È prassi ormai consolidata che alla fine della presentazione di un libro, il suo autore firmi le copie acquistate dal pubblico. Se l’autore non è particolarmente pigro aggiungerà alla propria firma il nome dello sconosciuto acquirente, facendolo seguire da una formula solitamente stereotipata «con amicizia», «cordialmente». A queste dediche manoscritte che possiamo definire occasionali o commerciali, se ne affiancano altre più meditate, che hanno lo scopo di mettere in buona luce l’autore nei confronti dell’omaggiato.

Nel mondo accademico prevalgono soprattutto frasi di modestia o di captatio benevolentiae quando si offre una pubblicazione a un docente di grado superiore: «Confidando nel suo autorevole giudizio», «Nella speranza di ricevere preziosi suggerimenti». Decisamente più interessante è quanto si verifica nell’ambito letterario dove una dedica può svelare dettagli totalmente inediti sull’autore o sull’opera donata. Troviamo così nell’ironico libretto Filosofi in libertà (Proprietà letteraria Taylor, Cuneo 1958) una altrettanto ironica dedica del suo autore Dedalus (al lettore il compito di scoprire chi si nasconde sotto il nome del personaggio joyciano) all’editore Vanni Scheiwiller:«Si rinnovano i sistemi / nel gran gioco dei problemi / ma rimangono negli anni / le edizioni del buon Vanni». Allo stesso editore è diretta la dedica di Piero Jahier nel frontespizio del suo Con me e con gli alpini (Torino, Giulio Einaudi, 1943-XXI): «Caro Vanni, fu decisa la pubblicazione con Giulio Einaudi e Cesare Pavese durante un bombardamento nella sede di via Barbaroux a Torino – sfidando il probabile sequestro. Non sapevo come fare a tornare a Bologna. Milano, 3 maggio 1963, Piero Jahier». Questa dedica contiene informazioni del tutto sconosciute sulla genesi del volume e sul momento drammatico in cui si decise di pubblicarlo («durante un bombardamento»). Passiamo a Pier Paolo Pasolini e al suo ruolo di dialettologo nonché di scopritore di poeti in vernacolo. Egli invia il volume Poesia dialettale del Novecento (a cura di M. Dell’Arco e P.P. Pasolini, introduzione di P.P. Pasolini, Parma, Guanda, 1952) allo scrittore e critico letterario Enrico Falqui, accompagnandolo con la seguente dedica «A Falqui con stima e amicizia». Al contempo esorta Biagio Marin, che sta cercando di accreditare in ambito nazionale, a fare altrettanto. Troviamo così nel Fondo Falqui, oggi conservato nella Biblioteca Nazionale di Roma, svariati volumi del poeta di Grado con relativa dedica: I canti de l’isola (Udine, Del Bianco editore, 1951): «a Enrico Falqui perché li legga, cordialmente. B.M. Trieste 30 III ‘54»; oppure El vento de l'eterno se fa teso (a cura di E. Serra – E. Guagnini, Grado 1973): «A Enrico Falqui manda questo libro a saluto, anche se pesante, pur cordiale. Biagio Marin. Grado 15 gennaio 1974». Infine Attilio Bertolucci. Nel corso degli anni egli invia numerosi volumi a Enzo Siciliano, riproponendo la stessa dedica «A Enzo e Flaminia “con quel cuore di una volta” Attilio» (Imitazioni, Milano, Libri Scheiwiller, 1994, dove la dedica è seguita dalla data: Roma 25 ottobre 1994). Si tratta verosimilmente di un “marchio di fabbrica” che allude da un lato alla ben nota Poetica dell’extrasistole teorizzata dal poeta in Aritmie (Milano, Garzanti, 1991), dall’altro, come mi suggerisce Luigi Spagnolo, è una citazione esplicita dalla lettera del 2 maggio 1828 di Giacomo Leopardi alla sorella Paolina, a proposito della stesura di A Silvia («Dopo due anni, ho fatto dei versi quest’aprile, ma versi veramente all’antica, e con quel mio cuore di una volta»).
Bastano questi pochi esempi per farci comprendere l’importanza di un elemento come la dedica manoscritta, finora valorizzata soprattutto a fini commerciali: una dedica o anche solo una firma di un grande autore può trasformare un libro dozzinale in un oggetto costosissimo (cosa ben nota a commercianti privi di scrupoli che hanno creato ex novo false dediche o firme). E chissà se i venticinque lettori di questo articolo, ancora in dubbio sull’entità di Dedalus (la risposta è Umberto Eco), non trovino nelle loro biblioteche dei libri con dediche meritevoli di attenzione.