HILL, Walter

Enciclopedia del Cinema (2003)

Hill, Walter

Federico Chiacchiari

Regista, sceneggiatore e produttore cinematografico statunitense, nato a Long Beach (California) il 10 gennaio 1942. Cineasta 'di frontiera', nella sua opera difficilmente etichettabile H. supera e ridisegna continuamente i confini imposti dai generi. Riferimenti costanti della sua intera filmografia sono Sam Peckinpah e Robert Aldrich, autori dai quali ha tratto un uso incessante del ritmo. È soprattutto la ricerca (impossibile) del passato mitico (dell'America e del cinema classico) da una parte, della modernità (etica e formale) dall'altra, la linea su cui si muove il cinema di H. e che lo rende autore nello stesso tempo dentro e fuori la tradizione.

Cresciuto in una famiglia di origini angloscozzesi, studiò alla Michigan State University dove nacque la sua passione per il cinema, prima come spettatore poi con esperienze dirette sui set. Per evitare la guerra del Vietnam accettò di prestare servizio presso un distributore di benzina del Texas, lavoro considerato 'importante ai fini degli interessi nazionali' che lo esentò dalla coscrizione. Nel 1967 conobbe il regista Peter Yates, del quale divenne assistente alla regia in Bullitt (1968), un thriller con Steve McQueen. Lo stesso ruolo svolse nel film The Thomas Crown affair (1968; Il caso Thomas Crown) di Norman Jewison e poi in Take the money and run (1969; Prendi i soldi e scappa) di Woody Allen.

In quegli anni cominciò a scrivere sceneggiature che a partire dal 1971 vennero trasposte sullo schermo, come per es. Hickey and Boggs (1972; La morte arriva con la valigia bianca) di Robert Culp, poliziesco atipico che anticipa la coppia costituita da un bianco e un nero del film di H. 48 hours (1982; 48 ore). Nello stesso anno scrisse The Getaway (Getaway!), adattando un racconto di J. Thompson, per la regia di Peckinpah. L'incontro con il regista di The wild bunch (1969) rimase una tappa fondamentale nella sua formazione: da Peckinpah H. apprese infatti la tecnica (in particolare l'abilità nella costruzione delle caratteristiche sparatorie dal montaggio infernale, la struttura circolare della sceneggiatura) sia formale (raccontare la contemporaneità attraverso il genere) sia etica (eliminazione, nei personaggi come nelle dinamiche narrative, di una netta demarcazione bene/male). L'incontro con John Huston, per cui scrisse The Mackintosh man (1973; L'agente speciale Mackintosh), non fu altrettanto determinante, ed egli accettò l'incarico per motivi puramente economici.Passò dietro la macchina da presa girando Hard times (1975; L'eroe della strada), in cui si narra la storia di un personaggio solitario con i tratti dell'eroe western che organizza incontri di boxe clandestini nell'America povera e violenta del New Deal. L'opera successiva, un classico film di fuga, The driver (1978; Driver l'imprendibile), ha un impianto straordinariamente 'geometrico', in cui è inserita la figura del detective che insegue un autista coinvolto in alcune rapine, entrambi puri fantasmi calati in dinamiche western nell'ambito di un mondo metropolitano dai tratti noir. Subito dopo H. scrisse e diresse The Warriors (1979; I guerrieri della notte), tratto dal romanzo di S. Yurick, che segnò un'epoca della storia del cinema e dell'immaginario collettivo e che sarebbe diventato uno dei suoi più grandi successi di pubblico. Seguendo una struttura classica, H. disegna l'affresco dell'America violenta che usciva dai fermenti degli anni Settanta. Nella città di New York, delimitata da confini in continua mutazione (le stazioni della metropolitana), si muovono le varie bande, tra cui quella dei Warriors, indicata come responsabile dell'uccisione del capo di una gang rivale e per questo motivo braccata dalle altre e costretta alla fuga. Le dinamiche sono ancora fedeli al western e l'ambientazione notturna rimanda sul piano estetico al noir, ma tra i generi 'miscelati' da H. ci sono anche l'horror, il musical e i film giovanili degli anni Cinquanta. Pur essendo stato accreditato solo come produttore, H. era intervenuto con modifiche significative nella sceneggiatura di Alien (1979) di Ridley Scott, e il suo rapporto con la saga è continuato nel tempo: nel 1986 co-sceneggiatore di Aliens (Aliens ‒ Scontro finale) diretto da James Cameron; nel 1992 coproduttore e co-sceneggiatore di Alien³, diretto da David Fincher e, cinque anni dopo, coproduttore di Alien resurrection (Alien, la clonazione) di Jean-Pierre Jeunet.

Le tematiche e le forme condensate in The Warriors vennero sviluppate nei quattro film successivi, in cui H. delinea l'idea di un recupero e di un aggiornamento delle radici del cinema e dell'uomo americano. Così, nel western The long riders (1980; I cavalieri dalle lunghe ombre) ripercorre la storia del bandito Jesse James, con un occhio a Peckinpah e uno ai valori del Sud degli Stati Uniti. L'anno successivo diresse Southern comfort (1981; I cavalieri della palude silenziosa), allucinata metafora del Vietnam (e della guerra in genere) in cui una pattuglia di volontari della Guardia Nazionale si ritrova a combattere, durante un'esercitazione nelle paludi della Louisiana, contro un nemico invisibile. Dopo la rilettura del western e del film di guerra, H. affrontò il thriller e il poliziesco con 48 hours (di cui girò nel 1990 il sequel dal titolo Another 48 hrs., Ancora 48 ore), incentrato sulla coppia formata da un bianco/poliziotto e un nero/galeotto (Nick Nolte ed Eddie Murphy) costretti, tra violenza e ironia, a lavorare insieme a San Francisco. Seguì quindi Streets of fire (1984; Strade di fuoco), il suo film di maggiore sperimentazione, storia del rapimento di una rock star in cui la tecnica da videoclip, già anticipata in The Warriors, assume forme che saranno poi ampiamente utilizzate da altri registi. In questi quattro film la musica, che assume un ruolo centrale, è firmata da Ry Cooder come nei successivi Brewster's millions (1985; Chi più spende… più guadagna), commedia ambientata nel mondo del baseball e al contempo amara riflessione sull'American way of life, e Crossroads (1986; Mississippi adventure), incrocio tra la favola western e il road movie, in cui Ralph Macchio è un giovane bianco suonatore di blues alla ricerca delle radici 'fantasmatiche' della musica caratteristica dei Paesi sulla foce del Mississippi. Di 'fantasmi' si parla anche in Extreme prejudice (1987; Ricercati: ufficialmente morti), film nato da un soggetto di John Milius, in cui un commando di ex soldati, ufficialmente morti, si ritrova sul confine con il Messico, al seguito del maggiore Hackett, per compiere una rapina in banca, tra sceriffi e commercianti di droga. Nel 1988 H. è ritornato al poliziesco con Red heat (Danko), ambientando a Chicago l'indagine condotta dalla coppia di poliziotti, un americano e un russo, interpretati da John Belushi e Arnold Schwarzenegger, con un finale che ricorda 48 hours. Impegnato a vario titolo nella saga televisiva Tales from the Crypt (1986-1989), ispirata ai fumetti horror di W.M. Gaines, nel 1989 ha diretto Johnny handsome (1989; Johnny il bello), con Mickey Rourke, parabola sulla colpevolezza, ma anche ritratto dolcissimo dell'America operaia e microcriminale che non può cambiare vita e volto.

L'attualizzazione delle storie, tipica della filmografia di H., è stata confermata da Trespass (1992; I trasgressori), scritto con Bob Gale e Robert Zemeckis, in cui il genere western è trasportato ancora una volta nella metropoli. Sono trasformate in storie contemporanee anche quelle del West in Geronimo ‒ An American legend (1993; Geronimo), scritto da John Milius, epopea del dolore di un popolo destinato a scomparire come la civiltà che lo ha combattuto, ambientata in un mondo dalla luce 'paradisiaca', mitico ma anche già morto. Le storie si tramutano in leggende come quella di Billy Hickok in Wild Bill (1995) che H. ha scritto e diretto affidando il ruolo di protagonista a Jeff Bridges. Wild Bill è un western 'spettrale' attraverso il quale H. racconta l'America degli anni Novanta. Lo stesso senso di solitudine di Hickok si ritrova in John Smith (Bruce Willis), protagonista del successivo Last man standing (1996; Ancora vivo) ‒ riadattamento di Yōjinbo (1961) di Kurosawa Akira ‒ in cui il West è solamente un mondo sporco e assente, ambientazione per un gangster film sulla linea di frontiera con il Messico.

H. ha affrontato anche il genere fantastico con Supernova (2000), film segnato da problemi con la produzione tali da costringerlo a utilizzare uno pseudonimo, e il carcerario con Undisputed (2002), nel quale le scene si svolgono tra leggenda e realtà, persino l'incontro di boxe tra i due contendenti.

Bibliografia

P. Romano, C. Salizzato, Il cinema di Walter Hill, Verona 1985; S. Emiliani, M. Gervasini, Walter Hill, Alessandria 2001.

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