Le ultime fasi della guerra civile cinese si manifestarono come un succedersi rapido di avvenimenti che ebbero poi in seguito importanti ripercussioni, ma non sempre furono compresi nella loro importanza dai contemporanei. L’opinione pubblica, soprattutto negli Stati Uniti, attribuiva al generale nazionalista Chiang Kai-shek il ruolo di principale artefice degli assetti che si stavano costituendo in Cina dopo la sconfitta dei Giapponesi; d’altra parte egli aveva rappresentato il suo Paese alla Conferenza del Cairo nel novembre 1943, sedendosi al tavolo delle trattative con Roosevelt e Churchill. Si trattava di una premessa per un ruolo importante anche in seno alle Nazioni Unite dove la Cina sarebbe divenuta membro permanente del Consiglio di sicurezza. Ma le cose andarono diversamente e quella nuova Cina che in tanti auspicavano, alleata strettamente con gli Stati Uniti e con l’Occidente, non sarebbe mai nata. Le sorti della guerra civile volsero infatti decisamente a favore del Partito comunista e dell’Esercito popolare di liberazione, e il 1º ottobre 1949 Mao Zedong poteva proclamare la costituzione della Repubblica popolare cinese, con capitale Pechino.

L’Esercito popolare di liberazione iniziava il 10 dicembre l’assedio di Chengdu, nel Sichuan, l’ultima città ancora in mano al Kuomintang nella Cina continentale, dopo la caduta della capitale nazionalista Chongqing. Quello stesso giorno Chiang Kai-shek partiva con la sua famiglia per Taiwan; qui si rifugiarono i circa 600.000 soldati e i 2 milioni di civili che lo avevano seguito fino all’ultimo nella sua battaglia contro i comunisti. I nazionalisti si consideravano il governo legale di tutta la Cina e coltivarono per lunghi anni propositi di riconquista. Del resto le Nazioni Unite non riconobbero la Repubblica popolare cinese e così la Repubblica di Cina, con capitale provvisoria a Taipei, governata con pugno di ferro da Chiang Kai-shek, mantenne per più di 20 anni il suo seggio come membro permanente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Il riconoscimento della Repubblica popolare cinese avvenne molto più tardi, nel 1971. Tante cose sono cambiate in questi anni; soltanto quindici Paesi nel mondo riconoscono la Repubblica della Cina come autorità legittima dell’intera Cina. I rapporti tra la Repubblica popolare cinese e Taiwan non si sono mai del tutto normalizzati e ci si interroga se si arriverà a una riunificazione o se le recenti vicende di Hong Kong abbiano creato ulteriori diffidenze e preoccupazioni. La Cina dal 1949 a oggi è completamente cambiata; il settantesimo anniversario della proclamazione della Repubblica popolare cinese è stato celebrato con modalità da grande potenza, in primo luogo con una parata militare senza precedenti per numero di partecipanti ed esibizione di armi sofisticate, che testimonia il ruolo acquisito dalla Cina nel mondo. E anche i critici più severi delle politiche cinesi, in termini di partecipazione democratica e rispetto dei diritti umani, riconoscono che lo sviluppo economico della nazione complessivamente e del reddito medio pro capite ha avuto qualcosa di straordinario, forse senza precedenti nella storia umana.

Immagine: Le truppe dell’Esercito popolare di liberazione entrano a Guangzhou (27 dicembre 1949). Crediti: Fonte, http://www.zgdsw.org.cn/GB/218994/219017/222982/231093/15777898.html [Public domain], attraverso Wikimedia Commons

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