«Il signore e la signora Dursley, di Privet Drive numero 4, erano orgogliosi di poter affermare che erano perfettamente normali, e grazie tante». Così suona l’incipit, teatralmente “normale”, di un fenomeno letterario, cinematografico, mediatico e culturale che di “normale” ha ben poco.Sono passati 20 anni esatti da quel 26 giugno 1997 in cui nelle librerie londinesi comparve per la prima volta un libro che oggi, probabilmente, è tra i più noti a livello mondiale: Harry Potter and the philosopher’s stone – ideato nel corso degli anni Novanta da J.K. Rowling, classe 1965, segretaria nata nella campagna inglese –, fu rifiutato da ben tre case editrici prima di essere accettato dalla quasi sconosciuta Bloomsbury, che alla fine lo pubblicò come un testo per bambini.

Il successo fu inaspettato, immediato ed enorme. Ma fu sull’onda del plauso di critica e pubblico tributato ai due libri successivi della saga, usciti rispettivamente nel 1998 e nel 1999, che si concretizzò, a tempi di record, il progetto della trasposizione cinematografica dell’opera, uscita nel 2001 per la regia di Chris Columbus. I protagonisti della saga (Daniel Radcliffe, Emma Watson e Rupert Grint) undicenni all’epoca del primo film e ventunenni quando uscì, nel 2011, l’ultimo capitolo, sono cresciuti insieme al loro pubblico, causando, soprattutto per la generazione dei millennials di cui fanno parte, un vero e proprio fenomeno di identificazione di massa.

La saga ha prodotto anche un merchandising sterminato, fatto di oggetti e vestiti, ma anche di parchi a tema, come lo studio della Warner vicino Londra, dove si trovano tuttora alcuni set dei film, preso d’assalto ogni anno da migliaia di visitatori di ogni età.

L’unicità del fenomeno sta, in effetti, nel suo essere davvero intergenerazionale, ma in senso “progressivo”: si passa, infatti, gradualmente, dalle atmosfere ingenue della Pietra filosofale agli scenari dark e alle tematiche forti – razzismo, totalitarismo, tradimento – che caratterizzano la parte finale della saga, mostrando ai piccoli lettori ormai diventati adulti quanto possa diventare oscuro il mondo incantato dell’infanzia. Il passaggio dal target infantile a quello young adult si completa negli sviluppi attuali dell’opera: la Rowling, svestiti i panni della scrittrice, diventa sceneggiatrice di una nuova saga (Animali fantastici e dove trovarli, il cui secondo capitolo uscirà il 16 novembre 2018), collocata cronologicamente circa settant’anni prima degli eventi di Harry Potter, che narra, in ambientazione statunitense, la prima ascesa al potere di Voldemort agli albori della seconda guerra mondiale. Si esce dalla scuola per vedere il mondo vero, e la magia si fa più magnificente che mai, per proseguire e innovare un mito che ha segnato, a livello globale, un’intera generazione.