In questo tempo di invasioni, un buon antidoto contro la psicosi collettiva può essere la lettura di questo libretto dimenticato di P.G. Wodehouse: The Swoop! Or how Clarence saved England. Mai tradotto in italiano, va gustato rigorosamente nel sontuoso inglese dell’autore. Lo scrittore comico britannico visse entrambe le guerre mondiali senza che nulla degli orrori del secolo trapelasse nella sua scrittura. Nel 1906 immaginò con scorticante ironia l’improbabile invasione della Gran Bretagna da parte di ben nove eserciti stranieri. Ma era una domenica pomeriggio e tutto il paese stava seguendo alla radio le partite di cricket, così nessuno se ne accorse. Anche il giorno dopo sui giornali tutti i titoli erano per la vittoria del Surrey e passò in secondo piano che gli eserciti del generale tedesco Otto of Saxe-Pfenning, del Granduca russo Vodkakoff assieme alle truppe del Mad Mullah e della Marina svizzera fossero sbarcate in Essex, i cinesi in Galles e le truppe del Principato di Monaco in Scozia, mentre una banda di Giovani Turchi conquistava Scarborough e Margate veniva assalita dalla soldataglia marocchina del brigante Raisuli e dai guerrieri negri della lontana isola di Boygolla. Del resto, dice Wodehouse, gli inglesi sono un popolo a cui piace stare a vedere cosa succede e per questo le reazioni all’invasione furono mitigate. Tanto più che la Gran Bretagna non avrebbe saputo come difendersi perché da tempo aveva abolito l’esercito e solo i boy-scout erano rimasti a difesa del paese. Ma è proprio fra loro che cova la resistenza. Il lupetto Clarence Chugwater sta preparando la riscossa. Intanto The Daily Express disserta sul nesso fra libertà di commercio e libertà di invasione e molto modernamente The Times commenta che ci sono già tanti stranieri indesiderabili nel paese che qualcuno in più non fa molta differenza. Le truppe nemiche marciano su Londra e i primi ad arrivarci sono i tedeschi, che decidono di bombardarla. Ma era una domenica pomeriggio d’agosto e non c’era nessuno in città, rassicura Wodehouse, e il bombardamento ebbe il benefico effetto di distruggere tutte le statue cittadine. Quanto ai buchi per strada, si confusero facilmente con gli interminabili cantieri dei lavori pubblici londinesi. Ma i problemi sorgono quando le potenze straniere si ritrovano alla conferenza di pace. Una gran noia che spinge tutti a tornarsene a casa. Tranne russi e tedeschi. Il Granduca Vodkakoff e il Principe Otto of Saxe-Pfenning finiscono per essere contaminati dallo spirito londinese dell’epoca e nel cercare una via per spartirsi la conquista diventano star del varietà. Come si sa, tutte le star del varietà sono capricciose e volubili, così è qui interviene il lupetto Clarence. Con abili manovre mette gli uni contro gli altri sui palchi dei teatri londinesi. Quando Otto of Saxe-Pfenning viene fischiato da una banda di cosacchi, scoppia la battaglia finale. Quel giorno c’era però una nebbia così fitta che nessuno la vide. Se ne sentirono solo gli schioppi. L’epilogo è una cascata di esilaranti quadretti dove il pezzo forte sono le comunicazioni in codice dei boy-scout. Spiccano fra questi il verso dell’anguilla di sabbia, il fischio dell’iguana a strisce e il tranello del lupetto che sa fare il verso della carota per confondere il coniglio. Nella scena finale, Clarence ingaggia un duello di eloquenza con il Principe Otto, ancora più buffo perché il tedesco ha il raffreddore e sbaglia tutte le pronunce. Ma il lupetto scivola su un infinito scisso e questo non gli verrà mai perdonato.