Alla Biblioteca Nazionale Centrale di Roma è stata inaugurata un’esposizione permanente dedicata alla scrittrice sarda Grazia Deledda in occasione dei 90 anni dal Nobel e degli 80 dalla morte. La mostra è ospitata all’interno di Spazi900, in cui prende corpo il primo museo italiano della letteratura italiana contemporanea sulla base del progetto curato dalla Biblioteca Nazionale e volto alla valorizzazione delle sue collezioni novecentesche attraverso l’esposizione di documenti originali dei più significativi scrittori.

Il percorso espositivo Sotto il cedro del Libano. Grazia Deledda a Roma nasce con questo intento: rende fruibili al pubblico alcuni documenti conservati in Biblioteca, sebbene il nucleo principale si debba alla significativa donazione degli eredi Morelli. Esso si compone di libri, fotografie, dattiloscritti e oggetti che testimoniano la presenza a Roma di Grazia Deledda e della sua famiglia, i loro interessi culturali e letterari e le vicende legate al conferimento del premio Nobel.

“Siamo a Roma, nella nostra casetta in fondo al mondo. Ma è tanto bello, quaggiù: una pace, una serenità, una tristezza solenne di esilio!”, scrive Grazia Deledda al giornalista Domenico Oliva il 12 ottobre 1912 dal villino di via Porto Maurizio 15, sua nuova abitazione romana.

La casa aveva un giardino oltre il quale si affacciava la dimora della sorella Nicolina, pittrice e illustratrice. Qui nacquero le sue opere maggiori: Elias Portolu (1903), Canne al vento (1913), La madre (1920); le novelle come Sotto il cedro del Libano e quelle legate alla città di Roma, La Roma nostra e Viali di Roma, dalle cui pagine trapelano i luoghi più cari alla scrittrice.

A quel giardino, in cui Grazia si incontrava con le sorelle e che osservava dal suo scrittoio mentre scriveva, e alla casa di Roma rimarrà sempre legata: in una lettera del 9 dicembre 1927 inviata da Stoccolma alla sorella Nicolina scrive che il mondo è bello e vario, “ma ancora un posticino dei più belli è tra via di Porto Maurizio e via Trapani”.

A Stoccolma Grazia Deledda si era recata per ricevere il Premio Nobel per la Letteratura a lei conferito nell’anno 1926 dall’Accademia svedese quale massimo riconoscimento del suo percorso letterario e artistico.

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