Giunta al suo ottantatreesimo giorno, la crisi di governo riserva un ulteriore colpo di scena. Nel tardo pomeriggio di ieri il presidente del Consiglio incaricato Giuseppe Conte si è recato al Quirinale dove, dopo un’ora di colloquio con il presidente Mattarella, ha sciolto negativamente la riserva rimettendo nelle mani del presidente il mandato ricevuto.
Si conclude così il tentativo di formare un governo sostenuto da una maggioranza parlamentare composta da Movimento 5 stelle e Lega; tentativo che ha incontrato un insormontabile scoglio nella scelta della figura chiamata a ricoprire l’incarico di ministro dell’Economia. Per quell’incarico, di particolare delicatezza per quanto attiene l’azione dell’Italia nel quadro del mercato unico europeo e dell’unione monetaria, l’indicazione delle forze politiche della nascente maggioranza era caduta sul nome dell’economista Paolo Savona, già ministro nel governo Ciampi e uomo di grande esperienza ai vertici di istituzioni ed enti pubblici e privati, di cui sono però note le posizioni critiche sull'euro e sul ruolo della Germania all’interno dell’Unione europea. Per l’incarico di ministro dell’Economia il presidente della Repubblica aveva invece segnalato come opportuna «l’indicazione di un autorevole esponente politico della maggioranza coerente con l’accordo di programma», manifestando al contempo la sua determinazione ad esercitare le prerogative che la costituzione gli attribuisce in merito alla nomina dei ministri.
Secondo quanto dichiarato dallo stesso presidente Mattarella, la scelta doveva necessariamente seguire alcune fondamentali considerazioni, tra cui i segnali di allarme lanciati da investitori e risparmiatori italiani e stranieri.
«È mio dovere nello svolgere il compito di nomina dei ministri che mi affida la Costituzione – ha affermato – essere attento alla tutela dei risparmi degli italiani».
In conclusione del suo intervento il presidente Mattarella ha annunciato l’intenzione di procedere in tempi rapidi con una nuova iniziativa, che si è immediatamente concretizzata nella convocazione al Quirinale per questa mattina di Carlo Cottarelli, già commissario straordinario per la Revisione della spesa pubblica nominato nel 2013 dal governo presieduto da Enrico Letta.

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