel gennaio del 1923 fu candidato al Consiglio comunale di Bologna in una lista elettorale promossa da un comitato di ‘partiti d’ordine’, tra cui il Partito nazionale fascista (PNF), al quale si iscrisse il 2 novembre 1923.

In seguito al successo della lista (oltre 40.000 voti), Puppini – nel marzo del 1923 – divenne sindaco. Inizialmente riluttante ad accettare per il timore di dover trascurare gli impegni accademici, dichiarò di assumere la carica al fine di restituire alla città il bene che da essa aveva ricevuto, con specifico riferimento all’istituto grazie al quale aveva potuto studiare.

Durante il mandato da sindaco, si occupò del risanamento del bilancio comunale e dell’avvio di un piano di interventi urgenti per la sistemazione delle fogne, delle strade e dei fabbricati scolastici.

Un intervento che ebbe in maniera particolare a cuore fu la costruzione di una nuova sede per la Scuola di applicazione per gli ingegneri. Nel maggio del 1924 comunicò al Consiglio dei professori di ingegneria la disponibilità dell’amministrazione municipale ad aumentare i contributi all’Università. La sua idea era quella di destinare i fondi soprattutto a opere edilizie e al potenziamento dei laboratori scientifici, mentre il direttore della Scuola e consigliere comunale Attilio Muggia avrebbe preferito assegnare i finanziamenti agli incarichi di insegnamento.

Puppini propose un finanziamento all’Ateneo della durata di 25 anni. Nel 1926 fu presentato al ministero della Pubblica Istruzione uno schema definitivo di convenzione fra tutti gli enti interessati al rinnovamento edilizio dell’Università di Bologna. Durante la XV riunione della Società italiana per il progresso delle scienze, organizzata a Bologna dal 30 ottobre al 5 novembre 1926, il piano fu presentato a Benito Mussolini, in visita alla città per le celebrazioni del quarto anniversario della marcia su Roma. Il 31 ottobre il sindaco Puppini si trovò seduto in auto accanto a Mussolini quando questi fu fatto oggetto dell’attentato da parte del giovane Anteo Zamboni: come è noto il proiettile non colpì Mussolini, attraversò il cappello a cilindro che Puppini teneva sulle ginocchia, andandosi a conficcare nella portiera dell’automobile.

Il 26 dicembre 1926, in seguito alla soppressione della carica elettiva di sindaco per l’entrata in vigore del nuovo ordinamento podestarile (l. 4 febbraio 1926 n. 237), Puppini fu sostituito con Leandro Arpinati, che assunse la carica di podestà.

Tornato all’insegnamento di idraulica, nel novembre del 1927 fu nominato direttore della Scuola di applicazione per ingegneri, incarico mantenuto sino al 1932, e portato avanti assieme all’impegno per il rinnovamento della sede anche presso il governo.

Finalmente con la legge dell’11 aprile 1930 n. 488 fu approvata la convenzione tra Stato ed enti locali per il riassetto edilizio delle scuole universitarie bolognesi. L’incarico di progettare la nuova sede – inaugurata nel 1935 – fu affidato a Giuseppe Vaccaro, già allievo della Scuola, scelto dall’Ateneo su proposta di Puppini e con l’approvazione di Mussolini.

Nel febbraio del 1929 l’Accademia delle scienze di Bologna, di cui Puppini faceva parte dal 1917 come membro onorario e dal 1924 come accademico, lo candidò alle elezioni politiche (con 23 voti su 24 accademici presenti). La lista unica nazionale su cui i cittadini erano chiamati a dare il voto era infatti costituita in base a indicazioni che venivano da organi politici, sindacali, corporativi, combattentistici, culturali. Nell’aprile del 1929 fu eletto deputato alla Camera del Regno nella XXVIII legislatura; durante il mandato fu presidente della giunta parlamentare per il bilancio (dicembre 1930-luglio 1932).

Nel 1931-32 fece parte del Consiglio superiore dei Lavori pubblici. Nel luglio del 1932 fu nominato sottosegretario alle finanze (carica che mantenne sino all’aprile 1934): il ministro Guido Jung gli affidò alcuni incarichi tecnici come la vigilanza sul Catasto, sui Monopoli di Stato e sulle aziende patrimoniali dello Stato (Canale Cavour, Salsomaggiore, Montecatini, Postumia, Taranto). In qualità di sottosegretario si occupò inoltre: dei rapporti con l’Istituto federale delle Venezie e con alcune aziende industriali; di aspetti tecnici e fiscali del settore degli autotrasporti; del Catasto (rilievi fotogrammetrici, servizi tecnici erariali, realizzazione della Rivista tecnica del Catasto); del testo unico sulle acque superficiali e sotterranee; dell’imposta sull’energia elettrica, degli espropri per pubblica utilità. Presiedette infine la Commissione per il regolamento della finanza locale.

Nel 1934, in occasione delle elezioni per la XXIX legislatura, Puppini fu nuovamente candidato dall’Accademia ed eletto alla Camera dei deputati. Alla fine dell’aprile del 1934 assunse la carica di ministro delle Comunicazioni: il suo mandato durò però nove mesi.

Il 25 gennaio 1935 venne congedato da una lettera personale di Mussolini: «ritengo di dover indirizzare verso un altro importante settore la sua attività. Mentre Ella lascia il Ministero delle Comunicazioni per un cambio generale della guardia che è in atto, desidero comunicarle che le sarà affidata la presidenza dell’Agip» (Roma, Archivio centrale dello Stato (ACS), Spd, CO, b. 210.562). Tre giorni dopo, il 28 gennaio 1935, il consiglio di amministrazione dell’Agenzia generale italiana petroli – società anonima il cui capitale era interamente di proprietà dello Stato – elesse Puppini presidente.

A detta dello stesso Puppini, gli anni alla guida dell’Agip furono un «periodo di preoccupazione assillante, con ripercussioni anche sulla salute» (ACS, MPI, Direzione Istruzione Universitaria, fascicoli prof. Ordinari, b. 388). Il principale motivo di ansia, secondo il memoriale presentato nel 1945 alla Commissione per l’epurazione dell’università, fu che «attorno all’Agip si addensavano interessi e si rivolgevano appetiti, alla cui soddisfazione purtroppo, con dolorosa frequenza, si tentava di giungere in modi non scrupolosi, quando non decisamente disonesti» (ibid.).

Subito dopo la nomina, partecipò alle trattative con i soci inglesi della Mosul Oil Fields, società per la ricerca petrolifera in Iraq di cui l’Agip deteneva il 25% del capitale azionario. Dato l’indebitamento verso il governo iracheno e la mancanza di disponibilità finanziaria dei soci, suggerì a Mussolini di fare intervenire il governo per assicurare il controllo finanziario della società. Nel marzo del 1935, avvalendosi di una banca svizzera, l’Agip acquisì così il 52% della principale compagnia operante nell’area di Mosul. Puppini si recò subito in Iraq, accompagnato dai maggiori dirigenti dell’Agip, per coordinare personalmente i programmi di ricerca. Terminata la missione degli esperti, il 12 agosto 1935 inviò a Mussolini un lungo rapporto sulle questioni tecniche e finanziarie connesse allo sviluppo di un sistema di trasporto del greggio dai promettenti campi di Qayara. Il controllo italiano sulla Mosul Oil Fields durò solo un anno: infatti, in seguito alle ristrettezze monetarie e finanziarie imposte dalla guerra d’Etiopia, nell’estate del 1936 l’Agip non fu in grado di fronteggiare un attacco speculativo della Irak Petroleum Company e dovette cedere tutte le azioni.

Negli anni dell’autarchia Puppini si convinse dell’impossibilità di una completa autosufficienza dell’Italia nel campo dei combustibili fossili. A suo dire, i processi di estrazione e produzione in atto sul territorio nazionale non potevano in alcun modo garantire l’approvvigionamento nei periodi di tensione internazionale. L’unica strategia per fare fronte alle necessità energetiche del Paese era l’accumulazione di grandi scorte di combustibile importato. Puppini tornò più volte sulla questione tra il 1936 e il 1938, in relazioni al capo del governo, in discorsi alla Corporazione della chimica, in trasmissioni radiofoniche, in pubblicazioni sia tecniche sia divulgative, nelle riunioni della Commissione suprema per l’autarchia, presentando dettagliati studi tecnici e assumendo toni sempre più polemici con il passare dei mesi.

Da presidente dell’Agip, entrò nel 1936 a far parte della Corporazione della chimica, in qualità di rappresentante dei datori di lavoro per l’industria degli oli minerali. Nel 1938 fu costituita una specifica Corporazione dei combustibili liquidi e dei carburanti, nella quale Puppini restò come membro effettivo anche dopo la cessazione dalla carica di presidente dell’Agip (novembre 1939). La qualità di membro effettivo di una Corporazione implicava l’accesso alla neoistituita Camera dei Fasci e delle Corporazioni (l. 19 gennaio 1939 n. 129), costituita da componenti del Consiglio nazionale del PNF. Puppini fu dunque nominato consigliere nazionale del partito e durante la XXX legislatura, quando non ci furono elezioni, assegnato alla Commissione dell’industria.

Nel 1937 diventò preside della facoltà di ingegneria (ex Scuola di applicazione per ingegneri) dell’Università di Bologna. L’anno successivo, a causa delle leggi razziali, la facoltà perse due ordinari (Giulio Supino ed Emanuele Foà) e tre fra assistenti e liberi docenti. A differenza di altre facoltà, il Consiglio presieduto da Puppini scelse di non sostituire i colleghi con altri titolari di cattedra, ma di affidare i corsi con incarichi esterni.

Nel 1938 fu chiamato a far parte di una Commissione istituita dal ministero dei Lavori pubblici con il compito di effettuare proposte per la regolazione delle piene del Tevere, onde prevenire danni come quelli causati dalla piena del dicembre 1937.

Il tema della regolazione delle acque era connesso con il progetto – voluto da Mussolini in persona e già in parte finanziato dal ministero – di un grande idroscalo e di un aeroporto da realizzarsi in prossimità della foce del fiume. Nominato in qualità di esperto di idraulica, Puppini giudicò il progetto dell’idroscalo «assurdo sotto il punto di vista tecnico e pieno di incognite» (ACS, MPI, Direzione Istruzione Universitaria, fascicoli prof. Ordinari, b. 388). In particolare giudicò negativamente la creazione di un enorme specchio di acqua pensile nella campagna romana, che avrebbe reso difficile lo scolo dei terreni circostanti. Invitato a esprimersi nell’adunata plenaria del Consiglio superiore dei Lavori pubblici, espose le sue critiche, senza tuttavia poter impedire l’approvazione del progetto.

L’11 settembre 1943 la sede della facoltà di ingegneria di Bologna, la cui costruzione era stata da lui fortemente voluta, fu occupata dalle truppe tedesche, con danni e asportazioni di materiali. Puppini riuscì a mettere in salvo alcuni oggetti preziosi. L’edificio fu successivamente occupato dalla Guardia nazionale repubblicana, che lo trasformò in luogo di tortura, e, dopo la Liberazione, dalle truppe angloamericane.

Nel 1945 – sottoposto a procedimento di sospensione dalla Commissione di epurazione dell’università con l’imputazione di ‘servilismo fascista’ – Puppini presentò alla Commissione un lungo e dettagliato memoriale, ribadendo, come altri grand commis, che i suoi incarichi pubblici avevano avuto carattere ‘tecnico’ e non ‘politico’. Al memoriale affiancò una serie di lettere di apprezzamento scritte da colleghi e conoscenti, tra i quali Supino, allontanato, come detto, dall’insegnamento in seguito alle leggi razziali. Reintegrato al termine del procedimento, tornò al ruolo di professore ordinario.

Il 21 maggio 1946, mentre si recava a svolgere una lezione, fu colto da infarto e morì poche ore dopo all’ospedale S. Orsola di Bologna.

L’opera scientifica è consegnata a un centinaio di scritti tra cui: Sollecitazione composta di flessione e di torsione nelle travi rettangolari di cemento armato, Bologna 1910; La filtrazione per mezzi non omogenei, Milano 1911; Principio di reciprocità nei moti regolari dell’acqua, Milano 1911; I profili di rigurgito nei canali ristretti, Milano 1911; Sui fondamenti scientifici dell’Idraulica, Bologna 1912; Il principio di reciprocità per le falde artesiane, Milano 1914; Contributo allo studio del riscaldamento dell’acqua nelle condotte, Milano 1916; Contributo allo studio delle azioni sismiche sugli edifici, Milano 1916; Il calcolo dei canali di bonifica, Milano 1923; Bonifica idraulica, Roma 1927; Le bonifiche in Italia, Bologna 1928; Coefficienti udometrici per generica scala di deflusso, Roma 1932; Combustibili e autarchia, Roma 1938; Idraulica, Bologna 1947.

Fonti e Bibl.: Roma, Archivio centrale dello Stato, Ministero della Pubblica Istruzione, Direzione Istruzione Universitaria, fascicoli prof. Ordinari, b. 388; ibid., PNF, Direttorio-Segreteria, Fascicoli Senatori e Consiglieri, b. 24; ibid., Segreteria particolare del Duce, Carteggio ordinario, b. 210.562.

G. Supino, Necrologio di U. P., in Bollettino dell’Unione matematica italiana, 1946, vol. 1, pp. 69 s.; Commemorazione del Prof. Ing. U. P., in L’Elettrotecnica, 1946, vol. 32-33, p. 265; R. Balletti, Necrol. di U. P., in Annali dell’Accademia nazionale di agricoltura di Bologna, 1943-1949, vol. 5, pp. 207-211; M. Lelli, In memoria di U. P., Milano 1947; Accademia delle scienze dell’Isti-tuto di Bologna, Classe di scienze fisiche, Figure di maestri che hanno operato nel corso del 9. centenario dell’Università di Bologna, Bologna 1990, p. 83; M. Pizzigallo, La politica estera dell’AGIP, Milano 1992, pp. 17-35; A. Villa, I direttori della Scuola di ingegneria di Bologna dalla fondazione al 1945. Brevi ritratti, in Saecularia Nona. Università di Bologna 1088-1988, 1993, vol. 11, p. 96; S. Salustri, Sapere e politica: U. P. e la facoltà di Ingegneria, in Architetture per Bologna, Compositori, a cura di M. Casciato - G. Gresleri - G. Vaccaro, Bologna 2006, pp. 111-121.

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