PRYNNE, William

Enciclopedia Italiana (1935)

PRYNNE, William

Florence M. G. Higham

Polemista e uomo politico, nato nel 1600 a Swanswick (Somerset); morto a Londra nel 1669. Fu educato alla Grammar School di Bath e all'Oriel College di Oxford. Ammesso a Lincoln's Inn nel 1621, nel 1628 iniziò la sua carriera di avvocato. P. assalì la moda allora corrente dell'arminianismo nel suo primo opuscolo The Perpetuity of a Regenerate Man's Estate.

Per la sua mentalità intensamente puritana, la dissolutezza dei costumi e della morale era il corollario delle innovazioni liturgiche nel campo ecclesiastico, mentre egli denunciava piccole libertà, come il portare i riccioli e l'appendere nelle case il vischio, con la stessa veemenza come la lussuria o l'intemperanza. Nel 1632 fu pubblicato il suo famoso libello Histriomastix, immediatamente proibito, perché nella condanna delle donne che facevano le attrici sembrò che si alludesse anche alla regina. Per influenza di W. Laud, P. fu processato; il re Carlo dapprima aveva considerato la cosa con non molta severità, perché il libro era stato in preparazione parecchi anni e non poteva quindi essere diretto volutamente contro la regina.

In ogni modo, P. fu condannato alla multa di 5000 fiorini, alla prigione perpetua e ad avere tagliate le orecchie sulla berlina. Contro il volere della regina la sentenza fu eseguita e P. fu tenuto nella Torre di Londra, scrivendo amari libelli in gran parte contro la tassa per la flotta (ship money) e l'episcopato. Il più violento di essi, News from Ipswich, gli procurò un altro processo, in cui erano accusati anche Henry Burton e John Bastwick. Nel giugno 1635 egli fu di nuovo esposto alla berlina, perdette quel che gli rimaneva delle orecchie e fu bollato con le lettere S. L. (libellista sedizioso) che egli dichiarò significassero Stigmata Laudis. L'opinione pubblica, che si era dimostrata discorde in occasione della sua prima condanna, ora fu unanime nel considerarlo martire dei suoi principî. Dopo alcuni anni di carcere, prima a Carnarvon Castle e poi a Mount Orgueil (Jersey), egli ritornò in trionfo a Londra quando si riunì il Long Parliament nel novembre 1640.

Durante i quattro anni che seguirono, la fama di P. come scrittore di pamphlets si accrebbe: egli sosteneva con grande coerenza l'ideale di una monarchia limitata e di una chiesa erastiana, sottomessa cioè all'autorità dello stato, di carattere presbiteriano; di essa J. Pym era praticamente l'esponente. Come avvocato egli si dimostrò abile ma spietato nel processo contro Nathaniel Fienness, accusato di aver consegnato per tradimento Bristol ai realisti, e contro l'arcivescovo Laud. Il peggior lato del suo carattere si manifestò nei vituperî che egli rovesciò sui suoi vecchi nemici, non risparmiando sforzi per scovare prove e fare pressioni sui testimoni. Dopo che la morte di Pym e il sorgere del New Model mise fine alla supremazia del parlamento, P. assalì la nuova minaccia d'indipendenza con lo stesso vigore con cui aveva inveito contro la precedente tirannia.

Egli fu eletto deputato per Newport nel 1648 e fu cacciato dalla camera con l'epurazione di Th. Pride nel gennaio successivo. Risultato dei suoi attacchi contro il Commonwealth, scritti dal suo domicilio di Swanswick nel 1649, fu un nuovo imprigionamento (1650) che durò sino al 1653, anno in cui fu rilasciato senza condizioni, avendo rifiutato d'impegnarsi a mantenere il silenzio. Egli attaccò l'usurpazione di Cromwell e dopo la sua morte appoggiò vigorosamente la pretesa dei deputati presbiteriani espulsi, di essere riammessi in parlamento.

Egli accolse con favore la restaurazione, insistette per l'immediato scioglimento dell'esercito, fece parte del Long Parliament e fu nominato archivista (Keeper of the Records) della Torre di Londra. Il suo vivo interesse per le antichità e le sue cognizioni legali gli crearono una situazione eccezionale e continuò a scrivere sino alla morte. È un paradosso che il suo carattere vigoroso ma indisciplinato e il suo genio portato all'odio e all'intransigenza siano stati spesi nel difendere la via media degli oligarchi presbiteriani e nell'attaccare ogni forma di tirannia, sia del re sia del popolo, con uno zelo che trascurava qualsiasi interesse personale.

Bibl.: Ethyn W. Kirby, W. P. A study in Puritanism, Harvard 1931; Catal. of Pamphlets, 1640-1661, a cura di G. Thomasson, Londra 1908; Documents relating to the Trial of W. P., in Camden Soc. Public., ivi 1877.