NOVARESE, Vittorio

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 78 (2013)

NOVARESE, Vittorio

Alessio Argentieri

NOVARESE, Vittorio. – Nacque a Torino il 7 marzo 1861, da Luigi e da Maria De Filippi.

Laureato in ingegneria civile alla Regia scuola di applicazione per gli ingegneri di Torino e assunto nel 1883 nel Regio corpo delle miniere, fu inviato a specializzarsi presso l’Accademia montanistica di Berlino; in Germania partecipò a rilevamenti in Turingia, Harz, Brandeburgo e sul Reno e frequentò poi il corso di petrografia di Karl Heinrich Rosenbusch all’Università di Heidelberg. Al rientro dal tirocinio minerario, fu assegnato all’Ufficio geologico e incaricato dei rilevamenti in Calabria, con la supervisione di Emilio Cortese (1886-90), e nel Senese e in Maremma con Bernardino Lotti e Pompeo Moderni (1888-93). Firmò, con Cortese e Giovanni Aichino, i Fogli 236 «Cosenza», 237 «San Giovanni in Fiore», 241 «Nicastro» e 242 «Catanzaro» della Carta geologica d’Italia alla scala 1:100.000 (Roma 1895); frutto degli studi in Toscana meridionale furono i Fogli 128 «Grosseto» (ibid. 1905) e 120 «Siena» (ibid. 1906).

Nel 1896 si trasferì da Torino a Roma. Nel 1899 sposò a Torino Elisa Simondetti, da cui ebbe i figli Giorgio, Maria Luisa, Giorgina e Vittorio detto Nino (1907-1983; costumista, scenografo, soggettista e sceneggiatore cinematografico, vincitore di due Oscar).

Dal 1890 fu incaricato dei rilevamenti nelle Alpi occidentali, fra il lago di Como e le valli di Pinerolo: l’area, al centro dei suoi interessi per oltre 40 anni, fu il suo più importante campo di studi, con circa 50 pubblicazioni e 14 fogli della Carta geologica d’Italia alla scala 1:100.000.

Con i colleghi dell’Ufficio geologico contribuì significativamente al progresso delle conoscenze sull’arco alpino, risolvendo i problemi cronologici e strutturali della zona del Piemonte, di cruciale importanza per l’interpretazione della catena montuosa. I rilevamenti di dettaglio consentirono di definire l’età mesozoica dei complessi metamorfici dei calcescisti ofiolitiferi piemontesi, ponendo fine a una lunga disputa nella comunità geologica italiana. Sintesi degli studi fu la Carta geologica delle Alpi occidentali alla scala 1:400.000 (Roma 1908), di cui fu autore con Secondo Franchi, Augusto Stella, Domenico Zaccagna ed Ettore Mattirolo. Frutto della collaborazione con Mattirolo, Franchi e Stella furono i Fogli 28 «Aosta», 29 «Monte Rosa», 41 «Gran Paradiso», 42 «Ivrea» (Novara 1912); 15 «Domodossola», 55 «Susa» e 67 «Pinerolo» (ibid. 1913) della Carta geologica d’Italia. In seguito furono pubblicati i Fogli 16 «Cannobio» (ibid. 1921); 56 «Torino» (Roma 1925) a cui collaborò Federico Sacco, e 30 «Varallo» (ibid. 1927). Nel corso degli anni Trenta vennero stampati ulteriori Fogli a cui lavorò assieme, tra gli altri, a Enrico Fossa Mancini e Giovanni Merla: 6 «Passo dello Spluga» (1931); 31 «Varese» (1932); 32 «Como» (1937); 17 «Chiavenna» (1941). Tra i numerosi lavori a stampa sulla catena alpina: Nomenclatura e sistematica delle rocce verdi nelle Alpi Occidentali, in Boll. del R. comitato geologico d’Italia, 1895, n. 26, pp. 164-181; Nuovi giacimenti piemontesi di giadeiti e rocce giadeitoidi, ibid., 1903, n. 22, pp. 135-140; Nota geologica, in calce a G. Rey, Il Monte Cervino, Milano 1904; La zona del Canavese e le formazioni adiacenti, in Memorie descrittive della Carta geologica d’Italia, 1929, n. 22, pp. 65-212; La formazione dioritico-kinzigitica in Italia, in Boll. del R. ufficio geologico d’Italia, 1931, n. 56, pp. 1-62; Il sistema eruttivo Traversella-Biella, ibid., 1943, n. 28, pp. 1-90. Oltre ai lavori di geologia del cristallino, produsse diverse note sull’evoluzione delle valli alpine, tra cui Il Quaternario in Val d’Aosta e nelle valli del Canavese, ibid., 1911, n. 42, 4, pp. 251-280; 1914, n. 44, 3, pp. 203-244; 1915, n. 45, 3-4, pp. 137-194; Gli apparati morenici wurmiani del Lago Maggiore e del Lago d’Orta, ibid., 1927, n. 52, 8, pp. 1-64.

Novarese fu chiamato ad analizzare i campioni di rocce e minerali raccolti nelle spedizioni in Alaska (1897) e nel Karakorum (1909) dal principe Luigi Amedeo di Savoia-Aosta (Rocce e minerali dell’Alaska Meridionale, in La spedizione di S.A.R. il Duca degli Abruzzi al Monte Sant’Elia (Alaska), 1897, a cura di F. De Filippi, Milano 1900, e I risultati scientifici della spedizione di S.A.R. il Principe Luigi Amedeo di Savoia nel Karakorum, in Boll. della Soc. geografica italiana, 1912, n. 4, pp. 355-365).

Nel 1912, parallelamente all’attività nelle Alpi, coordinò i rilevamenti geologici in Sardegna sud-occidentale, che lo impegnarono lungamente.

Fu autore (con Guido Pullè, Camillo Pilotti e Luigi Fiorentin) delle prime tre tavolette della Carta geologico-mineraria dell’Iglesiente alla scala 1:25.000 (pubblicate a Novara): «Iglesias» (1919), «Nebida» (1920) e «Portoscuso» (1926). Della Carta geologica d’Italia alla scala 1:100.000 firmò, come coautore, i Fogli 232-232 bis «Isola di S. Pietro-Capo Sperone» (Roma 1933) e 233 «Iglesias» (ibid. 1938). Tra i suoi articoli sul massiccio sardo: Lo studio geologico del suolo sardo, in Boll. della Soc. geologica italiana, 1922, n. 41, pp. 284-290; Cenni sommari sul paleozoico dell’Iglesiente (con Michele Taricco), ibid., pp. 316-325; Contributo alla geologia dell’Iglesiente: la serie paleozoica, in Boll. del R. ufficio geologico, 1922-23, n. 49, 10, pp. 1-107; Sul cambriano della Sardegna, ibid., 1942, n. 67, pp. 1-28.

Nel 1917 fu capo di gabinetto del celebre naturalista e geologo Mario Cermenati, sottosegretario di Stato per l’Agricoltura con il ministro Giovanni Raineri nel governo Boselli. Al termine del periodo bellico fu membro della Commissione centrale per lo studio e le proposte di provvedimenti occorrenti al passaggio dallo stato di guerra allo stato di pace (la ‘Commissionissima’), istituita il 30 giugno 1918. Dal 1921 al 1936 insegnò geologia applicata e mineralogia presso la Scuola d’applicazione per gli ingegneri di Roma. Nel 1925 ricevette dal Comitato geologico l’incarico della terza edizione della Carta geologica d’Italia alla scala 1:1.000.000.

Dopo cinque anni di meticoloso lavoro di sintesi, iniziato nel 1926, fu pubblicata la carta in 6 fogli (Roma 1931), con sostanziali modifiche e innovazioni rispetto all’edizione del 1889 (note in La carta geologica d’Italianella scala di 1:1.000.000, in Boll. del R. ufficio geologico d’Italia, 1932, 57/8, pp. 1-9).

Nel 1934, al suo pensionamento con il grado di geologo superiore, il ministero delle Corporazioni lo designò direttore onorario dell’Ufficio geologico. Nel 1944 fu nominato membro, poi presidente, della Commissione geologica, che aveva il compito di seguire la realizzazione della Carta geologica d’Italia.

Consigliere della Società geologica italiana per molti anni, ne fu presidente nel 1916 e nel 1922. Fu inoltre socio corrispondente della Reale accademia delle scienze di Torino, della Società geografica italiana, della Società italiana per il progresso delle scienze e della Società geografica di Lima. Fu membro del Consiglio nazionale delle ricerche, dell’Istituto di paleontologia umana di Firenze e del consiglio direttivo del Comitato nazionale scientifico tecnico per lo sviluppo e l’incremento dell’industria italiana.

Il 31 gennaio 1948 presentò al XVIII Congresso geologico internazionale di Londra la sua ultima comunicazione, I giacimenti piombo-zinciferi della Sardegna (in Report of the 18th Session of the international geological congress, Great Britain 1948, London 1950, pp. 251-256).

Morì a Roma il 25 marzo 1948.

La sua produzione scientifica consta di circa 200 pubblicazioni e 18 fogli della Carta geologica d’Italia alla scala 1:100.000. Oltre al rilevamento geologico, si dedicò allo studio delle risorse minerarie e dei combustibili fossili, compiendo missioni in Argentina (Puma de Jujuy, 1888); Eritrea (1917); Transcaucasia (1919-20). Nel contesto politico ed economico dell’Italia fascista ebbe occasione di approfondire questi campi di ricerca, di strategica importanza per l’incremento della produzione nazionale. Tra i suoi lavori sulle risorse del sottosuolo: Il carbone nero ed il carbone bianco in Italia, in Atti della Soc. italiana per il progresso delle scienze, 1916, n. 8, pp. 353-370; I terreni petroliferi della Valle Latina, in Rassegna mineraria, metallurgica e chimica, XXX (1924), 61, 4, pp. 87-95; Trivellazione profonda nell’Agro Pontino, in Boll. del R. ufficio geologico d’Italia, 1930, n. 55, 11, pp. 1-3; L’origine profonda dei petroli dell’Appennino centrale, ibid., 1942, n. 66,5, pp. 1-13; La genesi del patrimonio minerario italiano, in L’industria mineraria d’Italia e d’oltremare…, XIV (1940), 9, pp. 189-197.

Fornì importanti contributi anche nel campo della geologia applicata, in particolare sulla bonifica dell’Agro Pontino e delle colline del preappennino, dei bacini artificiali e delle risorse idriche sotterranee, nonché sul terremoto di Messina del 1908. Tra i suoi lavori: LAgro Pontino e il bacino di Fondi. Geologia e permeabilità dei terreni, in Sorgenti italiane. Elenco e descrizione, Roma 1934; Mineralogia, litologia e geologia delle argille italiane, in La bonifica delle colline argillose plioceniche. Preappennino Tosco-Emiliano e Marchigiano, ibid., pp. 21-32; Le sorgenti dell’Amaseno, in Boll. del R. ufficio geologico d’Italia, 1942, n. 67,1, pp. 1-10; Relazione geologica sul crollo della Diga di Molare (13 agosto 1935), Milano 1938. Sul sisma di Messina, La geologia del terremoto Calabro Siculo 28 dicembre 1908 (con Gioacchino De Angelis d’Ossat), in Annali della Soc. degli ingegneri e degli architetti ital., XXIV (1909), 8, pp. 241-244 e Il terremoto del 28 dicembre in Reggio Calabria e provincia, in Boll. del R. comitato geologico d’Italia, 1909, 40, 4, pp. 424-496.

Si occupò di storia della geologia, redigendo necrologi e biografie di scienziati, tra cui: Pietro Zezi, in Boll. del R. comitato geologico d’Italia, 1915, n. 45, 1-2, pp. 1-6; Secondo Franchi, in Boll. del R. ufficio geologico d’Italia, 1938, n. 63, 7, pp. 1-22; Emilio Cortese, ibid., 1939, n. 64, 7, pp. 1-8; Giovanni Aichino,ibid., 1942, n. 67, 8, pp. 1-4. Nel centenario della Prima riunione degli scienziati italiani scrisse la nota Il contributo italiano al progresso della geologia negli ultimi 100 anni, in Un secolo di progresso scientifico italiano. 1839-1939, a cura della Società Italiana per il progresso delle scienze, II, Roma 1939, pp. 485-497. Collaborò inoltre con l’Enciclopedia Italiana redigendo diverse voci, tra cui: Geologia dell’Europa, XIV, p. 584; Geologiche, carte, ibid., p. 622; Prospezione mineraria, XXVII, pp. 360-362.

Fonti e Bibl.: C. Crema, V. N., in Boll. della Soc. geologica italiana, 1949, n. 68, pp. 99-109, con l’elenco delle opere; G.B. Dal Piaz - G.V. Dal Piaz, Sviluppo delle concezioni faldistiche nell’interpretazione tettonica delle Alpi (1840- 1940), in Cento anni di geologia italiana …, Bologna 1984, pp. 41-70; S. Barca - T. Cocozza - I. Salvadori, Storia delle ricerche geologiche nel Massiccio Sardo,ibid., pp. 315-352; M. Pantaloni, La carta geologica d’Italia alla scala di 1:1.000.000: una pietra miliare …, in Geologia tecnica e ambientale, 2011, nn. 2-3, pp. 88-99.

Si ringrazia Marco Pantaloni per la colla-borazione.

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