WĀDĪ

Enciclopedia Italiana (1937)

WĀDĪ (plurale widiān)

Giuseppe Stefanini

Parola araba che significa corso d'acqua o anche valle, entrata nell'uso scientifico e anche nell'uso comune, per indicare quei corsi d'acqua dei paesi aridi, e specialmente dei deserti, che per l'estrema rarità delle precipitazioni appaiono di regola come alvei interamente o quasi interamente asciutti, e attivi solo eccezionalmente, subito dopo le piogge: nel Sahara si hanno widiān che rimangono inattivi parecchi anni di seguito. In quelle rare occasioni il wādī può avere però un corso precipitoso, travolgendo sabbie, ciottoli, pietre anche enormi, che col brusco esaurirsi della piena vengono abbandonati e rimangono a ingombrare il letto, il quale così può trasformarsi in una serie di conche, che i Somali chiamano uel. Il rapido decrescere delle piene e il cessare di ogni attività è dovuto alla fugacità delle precipitazioni, che nei paesi aridi sono di solito violente ma di breve durata, alla intensa evaporazione e alla grande permeabilità del letto e di tutto il suolo, generalmente formato di ciottoli e di sabbia. Per questo, molto spesso al disotto del letto inaridito dei widiān esiste nel suolo una corrente subalvea, cioè una falda d'acqua sotterranea, che scorre lentamente nelle porosità del terreno, seguendo a un dipresso l'alveo superficiale, affiora in qualche tratto dove questo sia per avventura più basso, e alimenta la rada vegetazione, che perfino nei deserti non manca generalmente di punteggiare il fondo delle valli. All'affiorare di queste acque in forma di sorgenti debbono non di rado la loro fertilità le oasi; a esse attingono spesso i pozzi nelle regioni aride o semiaride. Di solito, anche nei paesi dove le altre acque del sottosuolo per la grande aridità sono salate fino a diventare quasi imbevibili, quelle del sottosuolo dei widiān rimangono più dolci in grazia del loro scorrimento, per il quale si rinnovano di continuo, dilavando così la sabbia; tuttavia talvolta si caricano anch'esse di sali, ciò che può essere rivelato dalle efflorescenze alla superficie del suolo e dal carattere alofilo della vegetazione. Come rilevò per il primo G. B. Brocchi nel suo viaggio in Egitto e Nubia, e come è stato confermato dagli studiosi recenti, la forma delle valli dei widiān, il loro decorso, la fauna e la flora inducono a pensare che essi abbiano avuto in altri tempi maggior copia di acque, attestando così l'esistenza nelle ultime epoche geologiche di un periodo cosiddetto pluviale, che fa riscontro al periodo glaciale dei climi temperati e freddi.