Sardou, Victorien

Enciclopedia Dantesca (1970)

Sardou, Victorien

Felice del Beccaro

Pseudonimo del drammaturgo francese Jules Pélissié (Parigi 1831 - ivi 1908). Studiò medicina ma si dedicò all'insegnamento privato della matematica, della storia e della filosofia. Presto, però, fu attratto dalle lettere e prese a collaborare a riviste ed enciclopedie. Nel 1854 gli venne rappresentato un primo lavoro teatrale e fu un fiasco clamoroso. Momentaneamente disgustato, tornò quattro anni più tardi a quella che era in effetti la sua vocazione. La strada gli fu agevolata dall'amicizia di sua moglie con la famosa attrice Pauline-Virginie Déjazet. Nel 1877 fu eletto all'Académie Française.

Tra la copiosa produzione del S. è un lavoro dedicato a D.: si tratta di un dramma in quattro atti e un prologo, Le D. (1903), scritto in collaborazione con E. Moreau, che viene dopo i tentativi contemporanei di H. de Bornier e di Blau e Godard.

Lavoro non certo felice nello schema e sostenuto da quelle forti tinte proprie di un gusto allora largamente diffuso e accentuato in Sardou. L'argomento si vale di elementi della biografia e dell'opera dantesca liberamente mescolati secondo una linea dettata unicamente dalla fantasia. D. ha avuto da Pia de' Tolomei una figlia, Gemma, che Nello della Pietra ha rinchiuso nel convento di Santa Chiara dopo aver fatto morire Pia in una villa in Maremma. La giovane Gemma, che si è fidanzata con un certo Bernardino, viene in seguito liberata dallo stesso D., esule, aiutato in ciò da alcuni amici. Altre vicende la separano però dal padre, il quale si mette nuovamente a ricercarla. Dall'ombra di Beatrice, sulla cui tomba D. è andato a raccogliersi, il poeta apprende che Gemma e Bernardino sono prigionieri del Sant'Uffizio a opera di Clemente V, nelle carceri di Avignone. I due innamorati innocenti stanno per essere mandati al rogo allorché D. arriva e profetizza al papa la prossima fine e le pene infernali che lo attendono, di cui il poeta ha avuto notizia durante il recente viaggio compiuto nell'aldilà. Clemente V, atterrito, perdona i due fidanzati e muore nelle circostanze predette da Dante.

Il dramma ebbe un breve successo per merito soprattutto dell'attore inglese Laurence Irving che lo presentò al Drury Lane Theatre di Londra.

Bibl. - J. Galtier, Le culle de D., in " Le Temps " 19 maggio 1903; C. Del Balzo, D. nel teatro, in " Nuova Antologia " 1 giugno 1903; M. Delines, D. dramatisé, in " Revue Universelle " 1 agosto 1903; Ancora D. sulla scena [sui drammi di D. Rees, G. Jones, di V. Sardou ed E. Moreau], in " Il Marzocco " 23 agosto 1903; W. Littlefield, in " Critic " XLIII (1903) 543-547.

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