VOLTAMETRO

Enciclopedia Italiana (1937)

VOLTAMETRO

Bruno Pontecorvo

Strumento che, per mezzo dell'elettrolisi, permette la determinazione della quantità dî elettricità trasportata da una corrente in un dato tempo. Esso viene perciò chiamato, in altri paesi (per es. in Germania), anche Coulombmeter, essendo il coulomb l'unità pratica di quantità di elettricità; ciò avrebbe anche il vantaggio di evitare ogni confusione con voltometro (v.), che indica uno strumento assai diverso.

Esistono varî tipi di voltametri (v. anche elettrochimica); tutti si fondano sulle leggi dell'elettrolisi (v.): Faraday ha mostrato che la dissociazione elettrolitica, che accompagna il passaggio della corrente nei conduttori "di seconda specie" (per es., soluzioni acquose di sali, acidi o basi), obbedisce a delle semplici leggi quantitative, che permettono la determinazione della quantità di elettricità trasportata dalla corrente in base alle quantità di materia liberate corrispondentemente agli elettrodi. Così, per es., nell'elettrolisi dell'acqua acidulata (soluzione diluita di acido solforico) si sviluppa idrogeno al catodo, e precisamente per ogni coulomb di elettricità trasportato dalla corrente si sviluppano 0,12 cmc. d'idrogeno. Il voltametro ad acqua acidulata (con elettrodi di platino) si fonda appunto su questa legge.

Un voltametro, che può essere estremamente preciso, è quello a nitrato d'argento: un anodo d'argento pesca in una soluzione di nitrato d'argento contenuta in una bacinella di platino, che fa da catodo. Per la misura della corrente si pesa la quantità di argento depositata sul catodo: per ogni coulomb si depositano 1,118 mgr. d'argento.