Prendete un musicista, un regista, un tecnologo, uno scienziato e un astronauta. No, non è l’incipit di una barzelletta, ma l’inizio di un’avventura particolare che quest’anno è alla seconda edizione. Da questo piccolo gruppo eterogeneo di individui è nato un movimento globale per aumentare la consapevolezza e l'educazione sugli asteroidi. Parliamo dell’Asteroid Day, iniziativa supportata da 22 partner a livello mondiale, decine di agenzie internazionali, 72 astronauti provenienti da 12 nazioni, leader del mondo degli affari e della finanza, e persone (insegnanti, studenti, amatori) provenienti da tutto il mondo. Anche quest’anno la data da segnare in agenda è il 30 giugno, quando a tutte le latitudini si parlerà di asteroidi e oggetti vicini alla Terra (o Near-Earth Objects – NEO per gli addetti ai lavori).
Siamo in pericolo? Non è semplice rispondere a questa domanda. In ogni caso, sono circa 40mila le tonnellate di materiale cosmico che ogni anno “piovono” sul nostro pianeta (tonnellata più, tonnellata meno). Tra credenze, allarmismi, errata divulgazione, le persone hanno paura… è il caso di ammetterlo. Ed è per questo che cosmologi, astronauti, fisici e personaggi dello spettacolo hanno dato vita all’Asteroid Day, cercando di spiegare ogni quanto si verifica un impatto con la Terra e come possiamo proteggere il nostro pianeta e l’umanità da potenziali disastri. Ricordiamo, però, che possiamo in ogni caso dormire sonni tranquilli!
Per capire meglio di cosa stiamo parlando, abbiamo intervistato Marco Micheli, del NEO Coordination Centre (NEOCC) dell’ESA, che per lavoro si occupa proprio del monitoraggio di questi oggetti che tanto ci fanno paura, e lo fa da Frascati (Roma).
Quale l'importanza di questa iniziativa per sensibilizzare la popolazione mondiale sugli asteroidi e oggetti simili?
L'Asteroid Day è senz'altro un'ottima iniziativa per informare il pubblico sul rischio asteroidale. In particolare, la partecipazione di personaggi noti al grande pubblico (come ad esempio il chitarrista dei Queen Brian May, dottorato in astrofisica) spero porti visibilità del problema anche a persone meno direttamente coinvolte in tematiche scientifiche. Personalmente ritengo molto appropriata anche la scelta del giorno 30 giugno, in coincidenza dell'anniversario dell'evento di Tunguska, la grande esplosione di origine meteorica che nel 1908 sconvolse una vasta regione siberiana. Tale data fornisce infatti l'occasione per ricordare con un esempio concreto che tipo di danni possono essere causati da un impatto di un oggetto di dimensioni tutto sommato abbastanza piccole (lo si stima dell'ordine di alcune decine di metri).
Ma arriviamo alla domanda che più ci interessa: la Terra è davvero in pericolo?
In questo caso la questione è un po' difficile da analizzare. La Terra come pianeta ovviamente no, è perfettamente in grado di sopravvivere agli impatti anche se a prezzo, nel caso peggiore, di estinzioni di massa (come probabilmente è stato il caso dei dinosauri). Quanto alla specie umana in particolare, la situazione è certamente diversa. A oggi gli scienziati sono convinti di aver scoperto la grande maggioranza degli asteroidi di una dimensione tale da poter causare gravi sconvolgimenti dell'ecosistema, analoghi a quelli associati all'estinzione dei dinosauri 66 milioni di anni fa. E nessuno di questi grandi oggetti è in rotta di collisione con la Terra, almeno per il prossimo secolo. Il problema potrebbero essere i corpi più piccoli, di dimensioni tra i 100 metri e il chilometro: in questo range dimensionale, che ha comunque potenziale di causare seri danni su scala regionale, la maggioranza dei corpi che passano vicino alla Terra sono ancora ignoti ed è quindi impossibile prevedere se qualcuno di essi potrà colpire la Terra a breve. È proprio per questo motivo che i programmi di scoperta e osservazione di asteroidi sono estremamente importanti.
Quali sono gli oggetti che prossimamente sfioreranno la Terra?
Nessun oggetto noto a oggi "sfiorerà" la Terra nei prossimi mesi, nemmeno in una definizione piuttosto ampia del termine "sfiorare" (che vedo usato molto nella divulgazione, ma che personalmente sconsiglio visto che si tratta spesso di centinaia di migliaia di chilometri). In particolare, oggi 16 giugno 2016 non si prevede il passaggio di nessun asteroide più vicino della Luna nei prossimi mesi. Il punto importante in questo caso è la parola "conosciuto": gran parte degli oggetti che passano particolarmente vicino sono molto piccoli, e vengono scoperti solo pochi giorni prima del loro passaggio ravvicinato. Quindi sicuramente nei prossimi mesi ci saranno asteroidi che passeranno piuttosto vicino, diciamo entro qualche decina di migliaia di chilometri dalla Terra, ma nessuno di questi è già stato scoperto ora.
Come sta procedendo l'osservazione dei NEO? Quali sono gli strumenti più all'avanguardia? E il ruolo dell'Italia?
Nell'ultimo decennio l'osservazione dei NEO ha registrato miglioramenti davvero considerevoli. Siamo passati da un rate di scoperta di poche decine di NEO l'anno, tipico della fine del secolo scorso, a più di un migliaio negli ultimi anni. Questo miglioramento è dovuto principalmente alla costruzione di telescopi dedicati quasi esclusivamente alla scoperta di asteroidi, soprattutto negli Stati Uniti (Hawaii e Arizona). Al momento il leader di scoperte è il telescopio Pan-STARRS, situato sulla vetta di un'isola delle Hawaii, che da solo scopre in media oltre 50 NEO al mese. La scoperta di nuovi oggetti però non è tutto. È anche indispensabile che queste nuove scoperte siano seguite e osservate il più possibile nei giorni, mesi e anni successivi, in modo che la loro orbita futura possa essere calcolata con buona precisione. In questo tipo di attività l'Europa, e in particolare l'Italia, ha un ruolo di spicco. Il NEO Coordination Centre dell'ESA, dove lavoro, si occupa attivamente di questo tipo di osservazioni, chiamate follow-up, usando vari telescopi europei e collaborando con osservatori di tutto il mondo. Inoltre nel nostro Paese decine di appassionati di astronomia usano i loro piccoli telescopi per ottenere osservazioni degli asteroidi più brillanti, anch'esse molto utili per l'accurata determinazione delle loro orbite. E quanto a eccellenze italiane del settore non va dimenticato che il monitoraggio sistematico degli asteroidi pericolosi, dal punto di vista matematico e computazionale, è nato a fine anni Novanta proprio in Italia, da una collaborazione tra il Dipartimento di Matematica dell'Università di Pisa e l'Istituto Nazionale di Astrofisica.
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