● Economia e innovazione

**Recensione a Bagnasco A. (2018), La questione del ceto medio, Il Mulino
**

In un discorso politico come quello che in questi tempi tende a prevalere, giocato sulla contrapposizione di opposti distanti e l’uno all’altro estranei, un titolo del genere eserciterà ben poca attrazione. Forse, a ragione: infatti si tratta della recensione di un libro che per buona parte parla del passato. Ma 'La questione del ceto medio' del sociologo Arnaldo Bagnasco parla anche di presente e di futuro, ed è utile perché cerca di far emergere da sotto il velo della retorica i raggruppamenti sociali e le scelte di politica economica e sociale che hanno plasmato il capitalismo occidentale dal secondo dopoguerra.

Il ceto medio, la middle class, prima che essere un concetto sociologico, ha funzionato infatti anche come espressione ellittica di aspirazioni connesse a un certo periodo storico e alle linee di politica economica che lo hanno caratterizzato. Stiamo parlando dell’epoca del boom economico del dopoguerra (Golden Age, Trente Glorieuses, come è stata variamente battezzata), un’epoca in cui era egemonica una linea di politica economica di stampo keynesiano. In questo periodo, secondo il sociologo, le società dei paesi occidentali si sono andate strutturando intorno a una consistente fascia della popolazione dotata di risorse economiche e di status socio-culturale mediani, in uno scenario di generalizzata contrazione delle disuguaglianze: un «tropismo verso il centro della società». Questo modello di sviluppo è tuttavia andato incontro a difficoltà che ne hanno decretato il superamento, con la nota svolta verso il modello neoliberista a partire dalla fine degli anni Settanta. In quest’ottica, la questione del ceto medio, le preoccupazioni per l’assottigliarsi della fascia mediana della popolazione in una nuova dilatazione delle distanze socio-economiche, ha un significato che riguarda al tempo stesso sia la stratificazione sociale sia i suoi rapporti con le formule politico-istituzionali di regolazione del capitalismo. Il libro è utile perché, raccogliendo e rendendo fruibili una serie di ricerche delle scienze sociali su questi temi — da quella celebre di Piketty ne 'Il capitale nel XXI secolo' (Piketty, 2016) ad altre meno celebri ma non meno interessanti come quelle di Savage e colleghi sulla fisionomia delle classi sociali nel Regno Unito contemporaneo (Savage et al., 2013), e molte altre — mostra come di fronte alle affermazioni sintetiche si possa e si debba andare oltre, cercando riscontri, smentite e sfumature nell’empirico e nel particolare, sempre senza perdere di vista il quadro generale — teorico e storico.

Vorrei sottolineare alcuni punti del saggio a mio parere particolarmente interessanti, sulla base di una valutazione personale di ciò che potrebbe porre basi chiare capaci di instradare riflessioni politiche proficue.

  1. Una generalizzazione ripresa dal sociologo e intellettuale Ralf Dahrendorf (Dahrendorf, 2009): tenere insieme efficienza economica (sviluppo), coesione sociale (equità) e libertà politica (democrazia), come problema fondamentale della politica occidentale dal secondo dopoguerra.

  2. Un’intuizione di Bagnasco: la sfida di oggi è immaginare e realizzare forme di “controllo nel cambiamento” (e non del cambiamento): controllo politico-istituzionale dell’economia adatto alle nuove condizioni della società, della cultura, della tecnologia, tenendo sempre a mente che queste non si evolvono «per un complessivo progetto definito a priori, ma […] un insieme di trasformazioni progettate, effetti e combinazioni inattese, nuovi problemi che si presentano e ridefinizioni di possibili soluzioni trovate per strada, nel gioco di conflitti e cooperazioni degli attori» (Bagnasco, 2018: p.140).

  3. Una teorizzazione politica ripresa dal sociologo Dubet (Dubet & Faraoni, 2010): una linea di frattura politica oggi molto rilevante (anche se forse ancora non evidente) potrebbe essere tra l’ideale della giustizia sociale come uguaglianza di posizioni e quello della giustizia sociale come uguaglianza di opportunità. Si tratta di due ideali entrambi legittimi rispetto a cui probabilmente la sostenibilità socio-politica sta nel mezzo, cosicché la dialettica democratica tra i due si impone, e «La conclusione, a rigori, è la necessità che socialdemocrazia assertiva e neoliberismo di buona volontà crescano entrambi» (Bagnasco, 2018: p.152).

Al di là delle proposte politiche a cui Bagnasco approda alla fine del suo viaggio, che non sono particolarmente originali —un miglior bilanciamento tra finanza ed “economia reale”, politiche capaci di contrastare il deterioramento della solidarietà sociale, stato innovatore à la Mazzucato (Mazzucato, 2014) e maggiore attenzione alla geografia dello sviluppo e del welfare — quel che rimane dalla lettura di questo libro è lo spirito di chi, riconoscendo che il presente è gravido di difficoltà dalle quali il passato era stato immune, non per questo rinuncia alla ricerca di soluzioni nuove, radicate nell’esperienza e nello studio della storia sociale, economica e istituzionale, ma non da ciò dominate e accecate fino a ignorare le peculiarità — e le peculiari potenzialità — dell’oggi. Bagnasco ci riesce? No, né è un’ambizione del libro riuscirci. Ma almeno suggerisce uno spirito costruttivo con cui percorrere la strada verso istituzioni efficaci nell’affrontare le sfide che pongono nostri sistemi economico-sociali in mutamento.

Immagine: Francobollo "New Deal", 1933. Crediti: Bureau of Engraving and Printing / Wikimedia Commons

Bibliografia

Bagnasco A. (2018), La questione del ceto medio, Il Mulino

Dahrendorf R. (2009), Quadrare il cerchio ieri e oggi, Laterza

Dubet F. & Faraoni N. (2010), 'Integrazione, coesione e disugaglianze sociali', Stato e Mercato, vol.88 n.1, pp.33-58

Mazzucato M. (2014), Lo Stato innovatore, Laterza

Piketty T. (2016), Il Capitale nel XXI secolo, Bompiani

Savage M. et al. (2013), 'A New Model of Social Class? Findings from the BBC's Great British Class Survey Experiment', Sociology, vol.47 n.2, pp.219-50

Argomenti

#welfare#classe media#Economia