DAVIS, William Morris

Enciclopedia Italiana (1931)

DAVIS, William Morris


Geografo e geologo americano vivente, nato a Philadelphia il 12 febbraio 1850; studiò all'università Harvard di Cambridge Mass., dove nel 1869 ottenne il titolo d'ingegnere minerario, e negli anni successivi, durante i quali soggiornò a lungo nell'Argentina, si occupò di geologia e di astronomia, di meteorologia e di entomologia. Nel 1875 assunse il posto di assistente di geologia all'università Harvard, nel 1877-78 compié un viaggio intorno al mondo, che gli aprì larghi orizzonti, specialmente nel campo della geomorfologia. Tornato in patria, fu nominato professore di geologia ad Harvard con l'incarico anche della geografia fisica e della meteorologia. Negli anni seguenti (1880-90) dedicò larga parte della sua attività alla meteorologia, dando a essa un indirizzo originale e un vivace impulso negli Stati Uniti. Nello stesso tempo si occupava di studî geologici, rivolgendo prevalentemente la sua attenzione a problemi relativi alla struttura e alla morfologia; in questo senso dava un avviamento personale all'insegnamento, compiendo numerose escursioni e indagini sul terreno, particolarmente nelle Montagne Rocciose e nel Gran Bacino, con risultati spesso inattesi e brillanti. Il nome del D. è collegato a un particolare indirizzo negli studî di morfologia terrestre, che trae la sua origine dalla sua teoria del ciclo geografico.

Di questa teoria (per la quale v. morfologia terrestre) accenni si trovano anche in geologi americani precedenti, ma essa fu dal D. elaborata originalmente, in un lungo volger di tempo. Il D. vi aveva accennato già nello scritto Geographic Classification, illustrated by a study of Plains, Plateaus ecc. (1884); applicazioni numerose della teoria si vedono in parecchi lavori di morfologia su determinate regioni degli Stati Uniti, pubblicati negli anni 1888 e 1889 (in uno di essi, che riguarda la morfologia delle formazioni triassiche della valle del Connecticut, fu proposto per la prima volta il termine penepiano), poi anche in scritti morfologici relativi alla Gran Bretagna e alla Francia; l'esposizione completa si ha nella sua Physical Geography (Boston 1898) e in una serie di articoli generali, come The Peneplain (1899), The Geographical Cycle (Congresso Geogr. Intern. di Berlino, 1899), The Complications of the geogr. Cycle (Congr. Geogr. Intern. di Washington, 1904), Baselevel, Grade and Peneplain (1902), e in altri scritti particolari nei quali la teoria del ciclo geografico è estesa alle forme glaciali, a quelle costiere, a quelle dei climi aridi. Sui principî fondamentali della sua teoria il D. costruì poi anche tutto l'edificio di una descrizione esplicativa delle forme del terreno, cercando altresì di fissare una terminologia scientifica di uso generale. La teoria ebbe favorevole accoglienza soprattutto in Francia e in Germania, dove l'Autore stesso si fece attivo propagandista, promovendo anche viaggi di studio con il concorso di geografi delle varie nazioni.

Frattanto il D. compieva altri viaggi: nel Canada (1897), nelle regioni carsiche della Penisola Balcanica (1899), nel Turkestan (1903), nell'Africa meridionale (1905), in Italia (1908; 1911-1912, che fruttò, tra l'altro, una monografia sul Valdarno, in Zeitschr. Ges. Erdk., 1914, che può considerarsi come un modello di descrizione esplicativa delle forme del terreno nel senso davisiano). Negli Stati Uniti l'attività del D. ha influito in modo decisivo su tutto l'indirizzo contemporaneo degli studi geografici. In Francia la scuola che fa capo a E. De Martonne ha pure risentito fortemente il suo influsso; e se in Germania, specialmente dopo la guerra, i concetti del D. hanno trovato minori consensi, anzi talora vivace opposîzione, non si può dire che finora si sia sostituito, nonostante i diversi tentativi, un metodo migliore per giungere a una descrizione razionale, esplicativa, delle forme del terreno. Quello del D. deve considerarsi appunto essenzialmente come un metodo di studio, che potrà in avvenire essere superato, ma la cui genialità basta a porre l'autore fra i massimi geografi dell'età nostra. Nel campo della geografia e delle scienze affini egli lascia profonda orma anche per la sua straordinaria attività di scrittore. Tra le sue opere maggiori sono da ricordare: Physical Geography (Boston 1898; trad. tedesca, con varianti, a cura di G. Braun, Grundzüge der Physiogeogr., Lipsia 1911); Practical Exercices in physic. Geogr. (Boston, 1908; trad. tedesca, Lipsia 1913); Geographical Essays (Boston 1909); Die Erklärende Beschreibung der Landformen (ediz. curata da A. Rühl di un corso di lezioni tenuto dal D. all'università di Berlino nel 1908-09; fondamentale).

Bibl.: A. P. Brigham, William Morris Davis, in Geographen Kalender, Gotha 1908.

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