FERRARIO, Vincenzo

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 46 (1996)

FERRARIO, Vincenzo

Stefano Nutini

Nacque a Milano il 4 marzo 1768 da Giovanni e da Antonia Lanzavecchia, un anno dopo il fratello Giulio. Le prime notizie su di lui risalgono al 1796, quando fu pubblicata a Milano la sua traduzione dell'operetta di A.-M. Hauterive, Dello stato politico della Francia sotto la di lei Costituzione dell'anno III, che evidentemente dovette segnalarlo sulla scena politica, se ne diede notizia anche La France vue par l'Armée d'Italie.

Tra le annotazioni aggiunte al testo francese che il F. presentava come una tra le migliori analisi del commercio, delle finanze, delle forze armate, della pubblica istruzione e dell'organizzazione dei culto nella Francia direttoriale, si apprezzano alcuni vigorosi accenni alla libertà di stampa, alla "contraddizione" come "pietra di paragone" degli Stati democratici e alla tolleranza religiosa.

Dell'interesse del F. per la stampa, e soprattutto per il problema della sua libertà, si ha conferma sia con la pubblicazione del Promemoria al ministro degli Affari interni e della relativa Prosecuzione (entrambi a Milano ai primi di luglio del 1797). ferme proteste contro le prime strette repressive che avrebbero ripetutamente colpito la pubblicistica cisalpina, sia con la sua partecipazione, testimoniataci dal Giornale senza titolo, a un "gabinetto letterario" organizzato da C. Salvador, M. Galdi, G. Poggi e dal gruppo più direttamente legato al libraio Barelle. La sua dichiarata milizia democratico-repubblicana è testimoniata anche dalla sua adesione, sempre nel 1797, alla Società di pubblica istruzione di Milano, all'interno della quale il F. ricoprì anche funzioni temporanee di segretario.

A tale proposito, sono da ricordare almeno due interventi dalle tribune del club milanese, uno a favore di alcuni "terrieri" contro un "castaldo" e l'altro relativo ad alcuni non marginali rilievi critici rispetto al testo costituzionale cisalpino, singolarmente consonanti con le proteste di P. Custodi. Dalle annotazioni di diario di quest'ultimo, sappiamo che il F. fu imposto dal generale C.-M.-A. Brune come rappresentante luniore all'Assemblea cisalpina nell'ottobre 1798 ed estromesso dal generale O. Macoux Rivaud due mesi dopo: ulteriore sintomo, questo, del suo deciso schierarsi con l'ala più radicale (del resto un rapporto del dicembre 1798 lo segnalava come sedizioso "anarchiste").

Purtroppo più nulla si sa del F. per il periodo napoleonico, al di là del fatto che risulta essere stato assessore municipale milanese tra il 1800 e il 1802, e di alcuni generici cenni ad una sua mansione di "amministratore dei pubblici lavori del Foro" di Milano, peraltro espletata, secondo le rare testimonianze, con puntualità e rigore: un'esperienza da considerarsi cruciale, per il maturarsi in lui, come avvenne per altri democratici cisalpini, della coscienza del proprio ruolo come pubblico impiegato zelante e motivato all'interno della compagine della "nionarchia amministrativa" instaurata da Napoleone.

Parallelamente, non doveva essere passato del tutto in secondo piano neppure l'interesse per le questioni editoriali, se lo stesso F. afferma di aver assistito il fratello Giulio nell'elaborazione dell'iniziativa legata ai Classici italiani; ma sul suo coinvolgimento non si hanno più precise informazioni.

Dopo essere stato sospeso dall'impiego al ritorno degli Austriaci, ottenne, non senza difficoltà e ritardi, la patente di libraio e tipografo nel luglio 1815. Iniziava così la sua più che ventennale attività imprenditoriale nella Milano della Restaurazione, nella quale avrebbe trasfuso una perizia e un'attenzione che gli avrebbero meritato l'apprezzamento di molti intellettuali, primo fra i quali A. Manzoni, che ammirava in lui l'"intelligenza", l'"accuratezza" e l'"onoratezza delicata e sdegnosa": un giudizio, questo, che faceva onore all'attenzione riservata dal F. anche ai minuti aspetti redazionali e tipografici e ancor prima alla "politezza" dei testi. Egli non si sottrasse neppure alla fatica delle traduzioni, firmando per esempio quella del Viaggio all'interno dell'Affica di Mungo Park, pubblicata dal milanese Sonzogno nel 1816, e quelle di alcuni romanzi di W. Scott da lui stesso editi.

All'interno della produzione editoriale del F. sono chiaramente riconoscibili alcune direttrici. Ovviamente, in primis, ilsostegno alla scuola romantica milanese del Conciliatore, periodico pubblicato tra il 1818 e il 1819, e ai suoi componenti (T. Grossi, S. Pellico, C. Porta, G. Torti, E. Visconti e soprattutto Manzoni, che per i tipi del F. pubblicò il Conte di Carmagnola, gli Inni sacri, l'Adelchi e la prima edizione dei Promessi sposi, nel 1827).

Se, nel caso del "foglio azzurro", la posizione del F. appare esplicitamente defilata, da puro tipografo, non bisogna dimenticare, d'altra parte, l'espediente discreto ed accorto di tenere in secondo piano le finalità e l'identità del gruppo promotore, onde eludere i sospetti della polizia e far decollare l'iniziativa: questa tattica va considerata la prova di un coinvolgimento reale del F. con il gruppo di F. Confalonieri, testimoniato anche dalla frequente pubblicazione di operette relative al mutuo insegnamento.

Un altro aspetto dell'attività editoriale del F. è quello rappresentato dall'attenzione rivolta ai problemi religiosi, riscontrabile soprattutto nella scelta della pubblicazione delle opere di P. Tamburini, di cui e da sottolineare l'impegno e il rigore (Berengo, 1980), ma anche in certa pur eclettica produzione dall'autentica ed anticonformista venatura religiosa (da Erasmo a Milton, dal Cantico dei cantici a Tommaso Moro, consigliatogli da P. Giordani; né si dimentichi il fatto che fu sempre il F. a pubblicare in volumetto, nel 1837, le Ricerche economiche sulle interdizioni israelitiche di C. Cattaneo). Da ultimo, accanto alla meritoria traduzione, dal 1821 in poi, dei romanzi dello Scott (cui lavorò una équipe composta, tra l'altro, da V. Lancetti, P. Borsieri e G. Barbieri, e che suscitò un'accanita concorrenza da parte di altri editori), si segnala, nel corso degli anni '30, uno spiccato interesse verso la pubblicistica medica, coerentemente con una più generale evoluzione della produzione e del mercato verso opere tecnico-specialistiche.

Sotto il profilo quantitativo, della frequenza delle novità e dell'entità delle tirature, si ha una conferma delle proporzioni ragguardevoli assunte dall'iniziativa del F., che acquisì senza dubbio una considerevole e salda posizione all'intemo del mercato librario: a fronte di una decina di titoli annuali e di tirature uniformemente attestate sul migliaio di copie per tutti gli anni '20, nel periodo successivo (dopo una flessione tra il 1830 e il 1831), si passa anche a punte annuali di oltre venti titoli e a medie di 1500-2000 copie. Ben più limitato e decisamente ridotto, invece, dovette essere il giro d'affari commerciale, per il quale una testimonianza del Manzoni parla di un'esplicita ritrosia del F. verso un "commercio esteso", anche per il rifiuto dei "libri in cambio dagli altri editori".

Quando, nell'estate del 1837, la ditta Borroni e Scotti gli subentrò nell'attività editoriale, la continuità degli indirizzi e delle scelte rispetto alla gestione precedente, non solo per le opere ereditate o ristampate, continuò ad essere sensibile. Né, d'altronde, il F. si ritirò completamente a vita privata se, ad esempio, ricevette dal Manzoni, nel 1839, la delega a sovrintendere sulle questioni tecnico-grafiche attinenti all'edizione illustrata dei Promessi sposi, oltre che, in un secondo momento, alla cominercializzazione dell'opera; così come risultano sue consulenze per altri stampatori milanesi, fino a pochi mesi dalla sua morte.

Il F. morì a Milano il 17 febbr. 1844.

Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Milano, Studi, p. a., cart. 17: Processi verbali della Società di pubblica istruzione, passim; cart. 109, fasc. 16; Promemoria al Ministero degli Affari interni, Prosecuzione del Promemoria, Discorso lettosi nella pubblica sessione del giorno 11 fiorile anno I della Repubblica Cisalpina nella sala della Società di pubblica istruzione dal citt. V. F. membro della medesima ... ; ibid., p. m., cart. 232, fasc. 4 b; cart. 247, fasc. 20; Ibid., Commercio, p. m., cartelle 334, 336, 345, 348, 353; Milano, Arch. storico civico, Ruolo generale di popolazione (1811), vol. IX; Ruolo generale di popolazione (1835), vol. XXI; Registro a stampa delle persone morte (1844); Dicastero, cart. 289; Necr., in Gazzetta privilegiata di Milano, p. 19 febbr. 1844, p. 200; Giornale popolare della Società di pubblica istruzione di Milano, 1º mietitore a. V (19 giugno 1797); Giornale senza titolo, 10 ventoso a. VI (1º marzo 1798); Lo Spettatore, 1818, pp. 619-623; Gazzetta di Milano, 21 luglio 1820; Elenco delle opere stampate e pubblicate in Milano e nelle provincie lombarde, Milano 1821-1837; Biblioteca italiana, gennaio-marzo 1826, p. 290; Un diario inedito di P. Custodi (25 ag. 1798-3 giugno 1800), a cura di C. A. Vianello, Milano 1940, pp. 50 ss., 80; Carteggio di F. e T. Confalonieri, a cura di F. Arese - A. Giussani, Milano 1956, pp. 88, 98; M. d'Azeglio, I miei ricordi, a cura di M. Legnani, Milano 1963, p. 470; S. Pellico, Lettere milanesi (1815-1821), a cura di M. Scotti, Torino 1963, pp. 230, 232, 415; C. Dossi, Note azzurre, a cura di D. Isella, Milano 1964, II, p. 614; L. di Breme, Lettere, a cura di F. Camporesi, Torino 1966, ad Indicem; Le lettere della cameretta, a cura di D. Isella, Milano 1967, pp. 393 ss.; A. Manzoni, Lettere, a cura di C. Arieti, I-III, Milano 1970, ad Indicem; B. Sanvisenti, L'atto di nascita del "Conciliatore", in Arch. stor. lomb., s. 6, LIV (1927), pp. 400-423; M. Parenti, Manzoni editore, Bergamo 1945, ad Indicem; Il Conciliatore. Foglio scientifico-letterario, a cura di V. Branca, I-III, Firenze 1948, ad Indicem; G. Vaccarino, Ipatrioti "anarchistes" e l'idea dell'Unità italiana (1796-1799), Torino 1955, p. 69; M. Berengo, Le lettere milanesi di S. Pellico, in Riv. stor. ital., LXXVII (1965), p. 164; Id., Intellettuali e librai nella Milano della Restaurazione, Torino 1980, ad Indicem; S.Nutini, La Società di pubblica istruzione di Milano, in Studi storici, XXX (1989), pp. 903 s.; G. Fumagalli, Lexicon typegraphicum Italiae, Florence 1905, p. 531.

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