CHIRONE, Vincenzo

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 25 (1981)

CHIRONE, Vincenzo

Arnaldo Cantani

Nacque a Carpignano Salentino (Lecce) il 26 marzo 1847, Dopo i primi studi a Lecce, s'iscrisse alla facoltà di medicina e chirurgia dell'università di Napoli, dedicandosi a ricerche sperimentali nei laboratori di chimica e di farmacologia (ottenne un premio e la nomina a socio aspirante dalla Società di conferenze chiniche di Napoli). Allievo del prof. M. Semmola, ne pubblicò le lezioni nel Manuale di materia medica e terapeutica, che venne edito nel 1871 a Napoli, quando il C. era ancora studente. Si laureò nel 1872, ottenendo la medaglia universitaria, riservata ogni anno ai migliori laureati. Nel 1873 vinse il concorso per un posto di perfezionamento presso il laboratorio di farmacologia dell'università di Napoli, e l'anno successivo quello per un posto di perfezionamento all'estero: frequentò così per due anni a Parigi i laboratori di C. Bernard e di E.-J. Marey.

Ritornato a Napoli nel 1876, conseguì la libera docenza in materia medica e terapeutica e svolse per tre anni corsi d'insegnamento, in qualità di professore pareggiato. Nominato il 13 dic. 1878 professore di materia medica e farmacologia sperimentale nella università di Messina, vinse nel 1881 il concorso di professore della stessa materia nella università di Padova, ove insegnò fino al 1896, allorché venne chiamato a succedere al suo maestro M. Semmola sulla cattedra di materia medica e farmacologia sperimentale presso l'università di Napoli.

Il P. fu il fondatore della patologia sperimentale mediante i farmaci; le cui azioni egli considerava come vere e proprie malattie sperimentali. Studiando i processi morbosi indotti dalle varie sostanze, nonché la sede e la natura di tali malattie artificiali, egli indagava il meccanismo d'azione dei farmaci per individuare la loro più appropriata indicazione terapeutica. Benché apprezzasse i progressi terapeutici ottenuti con i nuovi prodotti chimici, non mancava di studiare l'azione biologica e terapeutica di questi così come i loro effetti collaterali, tossici.

Condusse numerose ricerche sperimentali: sulla chinina, che aveva cominciato a studiare a Parigi nel laboratorio di C. Bernard (Mécanisme de l'action de la quinine sur la circulation, Paris 1875), di cui esaminò soprattutto l'azione sulla diastole cardiaca e l'impiego come antipiretico; sull'acido salicilico, sui, salicilati alcalini e sul salicilato di antipirina, di cui mise in evidenza l'azione antifermentativa e antisettica; sulla paraldeide, sull'uretano, sulla chinolina, sulla caffina.

I suoi esperimenti con la cinconidina e la picrotossina rappresentarono notevoli contributi alla conoscenza della patogenesi dell'epilessia. In quel periodo, infatti, L. Luciani ne sosteneva la genesi corticale, mentre C.-E. Brown-Séquard quella spinale. Con i due farmaci il C. riuscì a indurre negli animali da esperimento forme di epilessia che chiamò tossica, o sperimentale, interpretando come cerebrali le convulsioni provocate dalla cinconidina e come spinali quelle indotte dalla picrotossina: queste ultime, infatti, erano determinate dal farmaco, anche nell'animale decerebrato. In base ai suoi studi egli ritenne di poter descrivere l'epilessia corticale come meno completa rispetto a quella spinale, differenziando le convulsioni di origine corticale, prevalentemente cloniche e più variate, da quelle spinali, per lo più toniche e più uniformi (Intorno la patogenesi dell'epilessia, in IlMorgagni, XXIII [1881], pp. 434-445).

Altro merito del C. fu quello di ricononoscere l'azione biologica dei farmaci: come fece notare nella prolusione all'università di Padova, l'attributo "fisiologica" che comunemente si dava all'azione della stricnina e del curaro doveva ritenersi improprio, in quanto troppo limitativo. Egli propose invece di studiare l'azione che definì appunto biologica dei farmaci, espressione di significato più vasto, dal momento che la biologia studia i fenomeni della vita sia nelle condizioni normali sia in quelle, patologiche. Tra le sue varie pubblicazioni si ricordano qui: La scienza e l'arte del ricettare, Milano 1877; Degli aromi e profumi, Padova 1895 e Napoli 1899; Trattato critico Idei medicamenti nuovi, Napoli 1900; Manuale di materia medica e terapeutica, ibid. 1905.

Fu socio ordinario della R. Accademia medica di Napoli, socio corrispondente della R. Accademia medica di Roma, dell'Accademia medico-fisica fiorentina, della R. Accademia di scienze, lettere e arti di Napoli, della Societé d'hygiène di Parigi.

Morì a Napoli il 21 febbr. 1908.

Fonti e Bibl.: E. Maragliano, Rimedinuovi e metodi di cura..., Milano 1889, pp. 116, 214-220; C. Villani, Scrittori ed artisti Pugliesi antichi, moderni e contemporanei, Trani 1904, p. 251; P. Di Mattei, Ilcontributo italiano al progresso della farmacologia..., in Un secolo diProgresso scientifico italiano, IV, Roma 1939, pp. 359 ss.; I. Fischer, Biograph. Lexikon der hervorrag. Arzte [1880-1930], I, p. 244.

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