VOMITO

Enciclopedia Italiana (1937)

VOMITO (fr. vomissement; sp. vómito; ted. Erbrechen; ingl. vomit)

Piero BENEDETTI
Angiola BORRINO
Nino BABONI

È l'emissione attraverso la bocca del contenuto stomacale provocata dalla soverchia distensione del ventricolo o da sostanze sviluppatesi da un processo digestivo abnorme o per influenze eccitanti i centri nervosi capaci di provocare il vomito.

Esso rappresenta un atto riflesso, che interviene cioè senza alcuna partecipazione della volontà; si produce per una contrazione attiva dei muscoli della parete addominale e per una speciale attività motoria dello stomaco, diretta in senso opposto a quella che ha luogo nel normale processo della digestione gastrica: si verifica una chiusura energica dell'orificio pilorico, seguita da contrazioni che si propagano verso l'alto, verso il corpo dello stomaco, mentre la regione del cardias si dilata e il contenuto è costretto a prendere la via dell'esofago. Il vomito, spesso preceduto da nausea, è frequente non solo nelle malattie dello stomaco, ma anche in affezioni di molti altri organi. L'ulcera e il cancro dello stomaco dànno luogo al vomito soprattutto quando sia ostacolato il passaggio del contenuto gastrico nell'intestino per un restringimento dell'orificio pilorico, sia esso di natura organica sia di natura funzionale cioè da contrazione della muscolatura anulare del piloro. La perigastrite, le dispepsie acute o croniche dànno luogo spesso a vomito in occasione di disordini dietetici; il vomito mattutino di liquido filante, emesso a digiuno, è proprio degli alcoolisti cronici. Molte malattie estrinseche allo stomaco dànno di frequente il vomito; fra esse la calcolosi biliare, la colecistite, l'appendicite, affezioni utero-ovariche, dislocazioni dei visceri addominali, alcune malattie organiche del sistema nervoso (meningiti, tumori cerebrali, tabe), le nefriti allo stadio uremico, ecc. Vi sono forme di vomito nervoso isterico. Il sintoma può essere provocato da stimolazioni varie, anche lievissime, alla base della lingua, sul palato, ecc. I caratteri fisici, chimici e microscopici del materiale espulso forniscono elementi importanti per stabilire l'affezione causale del vomito: si distinguono il vomito alimentare, il vomito mucoso, il vomito iperacido formato da succo gastrico quasi puro, il vomito biliare, il vomito sanguigno di aspetto nerastro, se il sangue ha soggiornato un certo tempo nello stomaco, oppure rosso rutilante se è espulso appena stravasato, il vomito fecaloide, indice di occlusione intestinale o di abnorme comunicazione tra lo stomaco e il grosso intestino. Le indagini praticate più comunemente sul materiale vomitato consistono nella ricerca dell'acido cloridrico libero e combinato, del sangue, se contenuto in tracce invisibili, degli elementi cellulari presenti.

Vomiti ciclici (vomiti ricorrenti o periodici). - Crisi di vomito che si presentano in bambini fra 3 e 10 anni, a intervalli più o meno regolari, tutti i mesi o ogni 3-4 mesi: il vomito si presenta improvviso, senza causa visibile o dopo una fatica, un pasto più abbondante o un'emozione, e si ripete per qualche ora, più di rado per 2-3 giorni, dapprima formato di sostanze alimentari, poi acquoso e verdastro per la presenza di bile: durante la crisi v'è quasi sempre forte cefalea, debolezza e capogiri, l'alito ha un odore caratteristico come di frutta (alito acetonico), spesso v'è febbre, anche a 40°: facendo l'esame dell'urina vi si trovano acetone, acido ossibutirrico, e acido lattico, sostanze che si ritrovano pure nel digiuno, e sono indice di processi disintegrativi dei tessuti.

Il disturbo si riscontra più spesso in bambini di famiglie agiate, nelle quali dominano l'artritismo e il nervosismo, e specialmente fra i bambini di Ebrei. La causa non si può dire del tutto conosciuta: alcuni la vedono nell'artritismo o diatesi urica familiare o nell'eredità neuropatica, altri in alterazioni dell'attività del fegato o in crisi disintegrative dei grassi, altri ancora in turbe dell'apparato digerente, non dissimili da quelle comuni; a ogni modo, per questa come per altre manifestazioni morbose periodiche dell'età infantile (crisi di febbre a causa non determinata, angine periodiche, regredire e riacutizzarsi di eczemi, dell'orticaria, della prurigine, ecc.) si può pensare che speciali anomalie costituzionali, latenti o manifeste, mettano in maggiore evidenza, come condizione patologica, il carattere di periodicità che accompagna molti dei processi vitali. La crisi si cura col riposo assoluto dello stomaco e con impacchi caldi, quindi con la ripresa di cibi leggieri appena essa è passata; si difendono i bambini da crisi successive evitando i disordini alimentari e l'iperalimentazione e cercando di modificare la costituzione.

Patologia veterinaria. - Negli animali il vomito di frequente è di origine riflessa, per replezione dello stomaco, per ingestione di foraggi acri, per la somministrazione di vomitivi, di medicamenti irritanti e caustici; esso appare altresì nelle gastriti, nell'elmintiasi gastrica, nelle ulceri gastriche, nella stenosi e nell'occlusione del piloro per corpi estranei o tumori, nell'occlusione intestinale, nelle peritoniti, ecc.; si presenta pure nel catarro e nell'ostruzione del gozzo degli uccelli. Il vomito può essere di origine centrale per malattie e traumi del cervello e midollo allungato, nel decorso dell'uremia, della colemia, per l'azione di veleni (veratrina, apomorfina, arecolina, ecc.). Il vomito è facile e frequente nei carnivori; al contrario, nei ruminanti e più ancora negli equini è difficile e raro; avviene con relativa facilità nei suini e negli uccelli da cortile. Il vomito può presentarsi una sola volta, o può essere ostinato, come nella gastrite, nell'occlusione intestinale, nelle malattie del peritoneo e del sistema nervoso centrale. I ruminanti vomitano soltanto il contenuto del rumine e della cuffia. Negli animali monogastrici, il materiale alimentare vomitato ha reazione acida intensa; nei carnivori e onnivori dopo che lo stomaco s'è svuotato, si ha l'espulsione di un liquido acquoso, contenente muco, di colore verdiccio o verde-gialliccio per la presenza di bile. Il materiale vomitato può contenere sangue (nella gastrite, nell'ulcera gastrica, nelle ferite e nei tumori ulcerati dello stomaco) o materie fecali arrivate nello stomaco per movimenti antiperistaltici dell'intestino. La gravità del vomito è in rapporto alla causa che lo sostiene. Nel cavallo ha sempre significato sfavorevole (dilatazione eccessiva dello stomaco, gastriti gravi, rottura parziale dello stomaco).

Il vomito non va combattuto nel sovraccarico di alimenti e negli avvelenamenti; va frenato se ostinato, con l'uso del freddo, di narcotici, con medicamenti a base di acido carbonico. Nel cavallo è indicato lo svuotamento dello stomaco.

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