Le biblioteche non sono solo luoghi dove conservare i libri e ambienti dove consultarli. Nel tempo hanno assunto valenze peculiari e sviluppato funzioni e ruoli diversi; le esigenze dei lettori, i contesti sociali, la nascita della stampa, l’evolversi delle tecnologie del libro, le soluzioni architettoniche si sono intrecciati e declinati in un rapporto di reciproche influenze, riflettendo di volta in volta priorità e necessità diverse, e restituendo spesso in una preziosa sintesi lo spirito di un’intera epoca. E anche The library. A World history, il libro di James Campbell appena uscito per Thames & Hudson, è dunque molto di più di una panoramica delle biblioteche più belle e significative sparse in 20 Paesi in tutto il mondo, anche se le splendide fotografie di Will Pryce catturano inevitabilmente l’attenzione: la storia delle biblioteche diventa anche una storia della civiltà e del modo di percepire cultura.

Dalle prime biblioteche della Mesopotamia alla sfortunata biblioteca di Alessandria, dalle ricche biblioteche rinascimentali alle scenografiche biblioteche barocche, fino alle ardite e funzionali soluzioni dell’architettura contemporanea, la storia di queste istituzioni è ricca di implicazioni e offre squarci su molteplici altri aspetti. La Biblioteca Malatestiana a Cesena, per esempio, con i preziosi e ingombranti libri manoscritti incatenati ai tavoli; le biblioteche progettate per mostrare e sottolineare la cultura del possessore, gli ambienti che diventano quasi uno status symbol e sembrano ambire a racchiudere in sé tutte le forme d’arte, dall’architettura, alla pittura alla scultura; la biblioteca Joanina a Coimbra, con i preziosi intarsi lignei, la biblioteca dell’abbazia di Altenburg del 1742, o quella dell’abbazia di Admont, del 1776, sempre in Austria, un tripudio di volte, marmi, affreschi, statue. La carrellata arriva fino ai giorni nostri, passando per la biblioteca della Johns Hopkins University di Baltimora, la New York Public library, fino alla biblioteca nazionale cinese di Pechino e oltre; con sistemi sempre più efficienti di conservazione, catalogazione e distribuzione dei libri, in una proficua alleanza tra esigenze pratiche e inventiva artistica. Perché come afferma Campbell nella conclusione del suo libro “le biblioteche sono luoghi dell’immaginazione”.