Il problema dell’inquinamento atmosferico e della cattiva qualità dell’aria che tutti i giorni respiriamo è, purtroppo, sempre attuale e, sia a livello di politiche locali sia di piani governativi più ampi, si sono tentate innumerevoli strade per cercare di contrastarlo, riducendo le emissioni inquinanti del traffico urbano, ad esempio incentivando l’utilizzo di mezzi di trasporto alternativi, con minore impatto sull’ambiente e, a tutti i livelli, più “verdi”.

Lo scopo resta quello di migliorare la salubrità dell’aria, riducendo il livello dei veleni che la vita urbana quotidiana, specie per chi vive e lavora nelle grandi città ad alto tasso di inquinamento, costringe a respirare e a ingerire.

Una ricerca, condotta recentemente dal Dipartimento di scienze e politiche ambientali dell’Università degli Studi di Milano insieme all’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del Consiglio nazionale delle ricerche (CNR-ISAC) e pubblicata su Atmospheric Environment sembra finalmente dare ragione a tutte le strategie ecologiche messe in atto nel tempo e mostra come uno stile di vita complessivamente più eco-friendly possa portare benefici anche dal punto di vista della salubrità atmosferica.

Lo studio guarda ai livelli di torbidità atmosferica e analizza per la prima volta la visibilità orizzontale dell’atmosfera in Italia. Il risultato? Anche nelle zone più inquinate del nostro Paese la frequenza dei giorni con una visibilità superiore ai 10 o 20 km è più che raddoppiata negli ultimi 40 anni: di fatto, quindi, l’aria in Italia è nel tempo diventata più limpida, di conseguenza, meno inquinata e più pulita.

Il livello di inquinamento atmosferico influisce moltissimo sulla variabile della visibilità orizzontale, il vero fulcro dello studio compiuto dai ricercatori, monitorata per la prima volta in questa occasione, ma da sempre al centro dell’organizzazione delle procedure che riguardano il traffico aereo, perché indica a quale distanza massima un oggetto può diventare visibile ed è, pertanto, controllata costantemente in ognuna delle stazioni del Servizio meteorologico dell’Aeronautica militare.

La ricerca in oggetto, prendendo in esame diverse zone del territorio italiano in un arco di tempo piuttosto lungo, cioè dal 1951 al 2017, ha analizzato il numero delle giornate cosiddette ad “atmosfera limpida”, cioè quelle che presentano una visibilità atmosferica superiore ai 10 o 20 km, scoprendo le importanti evoluzioni accorse negli ultimi decenni: la frequenza dei giorni che presentano un livello ottimale di limpidezza atmosferica è aumentata moltissimo e, addirittura, in zone estremamente inquinate (come, ad esempio, la Pianura Padana) tale frequenza è più che raddoppiata negli ultimi 40 anni.

Proprio quest’ultimo particolare prova in maniera inequivocabile l’efficacia delle politiche messe in atto nel nostro Paese oggi, dopo decenni di inquinamento massivo a tutti i livelli e di espansione antropica notevole. Le emissioni inquinanti, infatti, dopo il picco degli anni Sessanta e Settanta, sono diminuite, anche in misura rilevante, e hanno perso il loro carattere massivo, appunto, grazie anche alle norme ambientali messe in campo dai diversi territori.

Un successo che può e deve spronare il nostro Paese a prodigarsi ancora di più su questo fronte, mettendo in campo leggi e politiche che siano di aiuto e sostanza per l’ambiente in cui viviamo.

Inoltre, le emissioni degli inquinanti nell’atmosfera non solo provocano danni alla nostra salute, ma scontrandosi con la radiazione solare che viene così riflessa nello spazio, causano un raffreddamento delle superficie terrestre, con un effetto sostanzialmente opposto a quello dell’anidride carbonica che porta, invece, un aumento delle temperature.

Se questo duplice effetto, degli aerosol e dei gas climalteranti (come la CO2), fino a circa tutti gli anni Ottanta, ha sostanzialmente nascosto il problema dell’effetto dei gas serra e dell’aumento globale delle temperature, la maggiore sostenibilità ambientale attuale e i concreti passi in avanti fatti per contenere il livello di emissioni inquinanti hanno reso possibile constatare che, proprio a partire dagli anni Ottanta, la temperatura italiana è cresciuta di quasi mezzo grado a decennio, mettendo in luce la reale entità di tale problema e ponendo le basi per provare a porvi, in qualche modo, rimedio.

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