È un italiano il vincitore, nella categoria Fotografo dell’anno, della dodicesima edizione degli ambiti Sony World Photography Awards, assegnati dalla World Photography Organisation: il bolognese Federico Borella, grazie alla splendida e drammatica serie Five Degrees. Si tratta di uno studio sulle conseguenze del cambiamento climatico sulla vita degli agricoltori in India, in particolare nello Stato meridionale del Tamil Nadu, che sta attraversando un periodo di gravissima siccità: molti agricoltori si indebitano per cercare di investire nella produzione, ma i raccolti continuamente danneggiati impediscono loro di restituire i soldi, con l’esito drammatico che molti di essi finiscono con l’uccidersi (si stima che 59.300 suicidi di contadini degli ultimi trent’anni siano da attribuire al riscaldamento globale). Borella si è concentrato su una piccola comunità particolarmente colpita, e ha costruito su di essa un racconto fotografico completo e articolato, attraverso nature morte, riprese aeree, ritratti e paesaggi: immagini di raccolti devastati quasi ci fosse stato un incendio, di volti segnati dalle insuperabili difficoltà, di strumenti di lavoro ormai inutili, di letti di fiumi completamente secchi circondati non più da campi e verde bensì da aride distese di sabbia mostrano le conseguenze che già oggi il riscaldamento sta producendo sull’esistenza di molte persone, quelle il cui sostentamento dipende più direttamente dalla natura, senza “mediazione economica” come può avvenire per gli abitanti di una città, senza possibilità di difendersi, di aggirarlo o di ignorarlo.

Federico Borella ha trentacinque anni e da una decina realizza reportage per numerose testate, come Newsweek, Time Magazine, CNN, National Geographic USA e molte altre. È laureato in letteratura classica e archeologia mesoamericana presso l’Alma Mater Studiorum di Bologna, ha poi compiuto un master in giornalismo fotografico presso l’Accademia John Kaverdash di Milano e dal 2009 al 2015 ha lavorato come fotografo per la John Hopkins University di Bologna.

Tra le altre sue serie, si possono citare Women of the sea, che racconta le raccoglitrici nipponiche di perle, le Ama in giapponese, che si immergono fino a 30 metri di profondità nelle fredde acque del mare in apnea, senza bombole, in cerca dei preziosi oggetti, un lavoro tradizionale che oggi si sta invece perdendo e che è quindi svolto soprattutto da donne molto anziane, alcune delle quali hanno addirittura ottant’anni; Sheroes, un reportage sulla vita delle donne indiane sfigurate dall’acido che si sono ribellate al loro destino di emarginazione e derisione facendo rete e dando vita ad Agra, nello Stato di Uttar Pradesh, a un caffè gestito da loro stesse; o The enduring life of a quad amputee veteran, in bianco e nero, sulla vita di un veterano americano dell’Afghanistan che ha subito gravissime mutilazioni per aver calpestato una mina, la cui storia è stata pubblicata sul Time.

Tra i premiati vi sono anche altri italiani: nella categoria Professionisti, Alessandro Grassani (nato nel 1977) per la sezione Sport e Valentina Piccinni con Jean-Marc Caimi per la sezione Discovery; il National Award per l’Italia è andato a Nicola Vincenzo Rinaldi.

Il lavoro di Borella verrà esposto nella mostra dei Sony World Photography Awards presso la Somerset House di Londra e, in un secondo momento, in un tour globale.

Crediti immagine: Foto di Federico Borella da Five Degrees

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