Branca, Vittore

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Filologo e critico letterario (Savona 1913 - Venezia 2004). Un ramo della famiglia discende dall'abate Stoppani (1824-1891), e porta vivo il senso di quella missione, che fu del cattolicesimo liberale dell'Ottocento, di saper unire scienza e sapienza. Vittore B. compie i suoi studi alla Scuola Normale di Pisa: ha per maestri Momigliano e Pasquali, per sodali Kristeller e Getto. Presto impegnato nella Resistenza (con Ragghianti e Zoli), diviene, nella Firenze liberata, uno degli animatori della Nazione del Popolo: vivide pagine di quell'esperienza sono in Ponte Santa Trinita. Per amore di libertà, per amore di verità, 1987. Chiamato a rappresentare un'Italia umiliata dalla guerra ma conscia, con De Gasperi, delle proprie origini, all'UNESCO - ove anima con Caillois la rivista Diogène e una Collana dei grandi classici delle letterature universali -, viene nominato professore di Letteratura italiana nell'Università di Catania, 1950 (e poi di Padova, 1952); Vittorio Cini lo sollecita a dirigere la neonata Fondazione Giorgio Cini a Venezia, di cui è stato l'anima per oltre 50 anni. La sua bibliografia, critica, filologica e civile, è sterminata, inizia dal 1932 ed è raccolta in volume nel 1994 (Bibliografia degli scritti di Vittore Branca in occasione dell'ottantesimo compleanno, 1994; e ora completamente aggiornata, 2006). Editore critico dei nostri classici del Medioevo e dell'Umanesimo (san Francesco, Boccaccio, Poliziano), Vittore B. è stato sensibile sempre ai problemi di metodo (si veda il profilo, curato con Jean Starobinski, Filologia e critica, e il ricchissimo e fondamentale Dizionario critico della letteratura italiana, in tre volumi). Membro dell'Accademia Nazionale dei Lincei dal 1982 e dottore honoris causa di molte università europee, americane, asiatiche, ha fondato l'"Associazione Internazionale per gli studi di Lingua e Letteratura Italiana", e ha diretto le riviste Lettere Italiane e Studi sul Boccaccio, di cui è stato fondatore. Di Boccaccio è il più autorevole interprete internazionale, avendo del Decameron identificato gli autografi e fornito l'edizione critica, a coronamento dell'imponente scrutinio dei testimoni (Tradizione delle opere di G. Boccaccio, vol. I, 1958, vol. II, 1991). Memorabile resta il suo Boccaccio medievale, 1956, e l'edizione completa delle opere, compiuta presso Mondadori; terminata la quale ha ancora fornito il ricco affresco Boccaccio visualizzato, 1999, e infine Il capolavoro del Boccaccio e due diverse redazioni, 2002. Con Boccaccio, ha risalto l'epopea dei "mercatanti" (i Ricordi di Giovanni di Pagolo Morelli, 1956, e i Mercanti scrittori, 1986; e infine: Con amore volere. Narrar di mercatanti fra Boccaccio e Machiavelli, 1996). Non meno importanti gli studi sull'Umanesimo civile, sin dall'edizione di Un trattato inedito di Ermolao Barbaro: il De coelibatu liber, 1952, e 1969, e poi dell'Incompiuta seconda Centuria dei "Miscellanea di Angelo Poliziano", 1962 e 1972 (edizione critica in 3 voll.), per fornirne infine un esemplare modello in La sapienza civile. Studi sull'Umanesimo veneziano, 1997. Ricapitola la sua lettura del Novecento il volume di ritratti Protagonisti nel Novecento, 2004 (in esso si legga Una autobiografia - o meglio autoironia - intellettuale). Muore pochi mesi dopo. Dall'amico papa Montini aveva tratto la sua linea di vita e di ricerca, il suo lascito: "La ricerca della verità è come la preghiera".

Carlo Ossola

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