Nei mesi scorsi sono state diffuse diverse ricerche su un problema ecologico estremamente sottovalutato, sia nella comunità scientifica internazionale sia a livello di opinione pubblica, e cioè la vera e propria moria che sta colpendo moltissime specie di Insetti, che in alcuni casi rasenta addirittura l’estinzione; è stata registrata, infatti, una decimazione della popolazione degli Insetti in Germania e a Porto Rico e successive ricerche, su scala globale, hanno dimostrato che la sparizione degli Insetti causerebbe, a catena, una serie di effetti potenzialmente devastanti su svariati ecosistemi naturali.

Nel mondo esistono milioni di specie di Insetti, sia diurni che notturni, di cui circa la metà è ancora non solo non studiata, ma addirittura sconosciuta alla scienza; il loro rapido declino numerico ha innumerevoli cause, spesso legate tra loro: i cambiamenti climatici, l’inquinamento e la parallela trasformazione dei loro habitat naturali, il consumo di suolo e, infine, le ricerche più recenti indicano l’inquinamento luminoso come uno dei maggiori fattori di rischio per la sopravvivenza di intere popolazioni di Insetti.

L’inquinamento luminoso dovuto a tutte quelle fonti di luce artificiale che vengono tenute accese di notte sull’intero pianeta (in gergo definite ALAN, cioè Artificial Light At Night) è, quindi, una delle cause più sottovalutate della decrescita degli Insetti, che in tutto il mondo va avanti al ritmo di 2,5% all’anno, e che, se non arrestata, porterebbe all’estinzione di intere specie nell’arco di un secolo appena.

La ricerca, firmata da un team di ricercatori della Tufts University del Massachusetts, espone i problemi che l’inquinamento luminoso provoca agli Insetti, specie a quelli notturni: ad esempio, le lucciole sono disturbate dalle luci e non riescono ad accoppiarsi perché faticano a riconoscere il partner; le falene muoiono intorno ai lampioni o ad altro tipo di illuminazione simile, mentre moltissimi Insetti sono resi più visibili ad animali più grandi e predatori come rospi, rane o pipistrelli e vengono così mangiati.

A differenza di molti altri fattori d’inquinamento, però, che richiedono soluzioni più complesse e integrate, distribuite anche su tempi più lunghi, l’inquinamento luminoso potrebbe essere facilmente ridotto, spegnendo le luci superflue e che si trovano in punti non necessari o facendole attivare solo nel momento in cui si percepisce un movimento, ma anche adeguandone le tonalità per aiutare gli Insetti a sopravvivere.

Ne è convinto Brett Seymoure, ecologo comportamentale presso la Washington University di St. Louis e tra i responsabili delle ultime ricerche scientifiche sull’argomento, che afferma: «Una volta spenta, una luce non lascia più traccia di sé. Non devi andare a ripulire, come fai con la maggior parte degli inquinanti. Non dico che dobbiamo spegnere tutte le luci notturne in tutto il mondo, solo che dobbiamo usarle saggiamente e con misura».

Infatti, se la luce è utilizzata da moltissimo tempo dagli agricoltori per distruggere gli Insetti ritenuti nocivi, è stata la massiva espansione delle attività antropiche, nonché la parallela diminuzione dei costi dell’elettricità a rendere l’inquinamento luminoso un problema per ben un quarto dell’intera superficie terrestre.

Un problema che dev’essere affrontato tempestivamente anche perché, a differenza di altri agenti inquinanti che gli Insetti spesso riescono a contrastare tramite l’adattamento, il ciclo di buio e luce quotidiano è una costante nella loro evoluzione e, quindi, le modifiche dovute all’inquinamento luminoso sono nella maggioranza dei casi mortali.

Immagine: Immagine delle luci della Terra creata da riprese effettuate tra il 1° ottobre 1994 e il 31 marzo 1995. Crediti: Marc Imhoff/NASA GSFC, Christopher Elvidge/NOAA NGDC; Image: Craig Mayhew and Robert Simmon/NASA GSFC. Fonte, https://visibleearth.nasa.gov/view.php?id=55167 (image link). [Public domain], attraverso Wikimedia Commons

© Istituto della Enciclopedia Italiana - Riproduzione riservata

Argomenti

#buio#luce#insetti