Wang Qingsong

Enciclopedia Italiana - VII Appendice (2007)

Wang Qingsong

Giovanna Mencarelli

Artista cinese, nato nella provincia di Heilongjiang il 27 marzo 1966. Dopo aver studiato pittura alla Sichuan Academy of Fine Arts a Sichuan si è trasferito a Pechino dove ha prevalentemente svolto la sua attività.

Appartenente alla seconda generazione successiva alla rivoluzione di Mao Zedong, ha risentito del mutamento culturale connesso anche al vorticoso sviluppo economico della Cina. Dedicatosi alla pittura dal 1995 al 1997, ha trattato la figura sviluppando tematiche afferenti alla lotta tra la vita e la morte, al pericolo e infine alla violenza. Dal 1996 ha iniziato a sperimentare il mezzo fotografico, che è diventato il veicolo di espressione a lui più congeniale, privilegiando, in quest'ambito, l'uso della tecnologia digitale.

Ha esordito analizzando con sottile ironia i nuovi stereotipi della società cinese, per la quale anche personaggi come Cristo e Buddha sono diventati icone del consumismo e dei messaggi pubblicitari. Molti dei suoi lavori sono il risultato di accurate rielaborazioni progettuali realizzate negli studi di posa cinematografici - come il Beijing Film Studio - con modelli viventi in pose e atteggiamenti studiati nei minimi particolari, che reinterpretano, trasponendole nella realtà cinese contemporanea, opere note di artisti occidentali vissuti in diverse epoche. Per ottenere una composizione nell'insieme unitaria W. Q. ha ideato un processo per il quale, dopo aver effettuato un considerevole numero di scatti fotografici, si è servito di elaborazioni al computer per costruire una fotografia allungata, che ha la struttura del tradizionale rotolo di pergamena cinese. Le sue immagini denotano significati simbolici evidenti che si manifestano attraverso l'ausilio di effetti scenici composti da molti dettagli, suscitando nello spettatore una reazione di grande sorpresa. Esemplare, tra le altre, Romantique (2003), una fotografia (lunga oltre 6 m e alta 1.20 m), presentata a New York (Salon 94) e poi a Pechino (Courtyard gallery), nella quale W. Q. ha realizzato in successione una serie di tableaux vivants ambientati in una sorta di giardino magico dai colori sgargianti. In esso si individuano circa cinquanta figure orientali che si immedesimano in vari personaggi tratti da opere di grandi artisti europei: Adamo ed Eva di Michelangelo, Le déjeuner sur l'herbe di E. Manet, la Nascita di Venere di S. Botticelli e altre figure femminili riprese da dipinti realizzati da J.-A.-D. Ingres, D. Velázquez, H. Matisse e P. Gauguin; posta all'estremità destra, in disparte, una figura femminile nuda su un ricsciò, in cui è ravvisabile l'Olympia di Manet.

Le opere di W. Q., che la critica ha paragonato ad artisti quali lo statunitense J. Wall (n. 1946) e il canadese G. Crewdson (n. 1962), sono entrate a far parte di importanti collezioni pubbliche, tra le quali l'ICP (International Center of Photography) a New York, nel 2000, e la MEP (Maison Européenne de la Photographie) a Parigi, nel 2002. Ha partecipato alla biennale di Taipei nel 1998; alla BIG Torino 2000 e alla iii biennale di Kwangju, Corea del Sud nel 2000; alla i biennale di Praga nel 2003; alla biennale internazionale di fotografia di Guangdong nel 2005; alla Moscow International Photobiennale nel 2006. Tra le sue opere più interessanti vanno citate Night revels of Lao Li (2000); Knickknack paddler (2002); Preincarnation (2002), in cui ha rappresentato una divinità mutilata, al centro di un trittico nei cui pannelli laterali alcuni uomini sfregiano gli dei per usurparne il potere; China mansion (2003), che consiste nella raffigurazione di una riunione familiare in cui si esterna un'euforia utopica.

bibliografia

Chinart: arte contemporanea cinese, Duisburg, Museum Küppersmühle Sammlung Grothe - Roma, Museo d'arte contemporanea, Bonn 2002 (catalogo della mostra).

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