Tutti diciamo piccole grandi bugie, ma a Monterey, tranquilla e benestante cittadina a sud di San Francisco - tanti soldi, ville fantastiche, bella gente - sono proprio le menzogne ad avere ispirato Big Little Lies, la serie TV targata HBO tratta dall'omonimo romanzo di Liane Moriarty, già diventata cult tra le spettatrici più o meno giovani, più o meno radical-chic. Grazie anche alle ottime performance di Nicole Kidman, di Reese Witherspoon, una forza della natura, di Laura Dern, sempre più brava.

Ed è così che il gruppetto molto snob di mamme e mogli con una montagna di problemi e relativi intricati inganni, finisce per tratteggiare un affresco psicologico piuttosto interessante sul lusso esibito, su vite apparentemente privilegiate e famiglie da sogno, dove ingannatori e ingannati paiono prigionieri di un copione che porterà a un tragico epilogo. Uno spaccato sincero e crudele sull’ipocrisia e le contraddizioni dell’alta società californiana, dove sotto un’apparenza di gente perfetta e di successo, si nascondono violenza domestica, abusi, alcolismo, bullismo, tradimenti, pulsioni omicide.
Tutto questo non impedisce alla serie di essere anche molto divertente e dark, alla maniera di Desperate Housewives, anche se la Kidman trova che sia più «una serie sulla solidarietà femminile e sulla maternità. Anche su certi modi, un po' ossessivi, di essere madri. Le chiamano helicopter mothers, mamme elicottero, perché sono apprensive e vogliono il controllo totale sui figli, come un elicottero sul traffico della città». E se lo dice lei, che ha avuto due figlie tardi, intorno ai 40 anni…
Reese Witherspoon, poco più che ventenne quando divenne madre, divorziata e risposata, dice di potersi relazionare un po' con tutte le donne della serie. «In particolare Madeline, il mio personaggio, che ha una figlia grande e due ragazzini più piccoli avuti da un secondo matrimonio, mi somiglia molto. Nel nostro racconto non ci sono donne buone e donne cattive, ci sono diverse personalità e diversi momenti della loro vita. Ci sono tanti colori e questo credo sia l'aspetto più interessante». 
Ideata da David E. Kelley (uno degli sceneggiatori più famosi della televisione americana, quello di Ally McBeal e molti altri legal drama), Big Little Lies – Piccole grandi bugie si dipana in 7 episodi, tutti diretti da Jean-Marc Vallée, il regista di Dallas Buyers Club e di Wild. Apparentemente lenta e con tanti momenti di routine casalinga, la serie si riscatta per l’alto livello di recitazione e per la suspense sapientemente creata dagli sceneggiatori, a iniziare dalla festa in maschera dove si consuma il primo peccato mortale dei nuovi peccatori che un po’ fanno tenerezza, rispetto alla prima vera soap opera del genere, trasmessa da ABC dal 1964 al 1969: Peyton Place. Ineguagliabile.

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