Wright, Wilbur e Orville

Enciclopedia dei ragazzi (2006)

Wright, Wilbur e Orville

Nicola Nosengo

I primi uomini che riuscirono a volare

I fratelli statunitensi Wilbur e Orville Wright realizzarono il primo aeroplano in grado di alzarsi dal suolo e volare, anche se inizialmente solo per alcuni metri. Furono quindi i primi esseri umani a volare su un mezzo meccanico, realizzando così uno dei grandi sogni concepiti fin dalle origini dell’umanità

Dalle biciclette all’aviazione

Wilbur e Orville Wright – rispettivamente terzo e quarto figlio del pastore protestante Milton Wright – nacquero nello Stato americano dell’Indiana. Wilbur venne alla luce nel 1867 a Millville mentre Orville nacque nel 1871 a Dayton, dove la famiglia si era trasferita. Nessuno dei due frequentò l’università ma entrambi ebbero un’ottima formazione studiando privatamente.

Prima di dedicarsi al volo, i fratelli Wright si interessarono alla stampa: quando era ancora adolescente, Wilbur aprì una tipografia, in cui più tardi andò a lavorare anche Orville, e fondò un giornale, il West side news, nel 1889. Dieci anni dopo il giornale chiuse e i due fratelli si dedicarono a un’officina meccanica di biciclette, lavoro che permise loro di mettere da parte il denaro necessario al finanziamento delle successive ricerche aeronautiche (aeronautica).

Nel corso dell’Ottocento, molti studi si erano occupati della possibilità di sollevare da terra mezzi dotati di motore. I fratelli Wright si convinsero che ciò era possibile a patto di affrontare contemporaneamente tre problemi: realizzare una superficie in grado di sostenere il volo (le ali); mettere a punto un metodo per bilanciare e controllare l’aeroplano; disporre di un mezzo di propulsione adeguato.

Il secondo era il problema che sembrava più difficile da risolvere, ma proprio l’esperienza acquisita nella costruzione di biciclette – un mezzo estremamente instabile! – li convinse che si poteva superare l’ostacolo. I due fratelli si resero conto che se su un lato dell’aereo le ali presentavano un’angolazione maggiore rispetto all’altro, il mezzo avrebbe ricevuto proprio su quel lato una maggiore spinta in grado di modificare la direzione di volo. Verificata sperimentalmente questa intuizione nel 1899 su un aquilone, la applicarono in seguito a un grosso aliante trainato da un mezzo a terra. Passarono poi a un aereo in grado di trasportare un passeggero: ne costruirono diversi prototipi, finché nel 1902 realizzarono un mezzo che si guidava un po’ come oggi si manovra un deltaplano. A questo punto delle proprie ricerche, si sentirono pronti a costruire un aeroplano vero e proprio.

Kitty Hawk: il primo volo

Nel 1903 i fratelli Wright realizzarono un aereo con apertura alare di 12 m, massa di circa 340 kg (compreso il pilota), dotato di un motore a scoppio con quattro cilindri e potenza di 12 CV. Dovettero costruire da soli il motore, perché quelli disponibili sul mercato costavano troppo. Il telaio dell’aereo era realizzato in legno, le ali in tessuto pesante, e il sistema di controllo era costituito da un timone che azionava alcuni tiranti. Il 17 dicembre del 1903, a Kitty Hawk, in Pennsylvania, i fratelli Wright riuscirono a effettuare con questo mezzo quattro brevi voli – il più lungo durò 59 secondi – su distanze di poche decine di metri e segnarono così la nascita dell’aviazione.

Nel 1904 i due fratelli riuscirono per la prima volta a descrivere un intero cerchio in volo ritornando al punto di partenza e rimanendo in aria per 1 minuto e 36 secondi. L’anno successivo costruirono finalmente quello che si poteva chiamare un aereo efficiente, in grado di volare per diverse decine di minuti e brevettarono la loro invenzione per commercializzarla.

Negli anni seguenti l’aviazione fece rapidamente progressi enormi, grazie al contributo di molti altri inventori. Anche se furono sempre riconosciuti come i veri eroi della storia del volo, i fratelli Wright spesero molto del proprio tempo in cause legali contro altri costruttori di aeroplani.

Nel 1912 Wilbur Wright morì di tifo, lasciando il fratello a occuparsi dell’azienda di famiglia. Orville proseguì l’attività fino al 1915, anno in cui vendette anche la sua parte e passò il resto della vita a fare da consulente di aziende private e del governo statunitense fino a quando morì di infarto nel 1948.

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