Orbán, Viktor

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Orbán, Viktor. – Uomo politico ungherese (n.  Alcsútdoboz 1963). Dopo gli studi di diritto all’univ. di Budapest, nel 1988 fu tra i fondatori della Federation of Young Democrats (Fidesz), di impronta anticomunista. Eletto in parlamento nel 1990, O. divenne leader del partito Fidesz nel 1993. Primo ministro dell’Ungheria dal 1998 al 2002, periodo in cui sono state varate numerose liberalizzazioni economiche e in cui il Paese è entrato nella NATO, e rieletto nella carica di capo del governo nell’apr. 2010, l'anno successivo la sua politica conservatrice è stata fatta oggetto di aspre contestazioni in ragione delle restrizioni alla libertà di espressione imposte dall'istituzione di un’autorità di controllo dei media. Nuove proteste si sono sollevate contro O. a seguito dell'approvazione, nel gennaio 2012, di una nuova Costituzione, che prevede tra l'altro il mutamento di nome del Paese da "Repubblica di Ungheria" a "Ungheria", misure contenitive del tetto massimo del debito pubblico, oltre che norme e divieti di carattere etico e religioso; tale linea politica ha scoraggiato gli investimenti esteri, sottoponendo il Paese a pesantissime ripercussioni finanziarie che ne hanno ulteriormente indebolito la posizione all'interno dell'Unione Europea. Nelle elezioni legislative tenutesi nell'aprile 2014 il partito di O. è riuscito a essere riconfermato al potere, sebbene con un leggero calo dei consensi (44,4% contro il 52,7% del 2010) e dell'affluenza alle urne (61%, circa il 3% in meno delle precedenti consultazioni), ottenendo nell'aprile 2018 il terzo mandato consecutivo a seguito delle consultazioni legislative alle quali Fidesz ha ricevuto oltre il 49% dei consensi. Negli anni successivi, l'ulteriore inasprimento della politica marcatamente sovranista di O. e la chiusura a ogni tentativo di mediazione internazionale in materia di immigrazione hanno amplificato le tensioni con l’Unione europea, il cui Parlamento nel settembre 2018 ha approvato a larga maggioranza (448 voti favorevoli, 197 contrari e 48 astensioni) l’applicazione contro l'Ungheria dell’articolo 7 del Trattato di Lisbona che sanziona i casi di violazione dello stato di diritto. L'uomo politico ha visto comunque confermata la sua leadership dalle elezioni europee svoltesi nel maggio 2019, alle quali - migliorando i risultati delle consultazioni del 2014 - il partito Fidesz ha ottenuto il 52,3% delle preferenze. Una netta svolta autoritaria si è verificata nel marzo 2020, in concomitanza con la diffusione della pandemia provocata dalla patologia respiratoria nota come Covid-19, quando il Parlamento ha approvato con 138 voti favorevoli e 53 contrari lo stato di emergenza a tempo indeterminato, conferendo poteri straordinari a O., accordandogli la facoltà di governare sulla base di decreti, di chiudere lo stesso Parlamento, di modificare o sospendere leggi esistenti e di impedire lo svolgimento di nuove elezioni. Alle consultazioni legislative svoltesi nell'aprile 2022 il partito Fidesz ha ottenuto il 54% delle preferenze, corrispondenti a 135 seggi sui 199 del Parlamento.

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