Herbert, Zbigniew

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Poeta, saggista e drammaturgo polacco (Leopoli 1924 - Varsavia 1998). Una delle maggiori figure della poesia del secondo Novecento, cosciente dell'impossibilità di riproporre meccanicamente temi che si richiamino in modo astratto la classicità, H. non rinuncia a proclamare l'esistenza e il valore del bello coniugato al vero, fedele a una scala di valori ispirati al neoplatonismo professato dal suo maestro Elzenberg. Il suo classicismo è una concezione del mondo, che non si oppone formalmente all'avanguardismo, giacché il verso di H. si collega proprio alle soluzioni innovatrici dell'avanguardia del dopoguerra, senza rinunciare a una rielaborazione della tradizione versificatoria della classicità. Attivo fino agli ultimi anni della sua vita, curò nel 1998 l'antologia delle proprie poesie 86 wierszy ("86 poesie").

Vita

Durante l'occupazione tedesca entrò nelle file dell'Armia Krajowa (Armata Nazionale) partecipando alla resistenza. Nel 1944 si trasferì a Cracovia, poi (1949) a Toruń, dove, già laureato in economia, conseguì la laurea in legge e studiò filosofia con H. Elzenberg, che svolse un ruolo essenziale nella formazione intellettuale del poeta. Al suo arrivo a Varsavia nel 1950, H. cominciò a pubblicare alcune poesie su riviste, ma nel 1951 restituì la tessera dell'Associazione degli scrittori scegliendo di tacere - contrariamente alla maggior parte degli intellettuali - per non aderire al totalitarismo estetico e politico che caratterizzava il regime comunista, e adattandosi ai più disparati e umili impieghi. Dopo il 1957, viaggiò e soggiornò per lunghi periodi all'estero (Francia, Italia, Germania, Stati Uniti), accompagnato da una fama crescente. Ricevette, tra gli altri, il premio Petrarca (1979) e il premio Città di Gerusalemme (1991).

Opere

La sua produzione lirica e drammatica fu sottesa da una meditazione sulla condizione dell'uomo, avvertita come precaria e inquietante, e sulla realtà della cultura, in un continuo raffronto del presente col passato. Fra le sue opere, le raccolte poetiche Struna światla ("La corda di luce", 1956), Hermes, pies i gwiazda ("H., il cane e le stelle", 1957), Studium przedmiotu ("Studio dell'oggetto", 1961), Napis ("Scritta", 1969), Pan Cogito ("Il signor C.", 1974); i Dramaty ("Drammi", 1970); i saggi Barbar zyńca w ogrodzie ("Il barbaro nel giardino", 1962), in cui si risale alle fonti, specie medievali, della tradizione culturale europea. Quando il sindacato indipendente Solidarność fu messo fuori legge, H. si fece testimone del grave momento storico attraversato dal suo paese, con la raccolta Raport z oblężonego Miasta i inne wiersze (1983; trad. it. parziale Rapporto dalla città assediata. 24 poesie, 1985). Nelle successive Elegia na odejście ("Elegia per l'addio"), pubblicata a Parigi (come la precedente) nel 1990 ma già apparsa in Italia nel 1989 con il titolo Elegia per l'addio della penna dell'inchiostro della lampada, e Rovigo (1992) trovarono spazio crescente riferimenti autobiografici e il tentativo di un bilancio di vita che nell'ultima raccolta, Epilog burzy ("Epilogo della tempesta", 1998), assunse toni malinconici. In Italia è stata pubblicata un'ampia selezione delle raccolte di H. nel volume Rapporto dalla città assediata (1993), introdotto da I. Brodskij.

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