Bonnefoy, Yves

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Poeta francese (Tours 1923 - Parigi 2016). Dopo aver compiuto studi di matematica e filosofia, B. entrò in contatto a Parigi con il gruppo dei surrealisti. Ha preso poi al Collège de France la successione di Valéry, con la cattedra di "Études comparées de la fonction poétique". Ha consegnato la sua la sua ricca e profonda creazione poetica in raccolte che attestano tutte un'intensa tensione speculativa, morale e formale: Du mouvement et de l'immobilité de Douve (1953), Hier régnant désert (1958), Pierre écrite (1965), Dans le leurre du seuil (1975), Ce qui fut sans lumière (1987), Début et fin de la neige (1991), L'encore aveugle (1997), La pluie d'été (1999), Les planches courbes (2001). Sono testi densi, in cui nell'angoscia di non poter mai giungere alla conoscenza intellettuale della realtà, il poeta afferma la speranza o la fede che al linguaggio poetico sia concesso di giungere almeno al "suono del colore in ciò che è", di rinnovare "l'offerta della bellezza nella verità". Lucide riflessioni sulla natura della poesia si leggono nelle raccolte saggistiche L'improbable (1959), L'arrière-pays (1972), Entretiens sur la poésie (1981), Sous l'horizon du langage (2002), L'imaginaire métaphysique (2006). Sono da segnalare anche le qualità del critico delle arti figurative che emergono in diversi testi tra i quali: Peintures murales de la France gothique (1954), Un rêve fait à Mantoue (1967), Rome 1630: l'horizon du premier baroque (1970), Alberto Giacometti (1991), Dessin, couleur et lumière (1995), Lieux et destins de l'image (1999), Remarques sur le regard (2002), Goya: les peintures noires (2006). Da ricordare infine le traduzioni di Shakespeare, John Donne, Keats e le illuminanti pagine su Rimbaud (1961), Baudelaire (2000), Breton (2001). Importante è l'opera di B. "italianista" con le sue traduzioni e interpretazioni di Leopardi (2001) e di Petrarca (Pétrarque e l'Europe, 2006).

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