Havel, Václav

Enciclopedia Italiana - VI Appendice (2000)

Havel, Václav

Giuseppe Dierna

Drammaturgo e uomo politico ceco, nato a Praga il 5 ottobre 1936. Esponente del movimento Charta 77, nel novembre 1989 contribuì alla nascita del Forum Civico. In seguito agli avvenimenti che portarono alle dimissioni di G. Husák, nel dicembre 1989 fu eletto Presidente della Repubblica Cecoslovacca, carica da cui si dimise (luglio 1992) nell'ambito della crisi della federazione. Nel gennaio 1993 fu eletto Presidente della Repubblica Ceca.

Il suo teatro, sempre fedele a un rigoroso senso etico e intimamente legato alle vicende politiche della nazione, attinge soprattutto agli autori francesi dell'assurdo e alla lezione di A. Čechov.

Esordì con testi brevi di impianto cabarettistico, scritti in collaborazione con altri e messi in scena al teatro praghese Na zábradlí (Alla ringhiera), dove H. aveva incominciato a lavorare dal 1960 come tecnico di scena e dove continuerà come drammaturgo. Nella commedia Zahradní slavnost (1963; trad. it. Festa agreste, 1968) compare per la prima volta quel mondo retto da leggi assurde, ma regolato da una logica matematica, che farà parlare di variante ceca del teatro dell'assurdo, formula convalidata dalla successiva Vyrozumění (1965; trad. it. Memorandum, 1966), ugualmente accolta da grande successo di pubblico. Con la terza commedia, Ztížená možnost soustředění (1968; trad. it. Difficoltà di concentrazione, 1970), H. abbandona i principi del teatro dell'assurdo, per passare invece a descrivere i meccanismi sociali che regolano dall'esterno la vita dell'individuo. In questi stessi anni si è dedicato a comporre poesie visive dalle venature quasi esistenzialistiche, che - apparse in occasioni diverse - sono state poi raccolte nel volume Antikódy (1993; trad. it. Anticodici, 1997).

In seguito all'occupazione di Praga nel 1968, sottoposto a dure restrizioni che gli impedirono di pubblicare e rappresentare i suoi lavori teatrali, H. fu indotto a una più intensa attività pubblicistica e a nuovi modi di scrittura. Dopo la rigidità compositiva del dramma politico, poi rinnegato, Spiklenci (1971; trad. it. I congiurati, 1980) e la riscrittura attualizzata della Beggar's opera di J. Gay nella Žebrácká opera (1972; trad. it. L'opera dello straccione, 1974), il teatro di H. si è orientato verso atti unici di più immediato utilizzo politico recitati su palcoscenici improvvisati, come Audience (1975; trad. it. Udienza, 1977), Vernisáž (1975; Vernissage, 1977) e Protest (1978; trad. it. La firma, 1980), tutti incentrati sulla figura, autobiografica, di un intellettuale del dissenso messo a confronto con la quotidianità della normalizzazione politica.

Superando la malinconia quasi čechoviana che dominava in Horský hotel (1976; trad. it. Albergo di montagna, 1977), H. si è impegnato attivamente nell'organizzazione del movimento Charta 77, stendendo articoli e appelli, proponendo nel coraggioso pamphlet Moc bezmocných (1978; trad. it. Il potere dei senza potere, 1978) una lucida analisi dei meccanismi della normalizzazione, e subendo anche una condanna a quattro anni di carcere, divenuta esecutiva nel maggio del 1979. Scontata la pena, durante la quale H. affidò le sue riflessioni alla corrispondenza con la moglie, come testimonia il volume delle Dopisy Olze (1985; già apparso in trad. it., Lettere a Olga, 1983), saranno ormai soprattutto il senso di isolamento e un vuoto di speranza a marcare i suoi ultimi testi teatrali: Largo desolato (1984; trad. it. con altri testi in Largo desolato, 1985), Pokousení (1985, La tentazione), variazione politica su tema faustiano, e Asanace (1987, Il risanamento). Dopo un'ulteriore condanna all'inizio del 1989 e l'inaspettata elezione a presidente della Repubblica alla fine dello stesso anno, H. ha interrotto la propria attività di drammaturgo dedicandosi interamente alla politica. Negli anni del dissenso H. si era raccontato in una lunga intervista uscita in volume: Dálkovy vyslech (1986; trad. it. Interrogatorio a distanza, 1990).

In Italia, i testi teatrali di H. fino al 1976, via via tradotti su varie riviste di teatro, sono stati raccolti in Václav Havel. Dissenso culturale e politico in Cecoslovacchia (1977).

bibliografia

M. Goetz-Stankiewicz, The silenced theatre. Czech playwritings without a stage, Toronto-Buffalo-London 1979; E. Kriseová, Václav Havel. Životopis (Václav Havel. Una biografia), Praha 1991; G. Dierna, Václav Havel, in Teatro. Gli autori, le opere, gli interpreti, 7° vol., Novara 1992, pp. 273-80.

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