14 giugno Ombre minacciose si addensano sulla nostra nazionale. Abbiamo cominciato a Craven Cottage, lo stadio del Fulham, con il crac inopinato di Montolivo. Geniale la trovata dei pubblicitari Simmenthal: avevamo lasciato Montolivo attardato negli spogliatoi, con una irresistibile scatoletta di Simmenthal in mano, lo ritroviamo adesso comodamente seduto nel salotto di casa sua, con provvidenziale borsa del ghiaccio adagiata sull'arto leso, opportunamente bendato, e scatoletta di Simmenthal in mano. A proposito: sarà una scatoletta diversa, o sarà invece quella di prima? Forse è una scatoletta nuova, ma non è detto, essendo la carne in scatola ricetto ideale per preparati conservativi tra i più efficaci in natura, o in chimica. Poi è arrivata la bua di De Sciglio, adesso quella di Buffon, che ci condanna a Sirigu. Insomma, presagi funesti, a non dire della barca di gol che andiamo prendendo da qualche tempo a questa parte, a scorno della gloriosa tradizione che vuole la nostra difesa imbattibile, o quasi. Come andrà, stanotte? Non ne ho la più pallida idea: vediamoci il primo tempo, cerchiamo di capire come stanno le cose, e incrociamo le dita. Il risultato di Uruguay-Costarica ci costringe a vincere, o almeno a non perdere (ma molto, molto meglio se vinciamo): che ci si riesca è altro discorso.

15 giugno Italia-Inghilterra, primo tempo. Buona, l'Italia: molto possesso, ottimo giro di palla a centrocampo, De Rossi, Pirlo e Verratti sontuosi. Paghiamo l'unica vera distrazione del tempo: non in difesa, ma a centrocampo - le magagne dietro non si sono viste, o quasi, grazie alla formidabile diga di metà campo: se cediamo lì è finita. L'Inghilterra pressa alta e aspetta di ripartire in velocità: molto al risparmio, niente di nuovo sotto il sole, anche se un tempo l’Inghilterra faceva ben altro gioco. Il nostro problema più grande è l'isolamento di Balotelli, che tutto solo non riesce a far niente, come sempre gli capita. Candreva e Marchisio non verticalizzano a sufficienza, poco sfruttato Darmian, ed è un peccato, perché a destra l'Inghilterra fa acqua, e Darmian, da parte sua, sta giocando una partita monumentale. Se la vogliamo vincere bisogna aggiungere una punta: Immobile, o forse meglio ancora Insigne, che garantirebbe, peraltro, copertura a sinistra, dove Chiellini fa quello che può - non moltissimo, a vero dire. Visto il primo tempo di Candreva, un'altra idea potrebbe essere sostituirlo con Cerci. Vediamo, e speriamo. (Finirà 2 a 1 per noi: bel secondo tempo, Candreva assai meglio che nel primo, anzi, sugli scudi, prenderà voti altissimi; prova grandissima di Pirlo, una delle sue più belle partite in azzurro di sempre; bravi tutti, però. Di Candreva il bel cross per Balotelli, che incorna e segna. Poi poco o nulla: Inghilterra deludente nei suoi uomini più attesi, Rooney e Gerrard, bravissimi gli incursori di destra e di sinistra, ma non bastano a recuperare. Successo meritato, per una volta il girone potrebbe non essere il solito psicodramma. Mai dire mai, però).
Francia-Honduras, secondo tempo: su Rai Uno le comiche. Il telecronista non si avvede del fatto, solare, che il tiro di Matuidi è appena fuori, a fil di palo. Dice: 'gol annullato per fuorigioco'. Poi rivede l'azione e si rende conto del fatto che non c'è nessun fuorigioco. Non però, incredibilmente, del fatto che la palla è fuori. Il nostro è ancora lì che si domanda 'perché mai questo benedetto gol sarà stato annullato?'.

17 giugno A Fortaleza va in scena Brasile-Messico, primo tempo. L'esecuzione dell'inno brasiliano, accompagnato dalla base musicale per la prima parte, cantato a cappella per la seconda, con lo stadio che canta insieme ai giocatori, è davvero da brivido: si commuove alle lagrime persino il giovane Neymar. Messico vivace e attento a un tempo: praticamente non rischia nulla, se si eccettua un bel colpo di testa di Neymar, con risposta stellare di Ochoa, e una palla gol in finale di tempo, con due giocatori due del Brasile che a me sono sembrati in fuorigioco (per fortuna niente di fatto). Dunque un buon Messico, veloce e fluido: la palla gira da destra a sinistra con una facilità rimarchevole (la proprietà di palleggio, al calcio, è dote importante, e rara). Non verticalizza mai, però, e dunque non solo non segna, ma non ci va neanche vicino, se si eccettua un bel tiro da fuori mirabilmente deviato da Julio Cesar: l'arbitro, naturalmente, ha assegnato rimessa dal fondo, anche se tutto il mondo ha visto la deviazione dell'estremo difensore brasiliano. Dos Santos è davvero un gran bel giocatore: verrà in Italia, forse, sarebbe un buon acquisto per chiunque. Il Brasile, da parte sua, non aveva convinto con la Croazia, e non convince oggi. Fuori l'inguardabile Hulk, dentro Ramires, non cambia nulla: scarso l'uno, scarso l'altro. Il resto, tolti i centrali di difesa e, molto a sprazzi, Neymar e Marcelo, persuade assai poco. L'impressione è che il Brasile non sappia bene che fare: gioca, si danna, persino, ma con poco costrutto, o nullo, fatte salve le doti tecniche sopraffine dei singoli effettivi. Una nota di colore (è proprio il caso di dirlo): i capelli di Dani Alves, cagnaccio di difesa, generalmente scurissimo, di carnagione e di capelli, di solito portati a zero, o quasi, oggi - mi dicono per una sorta di voto - sono invece lunghetti e, soprattutto, bianchi. Bianchi, proprio così. Ma mica bianchi naturali: no, bianchi tinti! Col risultato che il feroce cagnaccio di fascia oggi pare la Fata Turchina, o mia zia Ofelia (Dio l'abbia in gloria) appena uscita dalla tintura di turchinetta, o Alberto Sordi in 'Una botta di vita': fate voi. Chi vince? Non ne ho la più pallida idea. Potrebbero entrambi, vedremo alla fine. Sempre che non ci pensi l'arbitro, certo...

20 giugno Costarica-Italia, primo tempo. Prandelli sbaglia partita e formazione. Costarica altissimo dietro, serrato e alto anche a centrocampo, i nostri bloccati fin dalla linea di difesa. Niente spazi sulle fasce per Darmian e per il povero Abate (mica è sempre festa! e in panchina stavolta non c'è Hogdson, ma un marpione che sa il fatto suo), niente spazi neanche altrove, linee strettissime. L'unica possibilità di gioco che ci è aperta, con questa formazione in campo, è la palla lunga e alta a scavalcare le linee: Pirlo, che sta giocando di nuovo assai bene, ci prova tre o quattro volte, mirabilmente, ma il Costarica mette spesso in fuorigoco i nostri, e quando tutto è regolare Balotelli, per due volte, manca il gol (il primo se lo divora, a dire il vero). La presenza in campo di Thiago Motta, lento e duro come un idolo ligneo, o un totem navajo, non si spiega: tutto quel che di buono aveva fatto vedere il piccolo e brevilineo Verratti, rapido e sgusciante, con gli inglesi, non si vede oggi. Buffon incerto tra i pali in più di un'occasione, gol compreso. Candreva penoso: domani i soloni delle gazzette sportive spero vogliano dosare i loro voti, anche se Candreva dovesse giocare un secondo tempo da dio (il primo tempo dovrebbe valere, a valutare la prova di un giocatore). Marchisio sfocato, De Rossi pure, Balotelli troppo solo là davanti a fare il 'nueve' vero senza che lo sia (qualcuno lo spieghi a Berlusconi). E poi, 'nueve' o non 'nueve', ci sarebbe bisogno comunque di un esterno che sappia accentrarsi rapido e fulminante, affiancare e servire la punta, mettere l'attaccante in porta senza che debba pensarci sempre e comunque Pirlo da cinquanta metri: o Prandelli lo capisce, e mette dentro Cerci o Insigne (meglio Insigne, per me), oppure addio. Questi giocano, si sapeva, e sono avanti: se non cambia nulla la perdiamo. Vediamo e speriamo.
Finisce che, pur avendo Prandelli cambiato tutto – Cassano per Thiago Motta a inizio ripresa, poi Insigne e Cerci per Candreva e Marchisio – il risultato non è cambiato affatto: dopo un secondo tempo pietoso l’Italia torna negli spogliatoi sconfitta. Adesso, come nella migliore tradizione dei nostri gironi eliminatorii, la terza e ultima sarà infernale: perché ci aspetta l’Uruguay, e cacciare l’Uruguay fuori da mondiali sudamericani sarà già in sé un’impresa; perché a noi basterebbe il pari, per cacciarli, e dunque saremo capacissimi di impostare una partita di attesa e ripartenza, ma davanti chi segna? Poi prendi gol al minuto ottantotto e te ne torni mestamente a casa. Intanto infuriano le polemiche: Prandelli ha sbagliato formazione; Prandelli ha sbagliato i tempi e la successione dei cambi; Balotelli è un cadavere; Abate in Brasile non dovrebbe esserci proprio; con quel caldo non si gioca; faceva caldo anche per il Costarica, sì, ma il Costarica è abituato, al caldo; co 'quer caldo, signora mia, meglio ar mare, sotto l'ombrellone, e così via. Il solito, stravisto copione. La verità è che la scarsissima Inghilterra ci aveva illuso di avere portato in Brasile una signora squadra. Invece non siamo una signora squadra, siamo al massimo una signorinella pallida, una squadra complessivamente modesta con qualche punta di diamante, tra i più giovani, che però non trova ancora lo spazio che meriterebbe, e alcuni, pochi fuoriclasse tra i vecchi che in partite caldo-umide e di gran dispendio come quella di ieri giocano però solo un tempo, poi appaiono decotti, essendo tali per davvero. Con l’Uruguay sarà il giudizio universale: dietro sono perforabili e a centrocampo non brillano, ma davanti… Il guaio è che noi dietro facciamo acqua: magari segniamo, con l’Uruguay, ma certamente ne prendiamo, anche, e allora saranno dolori. Ci va bene il pari, è vero: speriamo che nessuno se ne ricordi, però, perché sennò la perdiamo alla grande.