VITE

Enciclopedia Italiana - III Appendice (1961)

VITE (XXXV, p. 469)

Giovanni Dalmasso

Gli studî e le ricerche sulla vite, considerata sia dal punto di vista più strettamente botanico sia da quello tecnico ed economico, hanno avuto notevoli sviluppi nell'ultimo ventennio, tanto in Italia quanto all'estero, per opera soprattutto d'istituti sperimentali specializzati, di cui non pochi creati recentemente in varî paesi del mondo: da quelli più tradizionalmente viticoli (quali i paesi latini) a quelli in cui la viticoltura si è sviluppata in tempi più o meno recenti, come i paesi delle due Americhe e dell'Estremo Oriente, e il Sudafrica.

Tali studî hanno portato nuovi importanti contributi alla conoscenza delle Ampelidee che più da vicino interessano la viticoltura. Da ricordare fra i molti quelli di una folta schiera di ampelografi dell'URSS, che si sono dedicati in modo speciale allo studio delle v. aborigene dei vasti territorî asiatici, nei quali la Vitis vinifera L. era già diffusa fin dai tempi più antichi, sia come sottospecie silvestris, sia come sottospecie sativa. Dei vitigni aborigeni A.M. Negrul di Mosca ha tentato una classificazione in 3 gruppi o proles, rispettivamente denominati: proles pontica, proles occidentalis, proles orientalis. Gli appartenenti alla prima sono diffusi dalla Georgia all'Asia Minore, e nei paesi dell'Oriente europeo; quelli della seconda, in Italia, Francia, Penisola Iberica, Germania; quelli della terza nell'Asia centrale, nella Persia, Armenia, Afganistan, ecc.

Contributi pure interessanti agli studî più propriamente ampelografici furono portati da altri studiosi, con tentativi di sistemi di classificazione basati su nuovi criterî. Da ricordare in modo speciale quelli di B.D. Krimbas di Atene, che studiando l'ampelografia ellenica ha adottato come carattere tassonomico precipuo il rapporto lunghezza dell'acino/lunghezza del vinacciolo; e quelli dei fautori dei metodi ampelometrici, e specialmente del portoghese Acurcio Rodrigues, sostenitore d'un metodo da lui chiamato fillometrico, che dovrebbe sostituire integralmente i metodi descrittivi tradizionali (i quali però resistono tuttora, perché, se razionalmente applicati, possono egregiamente prestarsi agli scopi più comuni dell'ampelografia). Metodi misti, descrittivi c biometrici, sono oggi seguiti anche da altri studiosi, come P. Galet di Montpellier.

Nel campo ampelografico è da segnalare l'importante iniziativa presa dal nostro ministero dell'Agricoltura e Foreste per uno studio dei principali vitigni da vino coltivati in Italia, affidato ad un'apposita Commissione nominata nel 1950 e che ha ormai pressoché ultimato il lavoro, che dovrà servire di base per suggerire i migliori vitigni da diffondere nelle varie regioni viticole d'Italia.

Sempre nel campo degli studî viticoli sono parimenti da segnalare quelli rivolti ad una più approfondita conoscenza della mor10logia e della fisiologia della vite: soprattutto quelli sui varî tipi di gemme e sulla loro differenziazione (Breviglieri, Manzoni, Huglin); sui varî tipi di fiori e sulle anomalie fiorali (Cosmo, Breider, Husfeld); sul sistema radicale delle viti (Breviglieri, Branas).

Nel campo della tecnica ed economia viticola, notevole impulso venne dato allo studio di sistemi d'allevamento e di potatura della v. che consentano più elevate produzioni senza pregiudizio della qualità, al fine precipuo di ridurre i costi di produzione ancora eccessivi in molte regioni viticole italiane. A tal fine può contribuire una più larga applicazione delle macchine per la lavorazione del terreno, per i trattamenti antiparassitarî, e per altre operazioni colturali. Ma la meccanizzazione della viticoltura incontra gravi difficoltà specialmente nelle zone collinari e dove la proprietà fondiaria è più suddivisa (e sovente dispersa). Di qui una serie di problemi nuovi, che richiamano sempre più l'attenzione degli studiosii dei tecnici, degli economisti.

Per la superficie coltivata, la produzione e il commercio, v. Vino, in questa Appendice.

Bibl.: Ampelografia dell'URSS, a cura di Prostoserdov, Bagrinzev, Negrul, Floro-Bagreiev, Tifanink ed altri, 6 voll., Mosca 1946-1956 (in lingua russa). Vedasi anche: B. D. Krimbas, Ampélographie hellénique, 3 voll., Atene 1943-49 (in lingua greca, con riassunti in francese); A. Manaresi, Trattato di viticoltura, Bologna 1947; G. Dalmasso, Problemi di viticoltura moderna, Milano 1947; Acurcio Rodrigues, Un método filométrico de caraterizaçao ampelográfica, Lisbona 1952; P. Galet, Précis d'ampélographie pratique, I, Montpellier 1952; G. Dalmasso e V. Tyndalo, Viticoltura e ampelografia dell'URSS, in Atti Acc. ital. d. vite e del vino, IX (1957); I. Cosmo, A. Comuzzi, M. Polsinelli, Portinnesti della vite, Bologna 1958.

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