Per una singolare coincidenza quattro tra le più significative personalità del primo Novecento viennese hanno in comune – oltre alla straordinaria spinta propulsiva e al segno creativo che hanno consegnato al loro tempo – l’anno della loro scomparsa, il 1918. E Vienna si appresta a celebrare le loro vite dense e il loro operato, per molti aspetti rivoluzionario, nel centenario della loro morte: Gustav Klimt, Egon Schiele, Koloman Moser e Otto Wagner saranno infatti i protagonisti di Schönheit und Abgrund («Bellezza e abisso»), un programma diffuso di mostre che coinvolgerà l’intera città nel corso del 2018 e ripercorrerà gli anni straordinariamente fertili del modernismo, quando la capitale austriaca tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del nuovo secolo è una città dove operano musicisti come Gustav Mahler e Arnold Schönberg, scrittori come Robert Musil, e lo psicoanalista Sigmund Freud, producendo stimoli culturali di particolare ricaduta in tutti i campi.

Fondatore della Secessione viennese, Klimt (nato nel 1862), è sicuramente quello che ha lasciato il segno più profondo nell’immaginario collettivo con i suoi ritratti femminili preziosi e sensuali, e alcune delle sue opere più famose come Il bacio sono diventate quasi un’icona pop, riprodotta all’infinito su innumerevoli supporti.

Ma i nudi tormentati di Egon Schiele (nato nel 1890), che nella sua breve vita produsse una mole straordinaria di opere, ebbero un impatto non minore e crearono forse anche maggiore scalpore per la loro crudezza esplicita.

Architetto in polemica con gli indirizzi accademici tradizionali Otto Wagner (nato nel 1841) si fece portavoce di un’architettura più aderente alle necessità della vita moderna, basata quindi su una semplificazione nelle strutture compositive e nella scelta dei materiali, in cui la decorazione stessa diventasse funzionale alla definizione delle volumetrie.

Koloman Moser (nato nel 1868), personalità dalle molte sfaccettature e precursore della figura del ‘designer industriale’, molto prima che il concetto venisse formulato, applicò la sua creatività nei più diversi campi, dai mobili alle stoffe, dai gioielli ai vetri e alle ceramiche, alle rilegature e ai francobolli per la posta.

Sono una ventina le mostre e gli eventi che si susseguiranno nel corso dell’anno, coinvolgendo il Leopold Museum, il Belvedere, il MAK - Museo austriaco di Arti Applicate/Arte Contemporanea, il Wien Museum, Kunsthistorisches Museum, l’Arnold Schönberg Center, lo Hofmobiliendepot - Museo del Mobile e altri luoghi ancora della città: per cercare di dare conto di tutto questo fervore di idee e di sperimentazioni e delle strette connessioni, relazioni e suggestioni tra le diverse discipline.

© Istituto della Enciclopedia Italiana - Riproduzione riservata

Argomenti

#modernismo#mostre#cultura#arte#Vienna