Un rapporto recentemente pubblicato dell’Arctic Monitoring and Assessment Programme (AMAP) ha affermato che la temperatura del polo Artico sta salendo molto di più rispetto a quella di altre regioni della terra.

L’AMAP è un programma che dal 1991 si occupa di monitorare l’Artico, soggetto alla continua variazione climatica e a un aumento dell’inquinamento ambientale. Il rapporto ha confermato una dinamica preoccupante: l’Artico si sta riscaldando due volte più velocemente di altre regioni. Ciò comporta che tra soli due decenni, in estate, potrebbe presentarsi privo di ghiaccio. L’aumento della temperatura è un problema a livello globale ormai noto, ma forse lo è meno il rischio per il nostro attuale ecosistema derivante dalla perdita dei ghiacci polari, tanto che Greenpeace tempo fa ha intitolato un progetto “Quel che succede in Artide, non è un problema solo dell’Artide”. La riduzione della banchisa, infatti, non è solo un indice del cambiamento climatico, ma ha ripercussioni immediate sulla vita nel nostro pianeta.

La banchisa è una massa di ghiaccio galleggiante che si forma in conseguenza delle basse temperature le quali, a loro volta, comportano il congelamento delle acque marine superficiali che fungono così da isolante, riducendo il passaggio di calore e acqua tra l’atmosfera e l’oceano, influenzando così i moti ondosi. L’importanza di studiarla è dovuta alle enormi quantità di acqua della loro superficie e al comportamento delle banchise, sia Artica che Antartica, che hanno una grande incidenza sulle correnti oceaniche e sul processo di retroazione dell’albedo del ghiaccio.

Per quanto riguarda l’incidenza sul movimento delle correnti, i flussi planetari influenzano l’atmosfera della Terra. Le “onde planetarie” negli strati più alti dell’atmosfera determinano i sistemi di alta e bassa pressione, il cosiddetto “tempo atmosferico”, da noi percepito con pioggia, afa e ondate di caldo e freddo. Con lo scioglimento del ghiaccio Artico, quindi, viene a modificarsi il movimento dell’umidità globale.

Il processo di retroazione dell’albedo, invece, si basa sul fatto che il ghiaccio è riflettente e contribuisce a rimandare l’energia solare verso lo spazio, fornendo un sistema di raffreddamento della superficie terrestre. Quando la temperatura aumenta e i ghiacci polari si sciolgono sia l’acqua del mare che la superficie emersa invece di riflettere il calore, lo assorbono. Meno luce solare viene riflessa più il pianeta si riscalda e meno ghiaccio si potrà formare, generando così un circolo vizioso in cui rientra una inevitabile modifica del suolo. Questi cambiamenti influiscono sull’albedo globale ed è di primaria importanza interrompere tale circolo negativo che determina il rilascio di alte concentrazioni di metano e di anidride carbonica portando a una diminuzione della crescita delle Diatomee, ovvero delle microalghe correlate allo sviluppo del fitoplancton che a sua volta è uno dei pilastri della catena biologia.