Vento

Dizionario delle Scienze Fisiche (1996)

vento


vènto [Der. del lat. ventus] [GFS] Nella fisica dell'atmosfera, movimento, più o meno regolare e violento, di masse d'aria in direzione orizzontale o quasi (i moti atmosferici verticali o quasi si chiamano correnti ascendenti o discendenti), provocato da differenze della pressione atmosferica essenzialmente dovute appunto a correnti ascendenti per differenti regimi termici (fig. 1), con l'aggiunta, nell'alta atmosfera ionizzata, di azioni elettrodinamiche a opera del campo magnetico terrestre; gli elementi caratteristici locali del v. sono la direzione, l'intensità e la frequenza, cioè la distribuzione nel giorno e nell'anno dei primi due caratteri. (a) V. di gradiente. Se non vi fossero azioni perturbatrici (per es., l'azione delle irregolarità del suolo), la direzione del v. coinciderebbe con quella del gradiente di pressione, il movimento dell'aria essendo diretto da punti a pressione più alta verso punti a pressione più bassa, cioè perpendicolarmente alle isobare (fig. 2). In realtà, oltre alle irregolarità del suolo esistono due notevoli cause di perturbazione: la forza deviatrice dovuta alla rotazione terrestre e l'attrito (interno e al suolo); di conseguenza, si hanno più o meno sensibili scostamenti della direzione del vento rispetto alla direzione del gradiente di pressione (fig. 3), dipendenti anche dalla latitudine, dall'altezza sul mare, dalla natura del suolo. L'intensità risulta direttamente proporzionale al gradiente di pressione e, a parità di questo, dipende anch'essa dalla latitudine, dall'altezza sul mare e dalla natura del suolo. Direzione e intensità dipendono, a parità di altri fattori, anche dalla forma delle isobare. Un caso assai interessante è quello delle isobare chiuse che circondano un centro di bassa pressione (centro ciclonico) o un centro di alte pressioni (centro anticiclonico). Ai v. di gradiente corrispondenti a isobare chiuse o comunque aventi piccolo raggio di curvatura si dà anche il nome di v. ciclostrofici, mentre quello di v. geostrofici si dà ai v. di gradiente corrispondenti a isobare parallele o comunque aventi un raggio di curvatura relativ. grande. (b) Intensità del vento. È misurata dalla sua velocità (espressa in m/s; in pratica, anche in km/h o in nodi); in base a essa i v. vengono classificati in vari gradi d'intensità (o anche, come spesso si dice, di "forza"): di uso generale è la scala Beaufort (←). Altro importante criterio di classificazione è costituito dall'andamento nel tempo: si possono così distinguere v. costanti (per es., gli alisei) e periodici (per es., le brezze e i monsoni), detti nel complesso v. regolari, e v. irregolari; v. pulsanti, che spirano intermittentemente da una direzione costante; v. dominanti, quelli che in una data località sono in media i più intensi; v. regnanti, quelli che in una data località sono i più frequenti; ecc. I v. infine possono essere anche classificati, in rapporto alla loro origine, nei seguenti gruppi principali: v. dovuti a riscaldamenti o raffreddamenti locali (per es., le brezze); v. periodici dovuti a differenze termiche tra vaste zone (monsoni, v. di gradiente, ecc.); v. aperiodici dovuti a differenze di pressione atmosferica tra vaste zone; v. causati da altri v. (vortici, tornados, ecc). (c) Direzione del vento. È quella da cui il v. spira e viene determinata mediante anemometri o anemografi muniti di banderuola mostravento. Viene indicata generalm. mediante il simbolo dell'ottante relativo (N, NE, E, SE, ecc.); molto usate sono anche le indicazioni intermedie agli ottanti (NNE, NEE, ecc.). L'insieme delle otto direzioni principali e intermedie costituisce la cosiddetta rosa dei v.; in questa spesso vengono anche trascritte le denomin. locali dei v.; nella fig. è mostrata la rosa dei v. con le denomin. usate in Italia, che risalgono alla tradizione delle antiche repubbliche marinare. Questa tradizione risale ai Romani e, da questi, ai Greci; le prime rose dei v. greche (se ne ha già notizia nei poemi omerici) erano a sole quattro punte, corrispondenti ai punti cardinali, che poi aumentarono a 8 (quanti sono i venti principali) e a 12 presso i Romani; le direzioni erano denominate come se la rosa fosse centrata nel Mar Ionio (posto che i traffici marittimi dei Greci si svolgevano principalmente tra la Magna Grecia e il Mar Egeo). All'epoca delle grandi scoperte geografiche la rosa dei v. accrebbe a 16 il numero delle suddivisioni, che si moltiplicarono fino a 32 quando venne stabilmente applicata alla bussola. Nelle bussole moderne la rosa dei v. è ridotta a un semplice cerchio, graduato da 0 (direzione del Nord) a 360 gradi nel senso delle lancette dell'orologio; esse conservano ancora, per tradizione, appositi segni per i soli quattro punti cardinali e intercardinali. (d) Denominazioni particolari. Ne ricordiamo qui alcune, rinviando per altre al termine di qualificazione. ◆ [ACS] [MCF] V. acustico: lo stesso che streaming (←) acustico. ◆ [GFS] V. anticiclonici e ciclonici: quelli che spirano seguendo le isobare chiuse intorno a un centro anticiclonico, di alta pressione (in verso orario nell'emisfero boreale) oppure intorno a un centro ciclonico, di bassa pressione (in verso antiorario nell'emisfero boreale): → anticiclone e ciclone. ◆ [GFS] V. di gradiente: v. sopra: [GFS]: (a). ◆ [EMG] V. elettrico: la corrente d'aria che sembra effluire da una punta elettricamente carica, dovuta al trascinamento delle molecole d'aria da parte degli ioni che si producono per l'intenso cam-po esistente in prossimità della punta, dei quali quelli con carica antagonista sono energicamente respinti dalla punta. ◆ [GFS] V. ionosferici: ampi moti dell'atmosfera alle quote ionosferiche (circa 50÷1000 km), di natura prevalentemente fluidodinamica nella parte più bassa del detto campo di quote (circa sino a 80 km) e poi prevalentemente di natura magnetofluidodinamica: v. ionosfera: III 304 e. ◆ [GFS] V. laminare: v. regolare nel quale vi è scorrimento dell'aria per filetti paralleli; tali v. si sviluppano più facilmente in quota, per la lontananza degli ostacoli del terreno. ◆ [GFS] V. locali: quei v. che non hanno un nesso con la circolazione generale atmosferica e quindi si possono ritenere legati essenzialmente a un territorio e sono tipici di esso; sono v. locali, per es., il mistral, lo scirocco, il simùn, ecc. ◆ [FSP] V. polare: v. magnetosfera terrestre: III 576 f. ◆ [ASF] [FSP] V. solare: il plasma (essenzialmente costituito da protoni, elettroni e, in piccola parte, particelle alfa) tenue e veloce (velocità 250÷1200 km/s) che effluisce perennemente dal Sole e pervade lo spazio interplanetario, investendo, in partic., anche l'atmosfera terrestre: v. vento solare. ◆ [ASF] V. stellari: v. vento solare: VI 524 c. ◆ [GFS] V. turbolento: v. che presenta variazioni continue sia di direzione che d'intensità; fattori di turbolenza possono essere gli ostacoli del suolo o cause accidentali, come interferenze con altri v., interposizioni di orografia accentuata e varia, ecc. ◆ [GFS] V. zonale: nella meteorologia, v. che spira secondo i paralleli, cioè da ovest oppure da est. ◆ [MCF] Galleria del v.: lo stesso che galleria aerodinamica: v. aerodinamica sperimentale: I 62 d. ◆ [GFS] Rosa dei v.: v. sopra: [GFS]: (c). ◆ [GFS] Sforzo del v.: v. oceanologia: IV 224 e.

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