VALLESE

Enciclopedia Italiana (1937)

VALLESE (fr. Valais; ted. Wallis; A. T., 20-21)

Laura MANNONI BIASOTTI
Gaston CASTELLA

Cantone della Svizzera meridionale, che confina a N. con i cantoni di Berna e di Vaud, a NE. con quello di Uri, ad E. con il Canton Ticino; ad E. e a S. la grande catena delle Alpi lo separa dall'Italia; ad O. confina con la Francia. Ha una superficie di 5247 kmq. (al 3° posto, per grandezza, tra i cantoni svizzeri).

Il Vallese, come indica il nome stesso, si estende su tutta la valle del Rodano, dalle sorgenti del fiume ai piedi del massiccio del Gottardo fino al suo sbocco nel lago di Ginevra.

Caratteristica principale della valle, a monte del brusco gomito di Martigny, è l'accentuata asimmetria dei due versanti: a N. infatti si elevano le Alpi Bernesi, con fianchi ripidissimi, intagliati da corte vallate strette e parallele, mentre nelle Alpi Pennine a S. le pendenze sono più dolci, le valli trasversali sono lunghe e ampie, con villaggi e colture; tra queste valli, rinomate per la bellezza dei paesaggi, è da ricordare la magnifica valle di Zermatt. Anche la struttura geologica dei due versanti è notevolmente diversa. La valle inferiore, dopo Martigny, essendo invece trasversale alla direzione degli strati geologici, presenta una grande analogia nelle forme orografiche dei due versanti, e le valli laterali sono piuttosto corte e incassate.

Nella zona a N. del corso del Rodano tra i principali gruppi montuosi vanno ricordati i Diablerets (m. 3246), il Breithorn (m. 3277), la Jungfrau (m. 4166) e tutto il grandioso gruppo che culmina nell'Aletsch Horn (m. 4132). Tra la riva sinistra del Rodano a valle di Martigny e il confine francese si innalzano i rilievi prealpini dello Sciablese e della Dent du Midi. Al Vallese appartiene il versante settentrionale delle Pennine o Alpi del Vallese, con gl'imponenti gruppi del Gran Combin (m. 4317), del Monte Bianco di Cheillon (m.3871), del Cervino, del Rosa, del Mischabel e del Fletschhorn i cui grandiosi ghiacciai dominano il versante orientale della valle della Saas e la regione del Sempione. Il clima della valle del Rodano differisce essenzialmente da quello delle altre vallate alpine della Svizzera, in conseguenza dell'isolamento della valle stessa, chiusa tra le imponenti pareti delle Alpi Bernesi a N. e delle Pennine a S. Ad eccezione delle alte vallate, il clima è piuttosto secco e caldo (a Sion la temperatura media annua è di 9,6: gennaio −1; luglio 19,4). I monti che circondano tutta la valle del Rodano la riparano dai venti umidi così che in essa si hanno le minori precipitazioni di tutta la Svizzera (Sion, 612 mm. annui).

Le acque del cantone appartengono al bacino del Rodano, ad eccezione della Doveria affluente del Toce, del lago del Gran San Bernardo, le cui acque appartengono al bacino del Po e delle acque dell'altipiano del Sanetsch che allluendo alla Sarine e all'Aar appartengono al bacino del Reno. Al Rodano, che attraversa il cantone in tutta la sua lunghezza, vanno numerosi affluenti dei quali i principali sono: a destra, la Lonza, la Dola, la Lizerne, la Lozence, la Salence; a sinistra la Saltina, la Viège, la Drance, la Trient.

Vi è poi nel cantone tutto un sistema di canalizzazione creato per l'irrigazione di prati e pascoli; i principali canali sono il canale Stockalper, il canale di Martigny, quello della Massa e numerosi altri di minore importanza.

Il cantone conta una popolazione di 136.394 ab. (1920: 128.246) con una densità media di 26 ab. per kmq. Predomina la lingua francese e la religione cattolica. L'emigrazione, un tempo molto forte, è diminuita dopo lo sviluppo delle industrie, specialmente di quella alberghiera. La popolazione presenta grandi differenze di tipi e di caratteri, poiché mentre la valle del Rodano è stata sempre una zona di passaggio, le valli laterali, che sono rimaste isolate, hanno avuto una certa autonomia nella loro vita economica conservando così tipi e costumi particolari.

I centri e i villaggi nella valle del Rodano sono per la maggior parte costruiti all'inizio delle valli laterali su conoidi di deiezione, al riparo delle inondazioni del fiume. Capoluogo del cantone è Sion (7444 ab.), altri centri notevoli sono Martigny, Monthey, Sierre e Briga. La popolazione è dedita in gran parte all'agricoltura e all'allevamento del bestiame che è considerevole in tutto il cantone. La coltivazione dei cereali è stata possibile mediante un'estesa rete di canali che apporta l'acqua nelle località meglio esposte dove prosperano frumento e segala.

Anche la coltivazione degli alberi fruttiferi costituisce una risorsa importante.

Il turismo e l'industria hanno preso un grande sviluppo in questi ultimi anni. Alpinisti e stranieri accorrono a Zermatt, Zinal, Champex, Champéry, Montana; perciò fiorente vi è l'industria alberghiera. L'utilizzazione delle forze idrauliche ha favorito lo sviluppo delle industrie che comprendono la fabbricazione del carburo di calcio (Viège, Gampel, Vernayaz), di prodotti chimici a Monthey, la lavorazione dell'alluminio a Chippis e Martigny. A Saxon vi è una grande fabbrica di conserve alimentari.

La principale ferrovia, seguendo il corso del Rodano, attraversa tutto il cantone e per mezzo del Sempione lo mette in comunicazione con l'Italia; vi è poi la linea ferroviaria che unisce il Vallese ai Grigioni attraverso il colle della Furka e l'Oberalp. Altre linee secondarie si collegano alla linea principale del Sempione come quella da Viège a Zermatt e la linea da Monthey a Champéry. Sion è la città più popolosa di tutto il cantone. (V. tavv. CXXI e CXXII).

Storia. - Nel 57 a. C. i Romani iniziarono la conquista del paese, occupato da quattro popoli indipendenti, di razza celtica, in relazione con gli Elvezî. I Borgognoni posero fine alla dominazione romana verso il 455, per cedere il posto alla loro volta, nel 524, ai Franchi, loro vincitori. Dopo il trattato di Verdun (843), il Vallese venne a far parte del regno di Lotaringia; poi seguì i destini del regno di Borgogna. Nel 999 il re Rodolfo III fece dono in perpetuo della contea del Vallese al vescovo residente a Sion, il quale divenne in tal modo il sovrano temporale del paese. In seguito il Vallese si smembrò: una gran parte del suo territorio (il Basso Vallese) passò sotto la dominazione dei conti di Savoia. Fu questa la causa iniziale delle guerre continue, che si conclusero, nel 1475, con la vittoria definitiva riportata, dal vescovo di Sion e dalle genti dell'Alto Vallese, sul duca di Savoia, in occasione della guerra condotta dagli Svizzeri contro il duca di Borgogna.

Da allora in poi, fino all'istituzione della repubblica elvetica (1798), il Basso Vallese fu considerato paese di conquista e trattato in qualità di suddito.

Mentre queste lotte si scatenavano all'esterno, il popolo cercava di emanciparsi dall'autorità episcopale. Si videro così organizzarsi, a poco a poco, i comuni, con le loro franchigie e i loro diritti politici (come il diritto di referendum, generale, oggi, in tutta la Svizzera). I "dizains" (distretti) divennero altrettanti piccoli stati autonomi.

I vescovi del sec. XVI videro i loro sudditi rimanere fedeli al cattolicismo, malgrado gli sforzi del protestantesimo sempre più invadente, sostenuto da Berna che tolse, nel 1536, il paese di Vaud, il Faucigny e lo Chablais al duca di Savoia. Ma, sotto la pressione di un partito democratico (i "patriotes"), il vescovo Ildebrando Jost dovette rinunciare definitivamente al potere temporale, nel 1634.

L'anno 1798 portò al Basso Vallese, insieme con la libertà e l'uguaglianza politica, le miserie dell'invasione francese. Il Vallese, che fino allora non era stato che un alleato dei cantoni svizzeri, divenne parte integrante della repubblica elvetica. Ne fu staccato, nel 1802, dal Bonaparte e formò una repubblica, che godeva di una parvenza d'indipendenza, sotto il protettorato delle repubbliche elvetica, francese e cisalpina. Nel 1810 Napoleone lo ridusse a un semplice dipartimento dell'impero francese: il dipartimento del Sempione. Libero nel 1813, nel 1815 fu incorporato nella Confederazione svizzera, con cui, da ultimo, si confonde. Nel 1845 il Vallese aderì al Sonderbund.

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