UMBRIA

Enciclopedia Italiana - II Appendice (1949)

UMBRIA (XXXIV, p. 654)

Lina LORE'
Emilio LAVAGNINO

Nel 1936 la popolazione risultò di 716.402 ab. con un aumento annuo del 0,6% nel quinquennio 1931-36. La più recente stima del 31 dicembre 1947 ha dato 795.661 ab. (incremento medio annuo del 0,9%). L'aumento della popolazione va attribuito soprattutto all'eccedenza dei nati sui morti. Considerevole è quello medio annuo della provincia di Terni (1,2%), mentre quello della provincia di Perugia è del 0,5%. Si notano forti oscillazioni sia per i comuni in aumento (massimo a Passignano sul Trasimeno: 5,4% annuo), sia per quelli in diminuzione (massimo a Monteleone di Spoleto: 5,5% annuo). Mentre i comuni della Val Tiberina meridionale e della Valle del Chiascio sono in aumento, quelli dell'alto e medio bacino del Nera sono in sensibile diminuzione. La tendenza alla diminuzione di questi ultimi comuni è da attribuire non a calamità naturali, come ebbe a verificarsi più volte in passato, ma alla forte migrazione verso il Lazio e la Toscana. Larga parte della mano d'opera umbra, specie del bacino del Nera, è, infatti, specializzata nella lavorazione delle carni suine, per cui emigra verso maggiori centri per compiervi appunto tale lavorazione. L'emigrazione (i cosiddetti "norcini" da Norcia, ma anche da Cascia e altri paesi) è in parte temporanea, sicché, trascorsi i mesi invernali, rientra nei paesi di origine; ma spesso si trasforma in definitiva.

La guerra passò attraverso l'Umbria, rapidamente, nell'estate 1944; non si ebbero notevoli combattimenti, e quindi trascurabili sono stati i danni alle colture, che restano praticamente inalterate come tipi e distribuzione e come valore dei prodotti.

Danni di guerra ai monumenti e alle opere d'arte. - Le città umbre più duramente colpite dalla guerra nei loro monumenti sono state Terni e Foligno. A Terni i danni maggiori erano nel duomo, nel seicentesco palazzo Carrara, ambedue già restaurati, nel S. Lorenzo, nel S. Salvatore e nel S. Francesco. Qui è andata distrutta la bella cappella decorata con stucchi del Grimani e pitture del Sermei, ma è salva la cappella Paradisi, importantissima per le decorazioni pittoriche del primo quattrocento che l'adornano. A Foligno, riparato il duomo e il Palazzo municipale, proseguono i lavori di restauro a palazzo Trinci e nell'oratorio della Nunziatella. In S. Maria in Campis le pitture del Mezzastris sono state parzialmente danneggiate. Della settecentesca chiesa di s. Agostino a Foligno rimane poco più della facciata. Qualche danno - ma di poco rilievo - hanno subìto il S. Salvatore e altre chiese di Spoleto; le chiesedi S. Croce e di S. Maria della Reggia a Umbertide; Porta S. Maria a Città di Castello; il palazzo dei Consoli a Gubbio. Sono stati anche riparati il ponte di Bastiola, opera bellissima di Galeazzo Alessi, e la Rocca di Magione.

Bibl.: E. Lavagnino, Danni di guerra ai monumenti dell'Italia centrale e settentrionale, in La Rass. d'Italia, II, nn. 6-7-8, p. 159; id., Offese di guerra e restauri al patrimonio artistico dell'Italia, in Ulisse, II, 1947, pp. 188-89.

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