Quando la tecnologia Spritz è stata presentata al Mobile World Congress 2014, il 23 febbraio a Barcellona, gli intenditori avranno pensato che il nome rendesse omaggio al cocktail, invece deriva dall’assonanza col termine tedesco per “iniezione”, “siringa” e volgarmente “schizzo”. Uno dei fondatori della casa di sviluppo è nato a Monaco di Baviera.

La definizione è appropriata, Spritz ci offre una scorciatoia, è doping virtuale. Non è più necessario diventare topi di biblioteca per padroneggiare tecnica e velocità di comprensione della lingua scritta.

Il programma serve ad accelerare i ritmi di lettura sopra le umane capacità, perché consente di scorrere testi a una velocità superiore al normale.

Visualizza le parole una alla volta, in sequenza, allineate sul “punto ottimale di riconoscimento”. Questo coincide con una lettera che segna il confine oltre il quale la nostra mente identifica il significato di una parola prima di averla osservata per intero.

Così, il flusso visivo può toccare le 600 parole al minuto. Stando ai calcoli, basterebbero un paio d’ore per finire un libro di duecento pagine.

Resta da domandarsi quanto sia efficace una fruizione tanto serrata e per istinto contro natura.

La spiegazione fornita sul sito ufficiale (http://www.spritzinc.com) verte sui benefici derivanti dall’impiego del prodotto, veri artefici del successo di Spritz: il segreto è nel risparmio di tempo ed energie in termini di movimenti oculari che la tecnologia mira a limitare. Gli istanti spesi per spostare lo sguardo da una parola all’altra (col metodo tradizionale) e il conseguente affaticamento muscolare costituiscono uno spreco se è vero che, mantenendo l’occhio fisso, si otterrebbe lo stesso risultato.

Considerate le modalità di somministrazione suggerite da Spritz, è probabile che venga meno il piacere della lettura. Vale a dire la sensazione ricercata da tutti coloro che traggono soddisfazione dai libri e più in generale dalla carta stampata o dalla controparte digitale.

Per approfondire la questione sul piano scientifico, abbiamo raccolto il parere di Andrea Moro, neurolinguista presso la Scuola Superiore Universitaria IUSS di Pavia.

“Sgombriamo il campo da equivoci: i movimenti oculari propriamente detti sono fenomeni fisiologici che permettono la visione. In particolare, le cosiddette “saccadi” sono movimenti impercettibili e inconsci senza i quali non potremmo minimamente vedere. Nessun programma può “pilotarli”: sono parte della nostra fisiologia. Semmai il programma indirizza l’attenzione verso una porzione della parola specifica: ma l’attenzione e i movimenti oculari sono due cose diverse. Ci sono vari modi per puntare l’attenzione su una porzione di parola, di solito contrastando la forma del carattere modificando dimensione, tipo o colore. A seconda della lingua, dipende se una porzione di parola può essere analizzata in modo autonomo. In lingue con una trascrizione alfabetica non trasparente come l’inglese, questo non può avvenire per definizione. Se leggiamo “rough” o “through”  non serve a niente dire che si mette in evidenza la “u”: solo la lettura della parola intera conta. Dunque, se il programma funziona, il che è ancora da dimostrare, non è per una manipolazione dei movimenti oculari.”

Ritiene sia possibile assimilare informazioni trasmesse a tale velocità? La qualità del ricordo è paragonabile a quello derivante da una fruizione scandita da ritmi più “naturali”?

“Credo proprio di no: ma per esprimersi occorre fare esperimenti. Ci sono tecniche banali a disposizione, come la misura del numero delle parole ricordate di un testo passate a velocità diverse. Mi chiedo come mai nelle pagine pubblicitarie di questo “metodo” non se ne parli.”

Quali eventuali utilizzi considera più congeniali per una simile invenzione?

“Nessuno, a parte i giochi: non vedo perché forzare l’ingurgitamento di parole se non per fare del paté di cervello.”

Esistono ricerche accademiche che indagano in questa direzione?

“Tantissime ricerche in ambito della psicolinguistica si rivolgono alla capacità di attenzione, alla memoria e ai fattori condizionanti. Per citarne solo uno, ci sono esperimenti che misurano l’interferenza tra l’interpretazione di frasi affermative e negative e i movimenti.”

Vi sono controindicazioni o effetti collaterali, modalità di utilizzo che consiglia?

“Se qualcuno di voi l’ha provato, si rende conto dell’inutilità dello strumento: il cervello non è un bolide da sparare a velocità sempre più alte. Il giorno in cui dovremo leggere più rapidamente per un sovraccarico di dati, sarà il giorno nel quale dovremo ridurre la mole degli stessi.”

Attenzione quindi a non farvi fuorviare dalle promesse, dietro l’idea allettante si nasconde il pericolo di una sbornia di stimoli e postumi di confusione mentale.

© Istituto della Enciclopedia Italiana - Riproduzione riservata