Lindsay, Vachel Nicholas

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Poeta statunitense (Springfield, Illinois, 1879 - ivi 1931). Abbandonò l'università per dedicarsi a un lungo periodo di vagabondaggio nel Sud (1906) e in molti altri stati del paese, predicando un "Vangelo della bellezza" e recitando i suoi versi (Rhymes to be traded for bread, 1912). Ospitato da H. Monroe sulla rivista Poetry, si segnalò per la forza innovativa della sua poesia, basata sulla recitabilità del testo e sull'accompagnamento musicale della sua esecuzione. Dopo General William Booth enters into Heaven (1913), s'impose con The Congo (1914), in cui celebra la vitalità degli afroamericani in versi di grande icasticità, sorretti da un impianto ritmico di evidente ascendenza afroamericana. Raggiunta la popolarità, grazie anche alle sue frequenti letture pubbliche di poesia, L. continuò a pubblicare raccolte di versi (tra cui The Chinese nightingale, 1917; The Daniel jazz e The golden whale of California, 1920; The candle in the cabin, 1926) e di saggi (The art of the moving picture, 1915; The Golden book of Springfield, 1920; The litany of Washington Street, 1929), senza tuttavia riuscire a evitare il progressivo inaridimento che lo condurrà al suicidio.

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