Era il 27 settembre 1917 quando Edgar Degas, ormai ottantatreenne, cieco e solitario, si spegneva nella sua Parigi. Tra i pochi che assisterono al suo funerale, c’era Claude Monet, l’ultimo pittore della prima generazione di impressionisti ancora in vita. Tramontava così, in un’Europa ormai sprofondata nella Prima guerra mondiale, la gioiosa stagione del trionfo del colore, della scoperta del paesaggio come specchio delle emozioni dell’artista, della sfida alle convenzioni portata avanti attraverso coraggiosi nudi e ritratti di grande approfondimento psicologico. Di quella stagione Degas, figlio di banchiere, versato negli studi classici e cresciuto tra il Louvre (dove apprese la fascinazione per i maestri del Rinascimento italiano) e gli atelier degli allievi di Ingres, fu uno dei fondatori e dei maggiori rappresentanti.

Rifiutati in breve i canoni accademici insegnati nella prestigiosa École des beaux-arts, venne ventiduenne in Italia per un lungo grand tour che toccando Napoli, Roma, Assisi, si concluse infine a Firenze, dove il giovane pittore iniziò a lavorare al suo primo capolavoro, La famiglia Belelli. Tornato in patria entrò in contatto con Manet e organizzò, il 15 aprile 1874, la prima mostra degli impressionisti che si tenne nello studio del fotografo Felix Nadar. Il suo sguardo sulla sua epoca si concentrò sui volti dei parigini (celeberrimo L’Assenzio, del 1876) e, in particolare, sul mondo della musica, della danza e del teatro (un ambiente che aveva già iniziato a esplorare negli anni Sessanta, con tele come L’Orchestra dell’Opera, e che approfondì fino a diventare “il pittore delle ballerine”).

Musei di tutto il mondo si sono attivati per celebrare la sua figura e la sua opera nel centenario della sua scomparsa: all’inizio dell’anno il Museum of Fine Arts di Houston, in Texas e la National Gallery of Victoria di Melbourne hanno collaborato alla realizzazione della mostra Degas: A New Vision e lo scorso 24 giugno il Legion of Honor Museum di San Francisco ha inaugurato Degas, Impressionism and the Paris Millenery Trade, mentre a Parigi si attende la retrospettiva Degas Danza Disegno. Un omaggio a Degas con Paul Valéry al Musée d’Orsay, prevista dal prossimo 28 novembre 2017 fino al 25 febbraio 2018, e l’Inghilterra celebra l’artista dal prossimo 3 ottobre al 14 gennaio 2018 con la mostra Degas: a passion for perfection al Fitzwilliam Museum di Cambridge.

L’Italia ha contribuito al centenario con la mostra Manet e la Parigi moderna, allestita al Palazzo Reale di Milano fino allo scorso luglio, mentre è già in programma tra il 2020 e il 2021 una grande esposizione sui rapporti tra Degas e la città di Napoli al Museo di Capodimonte.

Argomenti

#Louvre#pittura#arte#mostre